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Autovelox sotto controllo: il MIT pubblica la lista nazionale delle installazioni regolari

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 1 dic 2025
Autovelox sotto controllo: il MIT pubblica la lista nazionale delle installazioni regolari
Il MIT ha completato il censimento nazionale degli autovelox: i dispositivi non registrati devono essere disattivati e le multe emesse possono essere contestate consultando la lista pubblica.

Finalmente si fa luce su una questione che ha tenuto banco nelle aule di tribunale per troppo tempo: la legittimità degli strumenti di controllo della velocità. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha portato a termine un’operazione di censimento nazionale che, a dirla tutta, rappresenta una svolta importante nel rapporto tra cittadini e amministrazione pubblica. La conseguenza? Una lista nazionale consultabile online dove chiunque può verificare se l’autovelox che gli ha elevato una multa sia realmente autorizzato e regolarmente registrato.

Qui arriviamo al punto che fa veramente la differenza: le sanzioni elevate da apparecchi non presenti nel censimento sono considerate multe nulle. Non è poco, credetemi. Questa affermazione apre scenari interessanti per quanti hanno ricevuto verbali negli ultimi anni e si sono sempre chiesti se davvero potessero contestarli efficacemente. Ebbene, ora hanno uno strumento concreto nelle mani, non più vague supposizioni su cui basarsi.

Il MIT, in sostanza, ha imposto a tutti gli enti coinvolti – Comuni, Province e forze di polizia – di registrare ogni dispositivo con informazioni dettagliate e specifiche. Stiamo parlando di marca, modello, numero di matricola, ubicazione precisa, titolo autorizzativo, versione di software e firmware. Non è ammessa alcuna approssimazione. Gli apparecchi non inseriti nell’elenco? Devono essere disattivati immediatamente, senza se e senza ma.

Cosa c’è dietro questa decisione? Una serie di sentenze giudiziarie che, negli ultimi anni, avevano riconosciuto ai cittadini il diritto di non pagare sanzioni provenienti da strumenti non conformi o irregolarmente registrati. In sostanza, i tribunali avevano già aperto la porta, e il Ministero ha finalmente deciso di formalizzare la situazione, stabilendo criteri omogenei per l’installazione e l’utilizzo di questi dispositivi su tutto il territorio nazionale. L’effetto? Ridurre drasticamente le incertezze legali che, fino a ieri, tormentavano sia i cittadini che le amministrazioni stesse.

Certo, non è tutto rose e fiori. Per le amministrazioni locali si tratta di un carico amministrativo non indifferente. Devono aggiornare le loro banche dati, verificare le dotazioni disponibili, disattivare o sostituire strumenti ormai obsoleti. È un lavoro che richiede risorse, tempo e attenzione. Ma qui c’è qualcosa di notevole: le associazioni di consumatori e le organizzazioni automobilistiche hanno accolto favorevolmente questa iniziativa. Perché? Semplicemente perché offre ai cittadini uno strumento concreto, tangibile, per contestare le multe illegittime senza dover ricorrere a complicati procedimenti legali o basarsi su interpretazioni dubbie della normativa.

Come funziona nella pratica? Chiunque abbia ricevuto un verbale può ora avviare un ricorso verificando se il dispositivo che lo ha sanzionato fosse presente nella lista pubblicata dal MIT al momento della contestazione. È semplice, diretto, trasparente. La tracciabilità dei controlli e la loro legittimità non sono più questioni fumose, ma elementi verificabili concretamente sul sito velox.mit.gov.it/dispositivi

Certo, l’impatto sulla sicurezza stradale dipenderà dalla capacità effettiva delle amministrazioni di mantenere operativo un numero sufficiente di strumenti conformi. Non basta disattivare gli apparecchi irregolari; bisogna anche assicurarsi che quelli legittimi continuino a funzionare adeguatamente. È il prezzo della trasparenza, per così dire: il controllo della velocità rimane importante, ma deve avvenire secondo regole chiare e verificabili.

Questa operazione del MIT rappresenta un tentativo concreto di fare ordine in un settore dove troppo spesso il cittadino si è sentito in balia di decisioni non sempre trasparenti. Non è la soluzione a tutti i problemi, ma è senza dubbio un passo nella giusta direzione.

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