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Accise carburanti: nuova stangata in arrivo per gli automobilisti?

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 20 ott 2025
Accise carburanti: nuova stangata in arrivo per gli automobilisti?
Il riordino delle accise su diesel e benzina rischia di penalizzare gli automobilisti. L’Unc chiede sanzioni e aliquote più basse per evitare nuove stangate.

Nel panorama sempre più complesso della fiscalità italiana, il tema delle accise carburanti torna prepotentemente al centro del dibattito, scatenando reazioni accese tra gli automobilisti e, soprattutto, tra le associazioni di tutela dei consumatori. L’annuncio di un possibile riordino delle imposte da parte del governo ha acceso i riflettori su una questione che rischia di trasformarsi nell’ennesima “stangata” per chi si mette al volante ogni giorno. Non si tratta di semplici voci di corridoio: l’allarme arriva direttamente dalla Unione Nazionale Consumatori, per bocca del suo presidente Massimiliano Dona, che non usa mezzi termini per descrivere lo scenario che potrebbe delinearsi all’orizzonte.

L’idea di uniformare la tassazione tra diesel e benzina, secondo le intenzioni dichiarate dall’esecutivo, dovrebbe portare chiarezza e semplificazione in un sistema che, negli anni, si è fatto via via più farraginoso. Ma la realtà, come spesso accade quando si parla di tasse, rischia di essere ben diversa dalla teoria. “Se la rimodulazione dovesse avvenire al rialzo – tuona Dona – sarebbe un colpo durissimo per le tasche degli italiani”. Il timore è che, dietro la facciata di una riforma necessaria, si nasconda l’ennesima operazione per “far cassa”, una mossa che potrebbe pesare in modo insostenibile sui bilanci di famiglie e imprese già messi a dura prova dai recenti rincari energetici.

Basta dare uno sguardo agli episodi passati per capire quanto sia concreto il rischio di una beffa. L’ultimo tentativo di riordino delle accise, infatti, si è rivelato tutt’altro che equo: mentre la benzina self service in autostrada ha beneficiato di una riduzione quasi simbolica – appena 0,1 centesimi al litro, che su un pieno di 50 litri significano la miseria di 5 centesimi risparmiati – il diesel ha subito un incremento di ben 1,5 centesimi al litro, traducendosi in un aggravio di 75 centesimi a rifornimento. Una disparità che non è passata inosservata e che ha spinto l’Unione Nazionale Consumatori a rivolgersi direttamente all’Antitrust, purtroppo senza ottenere riscontri concreti.

Accise carburanti, rischio speculazioni

A rendere la situazione ancora più delicata è il rischio di nuove speculazioni ai danni dei consumatori. In un contesto dove i prezzi alla pompa sono già tra i più alti d’Europa, l’ipotesi che lo Stato possa beneficiare di maggiori entrate grazie all’IVA applicata su costi gonfiati fa storcere il naso a molti. Ecco perché l’UNC insiste su un punto fondamentale: la nuova accisa dovrebbe essere fissata a un livello inferiore agli attuali 672,90 euro per mille litri, unica strada per evitare ulteriori aggravi e per ridare fiato a chi ogni giorno si trova costretto a fare i conti con il caro carburanti.

Ma non è tutto. L’associazione guidata da Dona chiede anche l’introduzione di sanzioni severe per chi non applica correttamente le tariffe o si rende protagonista di manovre speculative. Un appello che assume un significato ancora più forte in un paese dove il costo della mobilità incide in modo determinante sulla qualità della vita e sulla competitività delle imprese. Non è un caso che, mentre si attendono i dettagli definitivi del piano governativo, il clima tra le associazioni di categoria sia tutt’altro che sereno. “Serve trasparenza, servono controlli più rigorosi e una gestione davvero equa della tassazione sui carburanti”, ribadiscono a gran voce.

La partita, insomma, è tutt’altro che chiusa. Mentre il governo si prepara a scoprire le carte, le famiglie e le aziende italiane restano col fiato sospeso, consapevoli che dalle scelte dei prossimi mesi potrebbe dipendere una fetta importante del loro futuro economico. In gioco non c’è solo il prezzo di un pieno, ma la credibilità di un sistema fiscale che, troppo spesso, sembra dimenticare le esigenze di chi ogni giorno si mette in viaggio sulle strade del nostro paese.

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