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Auto elettriche a 3.900 euro? Con il nuovo piano incentivi si può

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 22 ott 2025
Auto elettriche a 3.900 euro? Con il nuovo piano incentivi si può
Nuovi incentivi 2025-2026: contributi fino a 11.000€ per privati e 20.000€ per microimprese. Requisiti, modelli convenienti e le criticità da considerare.

Il vento della sostenibilità soffia con forza sul mercato automobilistico italiano, portando con sé una vera e propria rivoluzione: il nuovo piano di incentivi auto elettriche per il biennio 2025-2026 promette di cambiare le regole del gioco, aprendo le porte della mobilità a zero emissioni a un pubblico sempre più ampio. Si tratta di un pacchetto di misure che punta dritto al cuore delle esigenze di famiglie, privati e, per la prima volta in modo così deciso, delle microimprese, spesso rimaste ai margini delle grandi trasformazioni tecnologiche. L’obiettivo è chiaro: abbattere le barriere economiche che ancora oggi frenano la diffusione dei veicoli elettrici e rendere l’auto green non più un sogno, ma una concreta opportunità.

Il governo ha deciso di fare sul serio, mettendo sul piatto contributi che raggiungono livelli mai visti prima. Per i cittadini privati, il sistema di incentivi si basa su due fasce di ISEE, una scelta che strizza l’occhio a chi davvero ha bisogno di una mano per affrontare il salto verso l’elettrico. Chi ha un ISEE fino a 30.000 euro potrà beneficiare di un contributo massimo di 11.000 euro, una cifra che fa davvero la differenza nel prezzo finale di acquisto. Chi invece si trova nella fascia tra 30.000 e 40.000 euro, avrà comunque diritto a un incentivo importante, pari a 9.000 euro. In entrambi i casi, però, ci sono regole precise: l’auto deve essere nuova, completamente elettrica e con un prezzo di listino che non superi i 35.000 euro (IVA esclusa). Inoltre, il veicolo dovrà restare di proprietà dell’acquirente per almeno due anni, a garanzia di un utilizzo responsabile e continuativo.

Non meno interessante è il capitolo dedicato alle microimprese, una categoria spesso trascurata nei programmi di sostegno, ma che rappresenta la spina dorsale dell’economia urbana, soprattutto nel settore delle consegne e dei servizi locali. Per loro, il contributo può arrivare fino a 20.000 euro, con la possibilità di acquistare al massimo due veicoli commerciali elettrici delle categorie N1 o N2. Anche qui, il vincolo di mantenere la proprietà per almeno 24 mesi garantisce che il sostegno sia davvero finalizzato al rinnovo della flotta e non a operazioni speculative. È un segnale forte, che riconosce il ruolo cruciale delle microimprese nella transizione ecologica delle nostre città.

L’impatto di questi incentivi si riflette subito sui prezzi dei modelli più accessibili, rendendo la scelta dell’elettrico molto più appetibile. Un esempio su tutti: la Dacia Spring, che parte da un prezzo di listino di 17.900 euro, con il massimo degli incentivi potrebbe essere acquistata a soli 3.900 euro da chi rientra nella fascia ISEE più bassa. Un vero e proprio colpo di scena per chi finora aveva rinunciato a causa dei costi elevati. Ma non finisce qui: la Fiat 500e, icona del made in Italy e simbolo della nuova mobilità urbana, potrebbe scendere a circa 9.950 euro, mentre altri modelli molto apprezzati come la Renault Twingo E-Tech, la MG4 e la BYD Dolphin Surf vedrebbero una riduzione analoga, rendendo il mercato più competitivo e variegato.

Tuttavia, non mancano le ombre in questo quadro così promettente. Gli esperti sottolineano che il limite di prezzo fissato a 35.000 euro esclude di fatto molti modelli di fascia superiore, limitando la scelta per chi desidera prestazioni più elevate o dotazioni premium. Inoltre, il rischio di una corsa agli incentivi potrebbe portare a problemi di disponibilità per i veicoli più richiesti, generando lunghe attese e possibili malumori tra i consumatori. E resta sullo sfondo il grande tema delle infrastrutture di ricarica, ancora insufficienti per sostenere una crescita esponenziale del parco auto elettrico. Un nodo che, se non affrontato con decisione, rischia di vanificare parte degli sforzi compiuti finora.

Per le microimprese, in particolare quelle impegnate nelle consegne urbane, l’opportunità è davvero ghiotta: il contributo fino a 20.000 euro rappresenta una leva concreta per svecchiare la flotta e abbattere i costi di gestione. Ma la partita si giocherà anche su altri tavoli, come gli eventuali incentivi regionali e le condizioni fiscali, che potranno rendere ancora più vantaggioso il passaggio all’elettrico. Le associazioni ambientaliste accolgono con favore l’iniziativa, ma mettono in guardia: senza un parallelo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e della produzione di energia pulita, il rischio è quello di creare un sistema zoppo, incapace di sostenere la domanda crescente.

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