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Auto aziendali solo elettriche dal 2030? L’Europa accende il dibattito

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 21 lug 2025
Auto aziendali solo elettriche dal 2030? L’Europa accende il dibattito
La Commissione UE propone l'obbligo di auto elettriche per flotte e noleggi dal 2030. Forti opposizioni da Germania e operatori del settore.

La proposta della Commissione europea che mira a rivoluzionare il settore del noleggio auto con una svolta epocale verso le auto elettriche sta già facendo discutere, e non poco. Sul tavolo di Bruxelles si profila infatti un regolamento che potrebbe imporre, a partire dal 2030, l’acquisto esclusivo di veicoli a zero emissioni per le flotte aziendali e le società di noleggio. Una misura che, se confermata, anticiperebbe di ben cinque anni il bando totale delle vetture endotermiche, dando così una poderosa spinta alla transizione energetica e accelerando il percorso di decarbonizzazione del comparto automobilistico europeo.

L’ipotesi è di quelle che fanno rumore: secondo quanto trapelato da fonti vicine alla Commissione, l’obiettivo sarebbe quello di colpire il segmento che oggi rappresenta circa il 60% delle immatricolazioni in Europa. In pratica, un colpo di acceleratore deciso su una strada già tracciata, ma che rischia di incontrare più di qualche ostacolo. La sostenibilità, parola d’ordine del Green Deal europeo, si trova infatti a fare i conti con la realtà di un mercato ancora profondamente diviso tra sostenitori e scettici.

Le organizzazioni ambientaliste, come Transport & Environment, non hanno dubbi: il passaggio obbligato alle auto elettriche nelle flotte aziendali rappresenterebbe un salto di qualità nella battaglia per la sostenibilità e la riduzione delle emissioni. “Un passo avanti necessario per il futuro del nostro pianeta”, sostengono i portavoce, convinti che la pressione sulle flotte possa generare una domanda tale da accelerare anche lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e la diffusione delle tecnologie green.

Ma non tutti sono pronti a salire a bordo di questa rivoluzione. Dall’altra parte della barricata, gli operatori del noleggio e le associazioni di categoria sollevano dubbi concreti e timori tangibili. Il timore principale? Che la domanda di auto elettriche non sia ancora sufficientemente robusta da giustificare una scelta così drastica. E che i costi aggiuntivi legati all’acquisto, alla manutenzione e alla gestione delle nuove flotte possano tradursi in un aumento delle tariffe per i clienti finali, penalizzando proprio chi utilizza questi servizi per esigenze di lavoro o mobilità quotidiana.

Auto elettriche a noleggio obbligatorie, la Germania storce il naso

In prima linea tra i critici c’è la Germania, da sempre cuore pulsante dell’industria automobilistica europea. Il Ministero federale dei Trasporti ha già fatto sapere, con toni perentori, di respingere “fermamente” qualsiasi ipotesi di obbligatorietà anticipata per le flotte. “Ci impegneremo a garantire che ciò non accada”, ha dichiarato un portavoce, lasciando intendere che la partita sarà tutt’altro che semplice. Una posizione ribadita anche dall’associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA), la cui presidente Hildegard Müller ha sottolineato come esistano ancora “grandi differenze geografiche” nella distribuzione delle infrastrutture di ricarica. In altre parole, fissare obiettivi ambiziosi è una cosa, ma renderli realmente raggiungibili è tutt’altra partita.

Non meno netta la posizione dei vertici delle principali società di noleggio: Nico Gabriel, CEO di Sixt, non ha esitato a definire la proposta “impraticabile”, prevedendo ricadute pesanti sia in termini di costi sia di operatività. Il rischio concreto, secondo Gabriel, è quello di creare disagi ai consumatori, costretti a fare i conti con un’offerta limitata e prezzi più alti.

Sul fronte politico, la Germania si mostra compatta: dai parlamentari della CDU agli eurodeputati della CSU, le voci contrarie si moltiplicano. Alcuni rappresentanti hanno già chiesto formalmente alla presidente von der Leyen di abbandonare il progetto, segno che la partita si giocherà anche – e soprattutto – nelle sedi istituzionali europee.

Al momento, la Commissione europea si limita a confermare che il lavoro su nuove normative per il settore auto è in corso, ma senza sbilanciarsi sui dettagli. Una prudenza che lascia intendere quanto il dossier sia delicato e quanto il confronto con i governi nazionali, il Parlamento europeo e il Consiglio UE sarà acceso. La resistenza dei paesi più legati alla produzione automobilistica tradizionale, come la Germania, potrebbe infatti rappresentare un ostacolo non da poco sulla strada della decarbonizzazione e della sostenibilità.

Quel che è certo è che il tema delle auto elettriche nelle flotte di noleggio è destinato a restare al centro del dibattito nei prossimi mesi. L’Europa si trova davanti a un bivio: spingere sull’acceleratore della transizione energetica per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione, oppure adottare un approccio più graduale per non mettere in crisi un settore che rappresenta una fetta consistente delle immatricolazioni e dell’economia continentale. Una partita tutta da giocare, dove le decisioni prese oggi potrebbero determinare il volto della mobilità europea per i decenni a venire.

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