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Clamoroso al Fuji: Alpine A424 scrive la storia del World Endurance Championship

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 29 set 2025
Clamoroso al Fuji: Alpine A424 scrive la storia del World Endurance Championship
L'Alpine A424 n.35 conquista la 6 Ore del Fuji, prima vittoria Hypercar nel centenario WEC. Ferrari soffre ma mantiene la leadership costruttori in vista del Bahrain.

La storia del motorsport regala di tanto in tanto pagine che resteranno impresse nella memoria degli appassionati, e quanto accaduto alla Alpine A424 nella leggendaria 6 Ore del Fuji rappresenta uno di quei momenti destinati a fare scuola nel FIA World Endurance Championship. In un fine settimana giapponese che ha saputo mischiare carte e strategie come solo le grandi gare sanno fare, la casa francese ha finalmente centrato la sua prima, storica vittoria nella categoria regina Hypercar, ribaltando ogni pronostico e conquistando il gradino più alto del podio grazie a una prestazione corale di squadra e a scelte tattiche che si sono rivelate vincenti nei momenti cruciali.

Non era certo una passeggiata quella che attendeva l’equipaggio composto da Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg. L’aria frizzante del Fuji, le nuvole minacciose e una concorrenza agguerrita facevano presagire una gara tutt’altro che lineare. Eppure, fin dalle prime battute, la Alpine A424 ha saputo destreggiarsi tra insidie e colpi di scena, dimostrando una maturità tattica e una freddezza da veterani, qualità indispensabili in una competizione dove nulla può essere lasciato al caso.

Il vero spartiacque della corsa è arrivato nelle fasi centrali, quando la regia delle strategie ai box è diventata l’elemento determinante. Mentre molti team, tra cui alcuni dei principali rivali, hanno scelto di effettuare il cambio completo degli pneumatici durante una delle tante interruzioni causate dalla safety car, il team Alpine ha optato per una scelta più conservativa ma audace: sostituire soltanto due gomme. Una decisione che, in pochi istanti, ha permesso alla vettura numero 35 di guadagnare terreno prezioso, scalando posizioni in classifica e ponendo le basi per quello che sarebbe stato un trionfo memorabile.

In una gara che ha visto alternarsi pioggia, safety car e colpi di scena, la lucidità di Charles Milesi nel gestire la pressione e nel capitalizzare ogni occasione si è rivelata fondamentale. Ma sarebbe ingeneroso non sottolineare anche il contributo di Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg, veri e propri pilastri di una squadra che ha saputo restare compatta e concentrata dall’inizio alla fine. La loro sinergia, affinata gara dopo gara, ha permesso di tenere testa a colossi come la Peugeot 93 di Di Resta-Vergne-Jensen, giunta seconda dopo una prestazione solida, e alla Porsche 6 di Estre-Vanthoor, che ha completato il podio.

Ma non è stata una giornata da ricordare per tutti. Le Ferrari 499P, protagoniste attese e sempre al centro dei riflettori, hanno dovuto fare i conti con una serie di sfortunati eventi: penalità, problemi tecnici e strategie che non hanno pagato hanno relegato la migliore delle vetture di Maranello, la numero 83 di AF Corse, alla decima posizione. Un risultato che lascia l’amaro in bocca ma che, grazie al vantaggio accumulato nelle precedenti gare, consente comunque alla casa del Cavallino di mantenere la leadership sia nella classifica costruttori che in quella piloti, con l’equipaggio della vettura 51 ancora saldamente in testa.

La 6 Ore del Fuji si conferma così una gara imprevedibile, capace di rimescolare le carte e di regalare emozioni fino all’ultimo giro. Il successo della Alpine A424 non è soltanto il frutto di una strategia brillante, ma anche il segnale che la lotta per il titolo è più aperta che mai. Con questa vittoria, Alpine si inserisce di diritto tra le pretendenti più accreditate per il campionato, lanciando un messaggio chiaro ai rivali: la casa francese è pronta a giocarsi tutto fino all’ultimo metro.

Guardando alla classifica, la presenza costante della Peugeot 93 tra le prime posizioni testimonia la crescita di un progetto che, gara dopo gara, si sta consolidando come uno dei più temibili della griglia. La battaglia tra costruttori e piloti si fa serrata, e ogni punto conquistato in queste fasi finali della stagione potrebbe risultare decisivo per le sorti del campionato.

Ora tutti gli occhi sono puntati sull’ultimo appuntamento stagionale in Bahrain, in programma per l’8 novembre. Sarà quella la gara che deciderà non solo le sorti del titolo piloti e costruttori, ma anche chi saprà interpretare al meglio le insidie di una delle piste più tecniche e selettive del calendario. Una cosa è certa: dopo il trionfo di Fuji, la Alpine A424 ha dimostrato di essere molto più di una semplice outsider. Il FIA World Endurance Championship si prepara a vivere un finale di stagione tutto da seguire, con la certezza che nulla è ancora scritto e che ogni giro di pista può cambiare la storia.

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