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Autovelox, censimento ufficiale: svolta trasparenza, ma resta il nodo omologazione

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 1 ott 2025
Autovelox, censimento ufficiale: svolta trasparenza, ma resta il nodo omologazione
Il Ministero dei Trasporti avvia il censimento degli autovelox: trasparenza, obbligo di comunicazione e ancora caos omologazione. Cosa cambia dal 30 novembre.

Dopo anni di incertezze e polemiche, il tema degli autovelox torna prepotentemente sotto i riflettori, ma questa volta con una novità che promette di cambiare le regole del gioco: il censimento autovelox su scala nazionale. Un vero e proprio giro di vite che, finalmente, mette ordine nella selva dei rilevatori di velocità disseminati sulle nostre strade. Non è solo una questione di tecnologia o di burocrazia: qui si parla di trasparenza, di diritti degli automobilisti e di una nuova stagione di legalità per le multe stradali.

Il punto di svolta arriva direttamente dal ministero dei trasporti, che ha ufficializzato un decreto destinato a lasciare il segno. Da oggi, ogni amministrazione locale dovrà comunicare – entro sessanta giorni – posizione, modello e soprattutto lo stato di omologazione autovelox di ciascun dispositivo installato sul proprio territorio. Non si tratta di un semplice aggiornamento amministrativo, ma di una vera e propria rivoluzione: chi non si adeguerà entro il 30 novembre dovrà spegnere i propri apparecchi, perdendo la possibilità di emettere sanzioni. Una mossa che mette alle strette i “furbetti del radar” e risponde, finalmente, alle richieste pressanti di chiarezza avanzate da automobilisti e associazioni dei consumatori, come il Codacons.

Ma andiamo con ordine. Il nuovo decreto stabilisce, senza possibilità di equivoci, che la trasmissione dei dati alla piattaforma nazionale è condizione necessaria per il legittimo utilizzo degli autovelox. In altre parole, nessun dispositivo potrà più operare nell’ombra o fuori da un controllo centralizzato. Una misura che pone fine a un lungo periodo di incertezza normativa, durante il quale si sono moltiplicate le contestazioni e i ricorsi contro le multe stradali basate su apparecchiature non sempre trasparenti.

Eppure, non tutto è risolto. Il nodo cruciale resta quello dell’omologazione autovelox. La Cassazione, con una sentenza storica dell’aprile 2024, ha dichiarato nulle tutte le sanzioni elevate tramite dispositivi soltanto approvati, ma non omologati. Una decisione che ha fatto tremare le fondamenta del sistema di controllo della velocità in Italia: secondo le stime, circa il 60% degli autovelox fissi e addirittura il 67% di quelli mobili in circolazione non sarebbero in regola con le norme di omologazione, soprattutto tra i dispositivi installati prima del 2017. Questo significa che migliaia di multe stradali potrebbero essere annullate, aprendo la strada a una vera e propria valanga di ricorsi e mettendo in seria difficoltà molte amministrazioni locali.

Il censimento autovelox rappresenta dunque una svolta epocale: da un lato offre agli automobilisti la possibilità di accedere a informazioni chiare, aggiornate e facilmente consultabili su tutti i dispositivi attivi lungo la rete stradale italiana; dall’altro costringe le amministrazioni a un salto di qualità sul fronte della trasparenza e della legalità. Mai più rilevatori “fantasma” o apparecchi posizionati in modo discutibile: ora tutto dovrà essere documentato, tracciabile e conforme alle regole.

Non mancano, però, le incognite. L’efficacia della riforma dipenderà dalla reale capacità delle amministrazioni di adeguarsi in tempi rapidi alle nuove disposizioni e dalla volontà politica di mettere mano a un sistema che, troppo spesso, ha fatto della confusione normativa un alibi per mantenere situazioni poco chiare. È chiaro che, senza una soluzione definitiva sul fronte dell’omologazione autovelox, il rischio è quello di assistere a una paralisi del sistema sanzionatorio, con effetti imprevedibili sulla sicurezza stradale e sulle casse dei Comuni.

Per gli automobilisti, comunque, si apre una stagione di maggiore tutela e di informazione trasparente. Potranno finalmente sapere dove sono posizionati gli autovelox, con che caratteristiche operano e se sono realmente in regola con la normativa vigente. Un passo avanti fondamentale anche per chi, negli ultimi anni, si è visto recapitare multe stradali spesso percepite come ingiuste o arbitrarie. Il messaggio è chiaro: basta zone d’ombra, basta scappatoie. Il ministero dei trasporti vuole regole uguali per tutti e una gestione limpida degli strumenti di controllo della velocità.

Il censimento autovelox è una riforma che, se applicata con rigore, potrà restituire credibilità al sistema dei controlli stradali e riportare fiducia tra gli utenti della strada. Una piccola rivoluzione, fatta di trasparenza e responsabilità, che promette di cambiare per sempre il rapporto tra cittadini e istituzioni sul delicato tema delle multe stradali.

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