Scandalo in Cina: l'elettrica Avatr 06 prende fuoco dopo 1.000 km
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Un nuovo caso scuote il panorama dell’auto elettrica cinese: a Ningde, nel cuore della provincia di Fujian, un episodio che farà certamente discutere. Un veicolo Avatr 06, acquistato da appena un mese, è stato completamente avvolto dalle fiamme in un parcheggio cittadino. Il rogo, avvenuto il 5 ottobre 2025, non si è limitato a distruggere la berlina elettrica, ma ha finito per coinvolgere e danneggiare altre sette vetture parcheggiate nelle immediate vicinanze. Un evento che, fortunatamente, non ha fatto registrare vittime, ma che riaccende i riflettori sulle criticità legate alla sicurezza dei veicoli elettrici e alla gestione delle emergenze in contesti urbani.
Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, la vettura – che aveva percorso poco più di 1.000 chilometri dalla sua immatricolazione avvenuta il 28 agosto – ha lanciato un primo segnale d’allarme attraverso l’applicazione dedicata: la temperatura interna ha raggiunto l’anomala soglia di 76,4°C. Un dettaglio, questo, che non può passare inosservato agli occhi degli addetti ai lavori, poiché suggerisce una possibile anomalia nella gestione termica dell’auto. Testimoni oculari hanno riferito di aver notato una colonna di fumo che si sollevava dalla zona del sedile passeggero anteriore, preludio all’incendio che avrebbe di lì a poco avvolto l’intero abitacolo.
Le autorità locali, consapevoli della delicatezza della situazione, hanno immediatamente avviato un’indagine in collaborazione con il produttore. Sebbene al momento non vi siano prove certe che colleghino direttamente l’incendio al sistema di batterie, l’attenzione resta puntata proprio su quest’ultimo elemento, spesso finito sotto i riflettori in casi analoghi. La berlina in questione monta una batteria LFP da 72,88 kWh, prodotta dal colosso CATL, leader mondiale nella fornitura di accumulatori per veicoli elettrici. La partnership con Changan, storico marchio automobilistico cinese, rappresenta uno degli assi portanti del progetto Avatr, una joint-venture nata per conquistare il segmento premium della mobilità elettrica.
Le prime ipotesi formulate dagli inquirenti non escludono tuttavia cause esterne: si valuta, ad esempio, la possibilità che oggetti lasciati nell’abitacolo abbiano potuto fungere da lente per la luce solare, o che contenitori pressurizzati – come bombolette di profumo – siano esplosi per effetto del calore. Un ventaglio di possibilità che conferma quanto la sicurezza nei veicoli elettrici sia un tema complesso, dove la componente tecnologica si intreccia spesso con comportamenti e abitudini degli utenti.
Non meno interessante la reazione dei produttori. Il proprietario della Avatr 06 ha dichiarato di essere stato prontamente contattato dal costruttore, che ha assicurato una gestione attenta e responsabile dell’accaduto. Tuttavia, né Changan né CATL hanno rilasciato comunicati ufficiali, alimentando così un clima di incertezza e speculazione sia tra i consumatori che tra gli addetti ai lavori. Un silenzio che, in un mercato dinamico come quello cinese, rischia di avere ripercussioni anche sul fronte commerciale, soprattutto se si considera che l’Avatr 06, lanciata nell’aprile 2025, ha già superato le 24.000 unità vendute nei primi mesi di commercializzazione.
Il caso di Ningde arriva in un momento particolarmente delicato per il settore: la Cina ha infatti annunciato di recente un inasprimento degli standard di sicurezza per le batterie dei veicoli elettrici, con nuove regolamentazioni che entreranno in vigore a partire da luglio 2026. Un segnale chiaro della volontà delle autorità di rafforzare la tutela dei consumatori e di prevenire incidenti che potrebbero minare la fiducia verso la mobilità elettrica.
Gli esperti del settore sottolineano come gli incendi nei veicoli possano essere il risultato di molteplici fattori: malfunzionamenti elettrici, presenza di materiali infiammabili, esposizione prolungata a temperature elevate o addirittura cause totalmente esterne. Ecco perché, nelle prossime settimane, le indagini dovranno essere particolarmente accurate, includendo anche analisi forensi dettagliate sui resti del veicolo. Non si tratta solo di stabilire le responsabilità, ma di individuare eventuali azioni correttive che possano migliorare ulteriormente la sicurezza dei futuri modelli.
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