Assolto a Milano per il caso della targa manomessa con lo scotch
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/06/targa-modificata.jpg)
Una vicenda giudiziaria dal risvolto inaspettato si è conclusa con l’assoluzione Milano di un uomo di 64 anni, residente a Novate Milanese, accusato di falso materiale. Il caso, esaminato dal Tribunale di Milano, ha avuto origine nel febbraio 2023 durante un controllo stradale di routine. Gli agenti notarono che la targa della Fiat Panda guidata dall’imputato era stata alterata: una lettera “D” era stata trasformata in “B” utilizzando del nastro adesivo nero. Nonostante l’accusa, rappresentata dalla PM Alessia Menegazzo, avesse richiesto una sanzione pecuniaria, il giudice Paolo Guidi ha accolto la tesi difensiva secondo cui l’uomo sarebbe stato vittima di uno scherzo orchestrato da terzi.
Falso materiale
Il punto centrale della sentenza del 3 giugno risiede nella difficoltà di dimostrare l’intenzionalità dell’alterazione, un elemento essenziale per una condanna in casi di falso materiale. Il giudice ha sottolineato come, in assenza di prove certe sulla volontarietà dell’azione, sia necessario optare per un’assoluzione. A complicare ulteriormente il quadro, il fatto che il veicolo fosse intestato all’ex moglie dell’imputato, rafforzando l’ipotesi che l’uomo fosse all’oscuro della manomissione.
Questa vicenda non solo mette in luce i limiti del sistema giudiziario nel gestire situazioni simili, ma solleva anche importanti interrogativi sulla sicurezza targhe. La facilità con cui una targa automobilistica può essere alterata evidenzia una vulnerabilità significativa nei sistemi di identificazione dei veicoli. Questo problema assume una particolare rilevanza in un’epoca in cui i controlli automatizzati, come quelli per il pagamento dei pedaggi o per il rilevamento delle infrazioni, sono sempre più diffusi.
Un elemento singolare
Un elemento singolare del caso è che l’imputato lavorasse come dipendente dei Punti Blu, strutture responsabili della gestione di servizi come Telepass e Viacard. Sebbene questo dettaglio potesse inizialmente generare sospetti, non è stato considerato sufficiente per provare la sua colpevolezza. Il verdetto del Tribunale di Milano rappresenta un precedente significativo per situazioni analoghe, sottolineando l’importanza di bilanciare il rigore delle norme con un’analisi accurata delle circostanze specifiche.
La sentenza ribadisce un principio fondamentale: in assenza di prove inequivocabili, è doveroso esplorare tutte le spiegazioni alternative, evitando di penalizzare chi potrebbe essere vittima di circostanze sfortunate o, come in questo caso, di uno “scherzo di cattivo gusto”. Il caso invita inoltre a riflettere sulla necessità di migliorare i sistemi di sicurezza legati alle targhe automobilistiche, per prevenire episodi simili in futuro.
Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto:
Ti potrebbe interessare
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/06/wp_drafter_3645709.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/06/31630-68372f9375fe5-2-kI8B-656x380@Corriere-Web-Sezioni.jpeg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/06/volvo-cintura-sicurezza-smart-scaled.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/06/Musk-passo-indietro-governo-Trump-scaled.jpg)