Dieselgate: con Golf Tdi BlueMotion Volkswagen dà il via ai richiami

Francesco Giorgi
29 Aprile 2016
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Dieselgate: con Golf Tdi BlueMotion Volkswagen dà il via ai richiami

L’aggiornamento al software di gestione del motore per le unità EA189 parte da Golf 2.0 Tdi BlueMotion; successivamente sarà la volta dei 1.2 e 1.6.

L’aggiornamento al software di gestione del motore per le unità EA189 parte da Golf 2.0 Tdi BlueMotion; successivamente sarà la volta dei 1.2 e 1.6.

Volkswagen riparte dalla Golf 2.0 Tdi BlueMotion, anziché da Passat come annunciato nei mesi scorsi, nella campagna di richiami di aggiornamento software decisi per concretizzare i programmi tecnici rivolti alla regolarizzazione delle autovetture equipaggiate con il turbodiesel della gamma EA189 coinvolto, all’inizio dello scorso autunno, nel “Dieselgate“, la vicenda legata alle emissioni degli ossidi di azoto manipolate durante i test di laboratorio.

L’obiettivo, che segue una prima decisione di inizio febbraio (allora, il primo veicolo sottoposto all’aggiornamento era stato il pickup Amarok), è quello di fare in modo che le misure tecniche non impattino in alcun modo sul consumo di carburante, sulle prestazioni o sulle emissioni acustiche dei veicoli in questione.

La notizia viene comunicata in queste ore dai vertici di Wolfsburg, al termine dell’annuale conferenza stampa nella quale l’amministratore delegato Matthias Mueller, davanti a una platea di giornalisti arrivati nel quartier generale VW da tutta Europa ha analizzato il bilancio 2015 di Volkswagen, che per il colosso tedesco si è concluso con un passivo di oltre 1,5 miliardi di euro, primo anno “in rosso” per Volkswagen dal 1993.

Sono circa 15.000 in tutta Europa, informa Volkswagen, le Golf Tdi BlueMotion dotate del turbodiesel da 2 litri ed equipaggiate con cambio manuale che vengono interessate dal richiamo, che tecnicamente prevede la riprogrammazione del software di gestione motore. Più avanti faranno seguito ulteriori modelli, nello specifico i 1.2 e 1.6 Tdi.

Per assicurare ai clienti una efficace implementazione delle misure tecniche, Volkswagen (che ha stanziato 16,2 miliardi di euro per far fronte alle spese relative ai richiami) ha deciso di suddividere le operazioni di richiamo in diversi gruppi: man mano che le misure correttive vengono verificate e approvate dal KBA (l’Autorità federale per i Trasporti Kraftfahrt-Bundesamt), ovvero l’organismo di certificazione che rilascia le omologazioni per veicoli e componenti veicolo valide in Germania e in Europa, ogni cliente viene informato per iscritto in una comunicazione nella quale gli viene chiesto di fissare un appuntamento con il proprio Centro di assistenza Volkswagen.

La comunicazione, specifica una nota diramata da Wolfsburg, sarà spedita a breve a tutti i possessori di una Volkswagen Golf 2.0 TDI BlueMotion interessata dalla campagna di richiamo. Per tutti gli interventi, il Costruttore non addebiterà al cliente alcun costo. Inoltre, a completamento del programma rivolto ai possessori delle 15.000 Golf 2.0 Tdi BlueMotion “Saranno offerte appropriate opzioni di mobilità sostitutiva a titolo gratuito”.

Proprio la vicenda “Dieselgate” è stata sottolineata dal CEO Matthias Muelles, che nell’incontro di ieri con la stampa internazionale, oltre ad avere dichiarato di essersi “Scusato di persona con il presidente Usa Barack Obama”, nei mesi scorsi, durante un colloquio avvenuto a Washington, ha assicurato che Volkswagen “Farà tutto il possibile per trovare delle soluzioni” a vantaggio dei proprietari delle vetture coinvolte nello “scandalo”. “Siamo sinceramente dispiaciuti per quanto successo – ammette Mueller -, una vicenda che ha superato qualsiasi confine dell’etica. Volkswagen opererà in ogni modo per recuperare la fiducia”.

Volkswagen Golf TDI Bluemotion

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