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BYD frena per la prima volta dal 2020: scossa all’automotive cinese

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 2 ott 2025
BYD frena per la prima volta dal 2020: scossa all’automotive cinese
BYD abbassa il target 2025 dopo il primo trimestre di vendite in calo dal 2020: PHEV in forte discesa, BEV e export in crescita. Competizione e guerra dei prezzi plasmano il mercato.

Nel grande mosaico dell’automotive cinese, il terzo trimestre del 2023 si chiude con una sorpresa che in pochi avrebbero previsto: BYD, leader indiscusso della mobilità elettrica asiatica, registra il suo primo segno meno dal 2020. Un dato che fa rumore, se si considera la crescita inarrestabile degli ultimi anni e la capacità del gruppo di ridefinire gli equilibri mondiali nel settore delle zero emissioni. Ma, come spesso accade, il diavolo si nasconde nei dettagli: il calo del 2,1% nelle consegne trimestrali (1,1 milioni di veicoli contro gli 1,12 dell’anno precedente) non è solo una battuta d’arresto numerica, ma il segnale di una trasformazione profonda che sta investendo il mercato cinese e, a cascata, tutto il comparto globale.

A settembre, la frenata si fa ancora più marcata: le vendite mensili scendono del 5,9%, fermandosi a 393.060 unità. E qui si svela il cuore della questione: il segmento delle vendite PHEV (ibridi plug-in), vero motore della crescita BYD negli ultimi anni, mostra la corda con un crollo del 25,6% (188.010 veicoli), segnando la sesta flessione consecutiva. Una dinamica che racconta di un consumatore cinese sempre più orientato verso l’elettrico puro, a discapito delle soluzioni ibride. In netta controtendenza, infatti, le vendite BEV (modelli completamente elettrici) volano con un +24,3% e 205.050 unità, confermando che il futuro della mobilità – almeno per una fetta crescente di automobilisti – è ormai tutto elettrico.

Questo scenario, per quanto inaspettato, non lascia indifferente il management di BYD, che corre subito ai ripari rivedendo al ribasso i propri obiettivi: il target 2025 scende da 5,5 a 4,6 milioni di veicoli, una sforbiciata del 16% che fotografa la realtà di un mercato domestico più competitivo e di una guerra dei prezzi che non fa prigionieri. La riduzione degli obiettivi, se da un lato riflette una prudenza necessaria, dall’altro è il termometro di un settore in piena trasformazione, dove le certezze di ieri possono essere messe in discussione da una nuova generazione di player aggressivi e da una domanda sempre più selettiva.

A pesare maggiormente è la performance del brand principale: BYD, infatti, segna la flessione più netta con 355.774 vetture consegnate a settembre, un -11,4% su base annua che evidenzia la difficoltà di mantenere i ritmi forsennati del recente passato. Tuttavia, a fronte di un mercato interno in fase di riassestamento, il gruppo mostra una straordinaria capacità di adattamento puntando tutto sull’internazionalizzazione. Le esportazioni diventano così il vero asso nella manica: a settembre le vendite fuori dalla Cina sono più che raddoppiate (+115,8%), raggiungendo 71.256 unità, mentre nel trimestre hanno toccato quota 232.806 vetture, con un balzo del 146,4%. Un risultato reso possibile anche grazie a una logistica da manuale, che vede BYD dotarsi di una propria flotta di navi car carrier per ottimizzare la distribuzione globale, segno di una visione industriale che guarda ben oltre i confini nazionali.

Ma se BYD rallenta, la concorrenza non resta a guardare. In un mercato cinese sempre più affollato e competitivo, colossi come Geely registrano impennate nelle vendite di veicoli elettrici (+96% nel terzo trimestre), mentre startup come Leapmotor cavalcano l’onda dell’innovazione e di strategie commerciali al limite dell’aggressività. È qui che si gioca la vera guerra dei prezzi, con una pressione crescente sui margini e la necessità di trovare nuove strade per distinguersi. Non a caso, BYD ha già annunciato una revisione dei listini per alcuni modelli entro la fine dell’anno, mossa obbligata per restare al passo e non perdere terreno in un’arena dove la competizione si fa sempre più serrata.

Il futuro, dunque, passa dall’estero. L’espansione internazionale è la chiave di volta della strategia BYD, con l’obiettivo dichiarato di portare le esportazioni oltre il 20% delle vendite complessive entro il 2025. Un traguardo ambizioso, ma non impossibile per un gruppo che ha già dimostrato di saper leggere e anticipare i trend del mercato. L’attenzione si concentra ora sull’Europa, sull’America Latina e sui mercati emergenti, dove la domanda di veicoli elettrici è destinata a crescere e dove BYD può giocare un ruolo da protagonista.

Gli analisti finanziari, intanto, osservano con attenzione. Se da un lato il calo delle consegne e la compressione dei margini destano qualche preoccupazione, dall’altro l’espansione globale viene vista come una solida ancora di salvezza. Sarà fondamentale, nei prossimi mesi, capire se BYD riuscirà a invertire la rotta in patria senza perdere lo slancio conquistato all’estero, consolidando la propria presenza nei mercati chiave e rafforzando il proprio brand in un contesto internazionale sempre più competitivo.

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