Addio alla Ford Focus: fine produzione a Saarlouis dopo 27 anni
La notizia è di quelle che segnano un’epoca e fanno riflettere su quanto il tempo corra veloce nel mondo dell’auto: la Ford Focus saluta la scena dopo 27 anni di onorata carriera. Un addio che non è solo un cambio di modello, ma il simbolo di una svolta epocale per l’intera industria automobilistica europea. Basti pensare che oltre 12 milioni di esemplari sono stati venduti dal 1998, e nello stabilimento di Saarlouis in Germania, dove tutto è iniziato, sono usciti dalle linee ben 15,6 milioni di veicoli dal lontano 1970. Ma oggi, con l’ultima unità assemblata il 14 novembre 2025, si chiude un capitolo che va ben oltre i numeri.
Il sipario che cala sulla Focus è la conseguenza diretta di una strategia industriale che mette al centro la produzione di modelli a più alto valore aggiunto. Lo ha detto senza troppi giri di parole il CEO Jim Farley: non c’è più spazio per le berline compatte tradizionali in un mercato che premia chi sa adattarsi e rincorrere la redditività. Le compatte, un tempo regine incontrastate delle strade europee, oggi faticano a reggere il passo di SUV ed elettriche, sempre più richiesti da un pubblico che sembra aver cambiato pelle. O forse, come suggeriscono alcuni analisti, sono proprio le case automobilistiche a guidare la trasformazione, riducendo l’offerta e, di fatto, orientando le scelte dei clienti.
Il caso dello stabilimento di Saarlouis è emblematico: 2.700 dipendenti si trovano di fronte a un futuro incerto. Circa 1.000 lavoratori potranno proseguire l’attività fino al 2032, impegnati nella produzione di componenti, mentre per gli altri si profilano scenari di trasferimenti, incentivi alla mobilità o pensionamenti anticipati. Un duro colpo per una comunità che per decenni ha vissuto in simbiosi con la fabbrica. Eppure, proprio qui si intravede una luce in fondo al tunnel: l’arrivo di Vetter Pharma, colosso della farmaceutica, che promette di generare circa 2.000 nuovi posti di lavoro e di avviare una vera e propria riconversione industriale del territorio. Un segnale di speranza che dimostra come la crisi possa trasformarsi in opportunità, se accompagnata da una visione di lungo periodo e da investimenti mirati.
Non si tratta di un episodio isolato: la lista delle “vittime illustri” si allunga, con modelli come Ka, Mondeo e Fiesta che hanno già abbandonato il mercato europeo negli ultimi anni. Un processo che pone una domanda scomoda: è davvero il consumatore a chiedere meno berline, o sono le strategie dei costruttori a restringere il campo delle opzioni? Gli osservatori si dividono: da una parte chi vede nella corsa ai SUV e alle elettriche una risposta a esigenze reali di spazio, versatilità e attenzione all’ambiente; dall’altra chi sospetta che la domanda sia sempre più il risultato di una offerta a senso unico, dove le alternative si riducono e il cliente si adegua.
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