De Tomaso: la rivedremo al Goodwood Festival of Speed?

Francesco Giorgi
16 Maggio 2019
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Sotto una nuova proprietà (la holding asiatica Ideal Team Ventures, “quelli” del rilancio Apollo) alla rassegna di inizio luglio tornerà lo storico marchio fondato nel 1959 da Alejandro De Tomaso.

De Tomaso è pronta a tornare nel “club” delle supercar: forse ci siamo. La certezza non viene al momento assicurata; tuttavia è, in queste ore, nell’aria una notizia che farà piacere agli appassionati delle GT modenesi (e di supercar “tout court”) dall’allure esotica, che trainate dall’immagine marcatamente aggressiva della storica Pantera fecero furore fra gli anni ’70 e ’80, quando l’Azienda era sotto la guida del vulcanico Alejandro De Tomaso: all’edizione 2019 del Goodwood Festival of Speed, in programma da giovedì 4 a domenica 7 luglio, una “new De Tomaso” si annuncia per fare bella mostra di sé, attraverso una concept battezzata “Project P”.

L’anticipazione, immediatamente “catturata” dalle fonti Web, rivela che la factory asiatica Ideal Team Ventures (per intenderci: la holding che a maggio 2015 si aggiudicò all’asta pubblica, per un valore di 1,05 milioni di euro, il marchio De Tomaso ed i relativi dipendenti: 800 a Grugliasco, un centinaio a Livorno), di recente assurta alle cronache automotive per avere sostenuto la rinascita della factory artigianale tedesca Apollo e avere dato vita allo sviluppo della hypercar Apollo IE (“Intensa Emozione”), avrebbe in cantiere un programma di rinascita del marchio modenese fondato giusto sessant’anni fa dall’ex pilota ed imprenditore Alejandro De Tomaso, che dall’Argentina (un percorso seguito, alcuni decenni più tardi, dal connazionale Horacio Pagani) si era stabilito a metà degli anni 50 in Italia, e precisamente a Modena, con l’intento di dar vita ad una azienda specializzata nella costruzione di vetture da corsa e GT ad elevate prestazioni.

“Nuova” De Tomaso: sarà erede della storica Pantera?

La imminente “De Tomaso Project P” sulla quale viene proiettata la curiosità dell’ambiente automobilistico sarà, dunque, svelata in occasione della rassegna che si tiene ogni inizio luglio nel complesso del celebre autodromo di Goodwood situato all’interno delle tenute del Duca di Richmond. Al momento, l’unica informazione “captata” online ritrae un render di anteprima, sotto le cui “forme” sembra poter identificarsi una coupé a motore centrale dalle linee molto simili a quelle della bestseller De Tomaso Pantera, modello progettato dallo staff tecnico guidato da Gian Paolo Dallara che rimase in produzione per un ventennio – fra l’inizio degli anni 70 ed i primi anni 90 – e che contribuì in massima parte ad amplificare l’identità De Tomaso su scala mondiale, anche per via di una collaborazione con Ford (la quale, peraltro, si disimpegnò dal programma verso la metà degli anni 70), che portò all’adozione delle unità motrici “Cleveland 351” V8 e, per il primo periodo di vendita, ne curò la distribuzione in nord America attraverso la rete di concessionarie Ford.

La lunga parabola discendente del marchio modenese

Assisteremo, dunque, ad un ritorno di De Tomaso sulla scena? C’è da augurarselo: per la factory ideata e guidata, con “pugno di ferro”, da Alejandro De Tomaso, la parabola discendente, dopo la malattia che nel 1993 colpì lo stesso imprenditore e la sua scomparsa avvenuta nel 2003, è stata lenta ma costante; un barlume di speranza si era acceso, fra i dipendenti di Grugliasco e Livorno, nel 2009, quando cioè l’imprenditore torinese Gian Mario Rossignolo, ex dirigente nel Gruppo Fiat, avviò un progetto di rilancio del marchio modenese, subito concretizzato in base ad un agreement siglato nell’autunno dello stesso anno con Pininfarina che permise a Rossignolo l’acquisizione delle intere attrezzature ex Pininfarina di Grugliasco. Al Salone di Ginevra 2011, venne per l’appunto esposta la concept De Tomaso Deauville (medesimo nome della berlina ammiraglia prodotta fra il 1971 ed il 1988), preludio ad un programma industriale che sarebbe dovuto ampliarsi con nuovi modelli ed un regime di produzione annuo di 8.000 unità, fra le linee di assemblaggio dell’hinterland di Torino e lo stabilimento ex Delphi di Livorno (lavorazioni meccaniche ed assemblaggio sottogruppi). Al di là del prototipo Deauville del 2011, però, nulla si concretizzò: fra l’estate 2012 e l’autunno dello stesso anno, Gian Mario Rossignolo ed il figlio Gian Luca depositarono in tribunale istanza di fallimento e vennero poi tratti in arresto per avere percepito fondi pubblici da destinare a corsi di formazione dei dipendenti, mai di fatto istituiti. La querelle proseguì, all’inizio del 2015, con la messa all’asta pubblica del marchio De Tomaso e del progetto Deauville: in una prima istanza, ad aggiudicarsi ciò che restava dell’azienda fu la cinese L3 Holding, successivamente dichiarata decaduta per non avere provveduto a versare l’importo di aggiudicazione (2,5 milioni di euro). Vi fu, quindi, una seconda asta, che vide vincitrice proprio la holding Ideal Team Ventures Limited, società cinese con sede operativa ad Hong Kong e sede legale nelle Isole Vergini: 1,05 milioni di euro fu l’importo sborsato per accaparrarsi un importante pezzo di storia automobilistica italiana.

Adesso, un nuovo capitolo sembra aprirsi per De Tomaso: sarà la volta buona? Non resta che attendere un mese e mezzo e scoprire nuovi dettagli in merito all’operazione.

De Tomaso Deauville: spiato un prototipo

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