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Futuro auto elettriche in Europa: per Volvo non si torna indietro

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 16 set 2025
Futuro auto elettriche in Europa: per Volvo non si torna indietro
Il CEO di Volvo prevede che entro dieci anni tutte le auto saranno elettriche. Analisi delle strategie e delle sfide per il settore automotive europeo.

Nel cuore della transizione energetica che sta ridisegnando i confini del mercato automobilistico europeo, si staglia una certezza: il futuro dell’auto sarà sempre più elettrico. Lo afferma senza mezzi termini Håkan Samuelsson, CEO di Volvo, che con il suo consueto pragmatismo nordico, spazza via ogni residuo di scetticismo: “Non si torna indietro, il futuro è elettrico”. E quando a parlare è uno dei protagonisti dell’industria, non si tratta solo di una dichiarazione d’intenti, ma di una presa di posizione che fa eco tra le sale dei consigli di amministrazione e i corridoi di Bruxelles, dove il Green Deal europeo continua a dividere e ad animare il dibattito.

Volvo non è sola in questa corsa verso la mobilità del domani, ma è indubbio che il marchio svedese si sia ormai imposto come uno dei portabandiera delle auto elettriche. Samuelsson vede all’orizzonte un decennio di profonde trasformazioni: prezzi in discesa, tecnologie in rapida evoluzione e un’arena competitiva dove solo chi saprà innovare riuscirà a emergere. È una rivoluzione che non fa sconti, capace di premiare i pionieri e di lasciare indietro chi si ostina a difendere modelli ormai superati. Non è un caso che il CEO svedese sottolinei come alcuni marchi storici rischino di scomparire, travolti dall’onda lunga dell’innovazione, mentre nuovi attori si affacciano con prepotenza sulla scena internazionale.

Ma se Volvo e altri costruttori guardano con decisione al futuro, il panorama resta tutt’altro che compatto. Ola Kallenius, numero uno di Mercedes-Benz, invoca maggiore gradualità, chiedendo che la commercializzazione di veicoli ibridi venga estesa oltre il 2035. Una posizione che trova sponde in diversi governi europei, dove la discussione sul Green Deal si fa sempre più accesa. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ad esempio, spinge per una maggiore flessibilità nelle scadenze, mentre Stellantis mette in guardia sui rischi di non raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni senza un adeguato allineamento delle strategie industriali.

Nel frattempo, il fermento tra i costruttori si traduce in una serie di strategie articolate e spesso divergenti. Renault lavora a un piano dettagliato per affrontare la transizione energetica, puntando su una gamma elettrica sempre più accessibile e su modelli pensati per rispondere alle esigenze di un pubblico vasto e diversificato. Dall’altra parte, Volkswagen rilancia la sfida annunciando investimenti miliardari nell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione di leadership nel mercato globale delle auto elettriche. In questa corsa, la capacità di anticipare le tendenze e di innovare diventa il vero spartiacque tra chi resterà protagonista e chi rischia di essere relegato ai margini.

A rendere il quadro ancora più complesso, si aggiunge la pressione dei nuovi player provenienti dall’Est. La cinese Leapmotor si sta affermando come uno degli outsider più dinamici, mentre BYD valuta con attenzione l’apertura di uno stabilimento in Italia, segno di una strategia di espansione che punta dritto al cuore dell’Europa. È un segnale inequivocabile: la competizione non conosce più confini, e i costruttori europei devono affrontare non solo le sfide tecnologiche, ma anche quelle geopolitiche e industriali.

Al centro di tutto resta il tema, mai banale, dell’accessibilità. Perché la vera rivoluzione, come sottolinea il CEO di Renault, François Provost, passa dalla capacità di rendere le auto elettriche alla portata di tutti. In questo scenario, gli incentivi auto elettriche si confermano uno strumento cruciale per accelerare la diffusione della mobilità sostenibile, abbattendo le barriere economiche che ancora frenano molti consumatori. Ma la partita non si gioca solo sui prezzi: servono infrastrutture capillari, una rete di ricarica efficiente e politiche industriali in grado di accompagnare la transizione senza lasciare indietro nessuno.

Il mercato automobilistico europeo si trova dunque a un bivio: da una parte la spinta verso l’innovazione, alimentata da colossi come Volkswagen e Renault, dall’altra la necessità di gestire una transizione che, per essere davvero inclusiva, dovrà tenere conto delle esigenze di tutti gli attori in campo. In mezzo, la pressione dei nuovi protagonisti come Leapmotor e BYD, pronti a conquistare quote di mercato grazie a prodotti competitivi e a strategie di espansione aggressive.

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