Volkswagen richiama 8,5 milioni di veicoli in Europa

Francesco Giorgi
16 Ottobre 2015
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Volkswagen richiama 8,5 milioni di veicoli in Europa

2,4 milioni di unità nella sola Germania. I richiami scatteranno a inizio 2016 e potranno interessare non solo software ma anche componenti hardware.

2,4 milioni di unità nella sola Germania. I richiami scatteranno a inizio 2016 e potranno interessare non solo software ma anche componenti hardware.

Sono 8,5 milioni gli autoveicoli turbodiesel che Volkswagen ha annunciato di richiamare in tutta Europa. Si tratta, più nel dettaglio, dei modelli equipaggiati con i motori della “famiglia” EA189 1.2 Tdi, 1.6 Tdi e 2.0 Tdi e dotati del software che consentiva loro di essere in regola con le normative Euro 5 mediante una riduzione delle emissioni durante le fasi di test. Sono esclusi dai richiami i turbodiesel che appartengono alla generazione più recente, cioè la EA288.

Ecco, in sintesi, secondo una notizia pubblicata dalla Bild e che ha trovato conferma da parte di Volkswagen e del ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, l’ultimo atto (in ordine di tempo) del “Dieselgate” (vicenda che ieri, in Italia, ha portato a una serie di perquisizioni operate dalla Guardia di Finanza alla sede di Verona di Volkswagen Italia e in Lamborghini) , e che arriva attraverso un comunicato da parte dei vertici Volkswagen a poche ore dall’ordine – operato a VW dal Kba –  Kraftfahrt Bundesamt, il Dipertimento federale tedesco della Motorizzazione – di procedere al richiamo di 2,4 milioni di autoveicoli in Germania. In sostanza, il Kba ha congelato il programma di richiamo volontario che Volkswagen aveva avanzato nei giorni scorsi.

I tempi di richiamo, ha dichiarato il ministro dei Trasporti Dobrindt, saranno attuati a breve: partiranno a inizio 2016, e saranno seguiti da prove a cura dello stesso Kba, come ulteriore verifica della bontà dei richiami. Detta in soldoni, per il cliente l’iter operativo (da attuare a titolo gratuito) consisterà in un collaudo vero e proprio, e che comporterà l’eventuale sosituzione di elementi software e hardware qualora le riparazioni non dovessero dimostrarsi sufficienti a superare l’esame del Kraftfahrt Bundesamt. Un atto che, è facile immaginare, per la casa di Wolfsburg potrebbe comportare un onere economico superiore al previsto. Nel frattempo, Volkswagen si incaricherà di comunicare alle autorità federali quali misure saranno attuate: “semplici” aggiornamenti ai software centralina, oppure interventi che interesseranno altre componenti del motore.

Oltreoceano, sempre nelle stesse ore di ieri, Volkswagen ha provveduto a informare l’agenzia federale Usa di protezione dell’ambiente Epa – Environmental Protection Agency – sulla presenza, anche nelle vetture “Model Year 2016”, di un software che altera i valori delle emissioni nelle prove di omologazione. La notizia è stata riportata da ABCNews. In questo caso, il dito non va puntato sul “defeat device” che era stato installato sui motori dei modelli 2009 – 2015, ma su un sistema di controllo (“auxiliary emissions control device“) che ha il compito di riscaldare il Catalizzatore in modo più rapido, in maniera da migliorare la separazione dell’ossido di azoto in azoto e ossigeno. Va detto che l’impiego del software di controllo delle emissioni, obbligatorio per legge, è “ovviamente” presente a bordo di tutti i veicoli. Compito dell’Epa sarà di verificare se il software stesso resti sempre attivo, oppure (come era avvenuto nel “Dieselgate”) venga attivato soltanto nelle fasi di test. Nei prossimi giorni si sapranno ulteriori informazioni sull’esito della verifica.

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