Cosa stai cercando?
Cerca

Avvio record per il bonus auto 2025: 481 milioni in sei ore

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 23 ott 2025
Avvio record per il bonus auto 2025: 481 milioni in sei ore
Il bonus auto 2025 esaurisce 481 milioni in sei ore. Critiche su esclusioni territoriali, requisiti ISEE e obbligo di rottamazione; governo e industria reagiscono.

Nel panorama della mobilità italiana, il bonus auto 2025 si è trasformato in una vera e propria corsa contro il tempo. In appena sei ore dall’apertura della piattaforma ministeriale, sono stati prenotati voucher per un valore complessivo di 481 milioni di euro, bruciando quasi per intero il plafond di 597 milioni messo a disposizione. Un risultato che ha lasciato sorpresi anche gli addetti ai lavori e che testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, la fame di rinnovamento che attraversa il settore automotive nel nostro Paese.

Non si tratta solo di numeri, ma di una vera e propria rivoluzione incentivata dal nuovo corso del PNRR, che ha rimodulato le strategie per favorire la transizione verso una mobilità a zero emissioni. La risposta dei cittadini e delle microimprese non si è fatta attendere: circa 45.000 beneficiari hanno colto al volo l’occasione di ottenere contributi fino a 11.000 euro per l’acquisto di vetture elettriche, mentre per i veicoli commerciali la cifra può arrivare addirittura a 20.000 euro. Un vero boom, insomma, che va ben oltre le più rosee aspettative del Ministero dell’Ambiente, chiamato a gestire una partita delicatissima sia sul fronte ambientale che su quello economico.

A fare la differenza, in questa tornata di incentivi, sono soprattutto i requisiti di accesso. Per mettere le mani sul tanto agognato voucher, è necessario rispettare una serie di paletti che non lasciano spazio a interpretazioni. Primo fra tutti, il limite dell’ISEE 40000 euro, che restringe la platea dei beneficiari alle sole persone fisiche che non superano questa soglia di reddito. Una scelta che, nelle intenzioni del legislatore, punta a sostenere le fasce più vulnerabili della popolazione, ma che inevitabilmente lascia fuori una fetta importante di potenziali acquirenti.

Non meno stringente è la questione geografica: il bonus è riservato esclusivamente a chi risiede o ha sede nelle cosiddette aree urbane funzionali, ovvero quei comuni con più di 50.000 abitanti e le relative zone di pendolarismo. In totale, si parla di circa 2.460 comuni, una porzione consistente ma che, di fatto, esclude quasi metà della popolazione italiana. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile, che ha già acceso il dibattito tra associazioni di consumatori e rappresentanti delle aree rurali, spesso penalizzate da queste scelte di policy.

Ma non è tutto. Per accedere agli incentivi, è obbligatorio procedere con la rottamazione di un veicolo a combustione fino a Euro 5, di cui si sia stati intestatari per almeno sei mesi. Una misura pensata per accelerare il ricambio del parco circolante e abbattere le emissioni nocive, ma che comporta inevitabilmente una serie di passaggi burocratici tutt’altro che semplici. La complessità delle procedure di rottamazione rappresenta, infatti, uno degli ostacoli più sentiti dagli operatori del settore, che chiedono da tempo una semplificazione in grado di agevolare sia i privati che le imprese.

Il ministro Pichetto Fratin non ha nascosto la propria soddisfazione per il successo dell’iniziativa, definendo l’anticipo della revisione dei target europei sulle emissioni al 2035 come “un atto di realismo e non un passo indietro”. Parole che cercano di rassicurare il comparto automotive, alle prese con una transizione tutt’altro che semplice e costellata di incognite. Eppure, non mancano le voci critiche: molte associazioni e gruppi di consumatori sottolineano come i vincoli territoriali rischino di accentuare le disuguaglianze tra chi vive nei grandi centri urbani e chi, invece, si trova nelle zone periferiche o rurali.

Gli operatori del settore, dal canto loro, accolgono con favore l’interesse dimostrato dal pubblico ma non mancano di evidenziare le criticità di un intervento che, pur generoso nei numeri, rischia di rivelarsi insufficiente di fronte alle sfide strutturali della transizione elettrica. Oltre alla già citata complessità delle procedure di rottamazione, si segnala la necessità di politiche più organiche che comprendano anche lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, elemento chiave per sostenere una crescita realmente sostenibile della mobilità elettrica.

Sul fronte pratico, per ottenere i contributi, è indispensabile utilizzare la piattaforma ministeriale, rispettando tutti i requisiti previsti e presentando la documentazione necessaria. In particolare, le microimprese devono dimostrare la propria qualifica e la destinazione d’uso dei veicoli commerciali acquistati, pena l’esclusione dal beneficio. Una procedura che, se da un lato garantisce la trasparenza e la correttezza dell’operazione, dall’altro rischia di rallentare i tempi di erogazione dei voucher, alimentando incertezza tra i concessionari e gli operatori del settore.

Se vuoi aggiornamenti su Auto elettriche inserisci la tua email nel box qui sotto:

Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.

Seguici anche sui canali social
Seguici su TikTok @motori_it
Seguici su TikTok
Motori_it
Seguici su X

Ti potrebbe interessare