E’ il risultato della tesi di un giovane designer: Davide Panarella. Se prodotta in serie potrebbe fare gola a molti
E’ il risultato della tesi di un giovane designer: Davide Panarella. Se prodotta in serie potrebbe fare gola a molti
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I giovani designer riscoprono lo stile e la tradizione, e abbinano questi due valori in concept car di sicuro interesse. E’ sorprendente, in questo campo, come l’abilità nella progettazione di nuovi veicoli tenga conto di alcune peculiarità che hanno reso famosi nella storia certi modelli.
E’ il caso dell’Audi QxP, progetto per una concept car realizzato da Davide Panarella, transportation designer e tra i finalisti del Master in Car and Mobility Design tenutosi lo scorso dicembre alla Domus Academy, in collaborazione proprio con la Casa dei Quattro Anelli.
Le altre vetture proposte al master sono: un progetto del canadese Franco Angelone, che rielabora una A3 conferendole forme più tondeggianti e conserva lo stile Audi, e l’auto del russo Igor Yastrebov, dalle linee fluide e dall’andamento a coupé della fiancata.
L’Audi QxP, presentata come tesi al master secondo le linee guida della stessa Audi, richiama nel nome le caratteristiche della concept car: “Q” per la categoria della vettura (all’Audi definiscono Q i SUV), “x” per le incognite del terreno, “P” a rappresentare la purezza delle forme.
Nel progetto proposto da Panarella la particolarità che per prima salta all’occhio è una estrema pulizia delle forme esterne: un guscio possente e armonico. Massiccia, grazie alla linea di cintura molto alta (sottolineata da una scalfatura che parte dalla sottile fanaleria anteriore, raccorda il grande e accattivante scudo alla base del cofano motore, attraversa tutto il fianco e si raccorda in maniera quasi naturale con la fanaleria posteriore), l’Audi QxP presenta dei marcati passaruota, raccordati anch’essi da un allargamento della parte bassa delle portiere (forse per non snellire troppo la parte bassa della vettura?).
Sotto i larghi parafanghi posteriori si trova una delle soluzioni più interessanti di tutto il progetto: le ruote gemellate al retrotreno, una soluzione inedita per un SUV, e anche per un’auto in generale.
Un omaggio alla tradizione Audi, che richiama alcune versioni della “prima Quattro Anelli”, la gloriosa e vittoriosa monoposto a motore posteriore centrale Auto Union, una delle fabbriche che successivamente concorreranno a formare l’odierna Audi e che nella seconda metà degli anni Trenta venne realizzata, specie per affrontare le cronoscalate, anche con le ruote motrici gemellate.
Il sistema ideato da Panarella, a detta del giovane designer, può offrire diversi vantaggi: migliore aderenza, possibilità di utilizzare una delle ruote “in sovrappiù” come emergenza per l’avantreno, e la possibilità di utilizzo di diverse scolpiture del battistrada (artigliato il pneumatico esterno e normale in quello interno, per una migliore trazione sui terreni a scarsa aderenza).
Un SUV dalle soluzioni inedite e che, se prodotto in una serie anche piccola, potrebbe fare gola a molti appassionati.