Audi rallenta sull’elettrico: motori a combustione fino al 2035
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In un settore automobilistico in piena evoluzione, la notizia della Audi che fa marcia indietro sui tempi dell’elettrificazione totale rappresenta un vero e proprio cambio di passo che non può passare inosservato. Chi si aspettava una corsa senza ostacoli verso l’abbandono dei motori a combustione dovrà rivedere le proprie previsioni: la casa dei quattro anelli, pur ribadendo il proprio sostegno alla mobilità elettrica, ha scelto di rallentare il ritmo, spostando in avanti di almeno un decennio il termine ultimo per la produzione di propulsori tradizionali. Un segnale che, come spesso accade, non arriva per caso ma nasce dall’osservazione attenta delle dinamiche di mercato e delle esigenze reali dei clienti.
Veicoli elettrici e mobilità sostenibile restano, nelle parole del CEO Gernot Döllner, il punto di riferimento per la riduzione delle emissioni di CO₂ nei trasporti. Tuttavia, la realtà dei numeri impone una riflessione: nel 2023, le consegne globali di Audi hanno subito un calo del 7,8%, e i modelli a batteria coprono appena il 9,7% del totale. Un dato che parla chiaro e che, di fatto, costringe il marchio a non rinunciare troppo in fretta alla propria tradizione meccanica, ancora fondamentale per garantire la redditività necessaria a finanziare l’innovazione.
A differenza di quanto dichiarato da altri colossi tedeschi come BMW e Mercedes, che hanno manifestato una certa diffidenza nei confronti del divieto di vendita 2035 imposto dall’Unione Europea per le nuove auto a benzina e diesel, Audi mantiene una posizione più sfumata. Da un lato, il marchio si dichiara favorevole all’obiettivo della decarbonizzazione, dall’altro però opta per una strategia più pragmatica, fatta di tappe intermedie e di una flessibilità che diventa la vera parola d’ordine della nuova era.
Il contesto normativo europeo, con la Commissione guidata da Ursula von der Leyen che ha anticipato a quest’anno la revisione delle regole sulle emissioni (inizialmente prevista per il 2026), contribuisce a ridefinire le priorità dei costruttori. Un cambiamento che potrebbe aprire la strada a tecnologie ibride plug-in e a soluzioni di compromesso come le auto elettriche dotate di range extender, capaci di garantire autonomia senza sacrificare la sostenibilità. In questo scenario, la capacità di adattarsi rapidamente diventa un fattore competitivo essenziale.
Il gruppo Volkswagen, casa madre di Audi, non resta certo a guardare: il lavoro sulla Scalable Systems Platform (SSP) prosegue spedito, con l’obiettivo di offrire un’architettura modulare capace di ospitare sia motori elettrici sia unità termiche da utilizzare come generatori di energia. Un approccio che potrebbe trovare la sua massima espressione nei futuri modelli, come la tanto attesa Audi A4 elettrica, e che promette di rivoluzionare il concetto stesso di propulsione.
Non si tratta di una semplice retromarcia, ma di una vera e propria ricalibrazione della strategia industriale, dove la flessibilità viene declinata su più livelli: dall’offerta di un mix di motorizzazioni, all’adozione di tecnologie che consentano una transizione graduale, fino all’attenzione alle specificità dei diversi mercati. Un approccio che consente ad Audi di mantenere la barra dritta verso l’obiettivo della decarbonizzazione, senza però perdere di vista le esigenze di una clientela ancora molto legata ai valori della tradizione.
Nel dettaglio, la decisione di continuare a produrre motori a combustione per almeno altri 7-10 anni rappresenta una scelta di equilibrio, in cui il passato e il futuro si intrecciano in una convivenza destinata a durare più a lungo del previsto. La spinta verso i veicoli elettrici resta forte, ma si accompagna a una valorizzazione delle tecnologie ibride plug-in e delle piattaforme modulari, strumenti indispensabili per affrontare un mercato che, al di là delle dichiarazioni di principio, si muove ancora con una certa cautela verso la piena elettrificazione.
Per Audi, la sfida è quella di riuscire a coniugare la spinta all’innovazione con la necessità di restare competitivi in un contesto globale sempre più complesso. L’obiettivo di ridurre le emissioni di CO₂ rimane centrale, ma viene perseguito attraverso un percorso meno lineare, fatto di tappe intermedie e di una costante attenzione alle evoluzioni tecnologiche e normative. Un percorso in cui la Scalable Systems Platform potrebbe rappresentare la chiave di volta, offrendo la possibilità di adattare rapidamente la produzione alle esigenze del momento.
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