Dalla prima definizione del progetto all’esposizione al Salone di Parigi, ecco come in 5 mesi è nata la Audi e-tron Spyder
Dalla prima definizione del progetto all’esposizione al Salone di Parigi, ecco come in 5 mesi è nata la Audi e-tron Spyder
Cinque mesi di lavoro che hanno visto inizialmente all’opera 17 designer Audi, ognuno chiamato a interpretare e a dar corpo a un’idea senza costrizioni e vincoli tecnici (il sogno di ogni designer automobilistico a ben vedere) che ha dato vita all’Audi e-tron Spyder, la concept car che la casa dei quattro anelli ha esposto con orgoglio presso il proprio stand al recente Salone di Parigi.
Nata alla periferia di Ingoldstad, la e-tron Spyder ha preso il via da un concorso interno ad Audi a cui hanno partecipato 17 progettisti suddivisi in quattro team, che hanno avuto due settimane di tempo per preparare un progetto di massima, un’idea su cui poi sviluppare il proprio concetto di auto.
Dai progetti iniziali, passati successivamente a due per poi selezionare quello vincente, il passo successivo è stato quello di ricavare i modelli tridimensionali realizzati al computer e proiettati sugli schermi del centro stile Audi, dando così finalmente un “volto”, seppur ancora virtualmente, alla e-tron Spyder. Il passaggio successivo ha visto i tecnici realizzare una silhouette in scala 1:1 dei diversi progetti da piazzare all’aperto, in modo da consentire la valutazione dell’impatto emotivo di ogni realizzazione direttamente sotto la luce del sole.
Nonostante nella creazione di una show car ci siano molti meno vincoli che per un modello di serie, rimangono alcuni punti che i designer devono realizzare di comune accordo con gli ingegneri, ai quali spetta il compito di decidere il design strutturale del modello stabilendo 10 punti “caldi” su cui i designer non possono intervenire, lasciando a questi la massima libertà per il resto della progettazione.
“Il design ha fatto da traino – afferma il responsabile Audi per la costruzione dei prototipi Uwe Haller – e ci è stato chiaro fin da subito che cerchi del genere non avrebbero mai potuto essere realizzati in un sol pezzo. Ma la forma era così bella che abbiamo deciso di fare tutto il necessario per realizzarli e il risultato è perfetto per la Audi e-tron Spyder: contorni affilati e linee precise, combinando carbonio e alluminio“.
A quel punto si è passati alla realizzazione del modello di plastilina che, verniciato e ricco di tutti i più minuziosi dettagli, ha assunto in tutto e per tutto l’aspetto di una vera automobile. Si è quindi arrivati alla fase decisiva della realizzazione di qualsiasi modello: il cosiddetto congelamento del design, ovvero il passaggio in cui il management della Casa dà il proprio benestare al progetto confermando il via libera alla realizzazione del modello, la cui linea a quel punto non cambierà più.[!BANNER]
La e-tron Spyder è stata quindi costruita in fibra di carbonio con i tecnici al lavoro in maniera artigianale sulle varie parti, stando ben attenti a non tollerare il minimo errore sia perché il modello è un esemplare unico, sia perché i tempi così brevi rispetto alla data del debutto parigino hanno richiesto la massima precisione ed efficienza da parte di tutti. Il risultato è stato un modello davvero unico, ammirato al Salone di Parigi e in grado da solo di rappresentare la filosofia di un marchio. Peccato solo non poterlo mai vedere su strada, ma in fondo, forse, è giusto così.