Nissan Juke contro tutte: da Dacia a Skoda

Andrea Tomelleri
15 Luglio 2010
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Nissan Juke contro tutte: da Dacia a Skoda

La Nissan Juke se la deve vedere con una concorrenza agguerrita nel segmento dei SUV low cost Dacia Duster, DR5 e Skoda Yeti

La Nissan Juke se la deve vedere con una concorrenza agguerrita nel segmento dei SUV low cost Dacia Duster, DR5 e Skoda Yeti

Sul mercato da poco più di un mese, la Nissan Juke rappresenta l’ultima arrivata in un segmento, quello dei SUV low cost, che fino a un paio d’anni fa era considerato un mercato di nicchia mentre ora sta diventando sempre più generalista, oltre che affollato. Al contrario dei più blasonati fuoristrada premium, qui l’immagine e il prestigio contano poco e sono invece importanti altri aspetti, ben più concreti, come la robustezza, la manutenzione ridotta, i consumi accettabili e il prezzo d’acquisto accessibile, senza rinunciare ad un design comunque piacevole.

In questo confronto la nuova Juke se la vedrà con Dacia Duster, indiscussa regina della categoria, ma anche con l’italo-cinese DR5 e con la più costosa ma pur sempre economica Skoda Yeti. Si tratta di vetture nuove o comunque recenti, disponibili sia con la trazione integrale che anteriore e con un listino che resta mediamente al di sotto dei 20.000 euro (ad eccezione della Skoda che è comunque un marchio economico e il cui prezzo comprende dotazioni più complete).

Nissan Juke: a me gli occhi

La nuova Nissan Juke si distingue immediatamente dalle concorrenti per il suo design personale e anticonformista che poteva inizialmente sembrare una scelta azzardata ma che si è rivelato invece una scommessa vinta, almeno a giudicare dal successo ottenuto nelle prime settimane di prevendita. La Juke non si è ancora vista su strade, dato che verrà consegnata a partire da ottobre, ma ha tutte le carte in regola per diventare una delle protagoniste della categoria, insieme alla “parente” Dacia Duster (anch’essa parte del Gruppo Renault-Nissan).[!BANNER]

L’asso nella manica della Juke è probabilmente il fatto di essere una Nissan: un costruttore che vanta una grande esperienza nel fuoristrada e soprattutto che non è un marchio low cost. In altre parole, a parità di prezzo e dotazione il modello viene nobilitato dal marchio che mostra sul cofano.

Sotto il cofano trovano posto tre motorizzazioni Euro 5: un diesel 1.5 dCi da 110 CV, un benzina 1.6 aspirato da 117 CV e un 1.6 turbo a iniezione diretta DIG-T da 190 CV e 240 Nm di coppia. Questa motorizzazione, abbinata unicamente alla trazione 4×4, fa della Juke uno dei modelli più potenti della categoria. Tra i maggiori difetti della SUV giapponese ci sono un’abitabilità non da primato e un bagagliaio dalla capienza piuttosto ridotta (251 litri), ben inferiori ai 475 litri della Dacia Duster, ai 480 litri della DR5 e ai 416 litri della Skoda Jeti.

I prezzi partono da 16.490 euro per il 1.6 da 117 CV nell’allestimento Visia, da 21.540 euro per il 1.6 DIG-T e da 17.990 euro per il 1.5 dCi Visia. La versione top di gamma 1.6 DIG-T MCVT Tekna con la trazione integrale costa invece 27.290 euro.

Dacia Duster: per adesso il trono è suo

La Dacia Duster fin dalla presentazione in anteprima lo scorso marzo al Salone di Ginevra, ha catturato le attenzioni del pubblico per il suo prezzo stracciato e per le caratteristiche davvero interessanti, adatte sia a chi ricerca un veicolo 4×4 sia a chi rimane in città ma non vuole rinunciare alla guida rialzata.

Se è vero che gli 11.900 euro pubblicizzati si riferiscono ad una versione praticamente priva di qualsiasi concessione al comfort, sconsigliata dagli stessi venditori, il prezzo rimane comunque accessibile anche nelle versioni più accessoriate, che anzi risultano forse le più convenienti a parità di dotazione. Il listino, infatti, non supera i 18.000 euro per la versione diesel (17.900 euro la Duster 1.5 dCi 4×4 Lauréate) e i 16.000 euro per la motorizzazione a benzina (15.900 euro la Duster 1.6 4×4 Lauréate). Le versioni con la sola trazione anteriore costano 2.000 euro in meno.

Per quanto riguarda i propulsori montati sotto il cofano, questi non sono certo i più brillanti del confronto, con potenze di 109 CV per il diesel e 105 CV per il benzina. Davvero pochini rispetto ai 140 CV di una motorizzazione intermedia della Skoda Jeti (2.0 TDI CR) o ai 190 CV della Juke 1.6 DIG-T Tekna. Le finiture, invece, risultano adeguate al prezzo anche se inferiori a quelle della Juke, meglio rifinita. Un possibile svantaggio al momento potrebbe essere la mancanza diuna motorizzazione bi fuel di serie ma è comunque possibile installare un impianto GPL in after market.

Dove la Duster sa distinguersi rispetto alle concorrenti sono le prestazioni in fuoristrada: anche sui fondi discretamente impegnativi sa essere una compagna affidabile soprattutto grazie al raffinato sistema di trazione Nissan con giunto elettromagnetico e tre modalità di funzionamento. Le dimensioni compatte e il peso ridotto ne fanno poi un mezzo utilizzabile anche su percorsi stretti dove fuoristrada più grandi risulterebbero impacciati. Per quanto riguarda il design, la Duster mostra delle linee piacevoli e sicuramente adeguate alle caratteristiche e alle finalità d’uso del veicolo.

DR5: eccessivamente… low cost

La DR5 ha saputo far parlare di sé fin dall’inizio della commercializzazione nel 2007, grazie all’innovativa formula di vendita nei supermercati. L’idea del molisano Massimo di Risio è quella di vendere una vettura italiana con equipaggiamenti da categoria superiore mantenendo un prezzo realmente basso grazie a componenti di origine cinese. La DR5 sconta però il fatto che DR sia un marchio ancora giovane, che ha esordito proprio con questo modello, e quindi con una rete commerciale ancora ridotta e possibili carenze nell’assistenza.

La formula, comunque, ha dimostrato di funzionare soprattutto grazie all’offerta di motorizzazioni bi fuel, sia GPL sia metano, e alla dotazione molto completa in rapporto al prezzo. In più, da qualche settimana è disponibile il nuovo allestimento Free abbinato alle versioni 1.6 da 110 CV e 2.0 4WD da 128 CV: il prezzo scende così rispettivamente a 12.330 e 15.330 euro. Le versioni più costose in ogni caso non superano i 20.000 euro, infatti le motorizzazioni 2.0 16v Bi-Fuel Gpl i-Integrale e 1.9 EcoJet Free sono offerte entrambe a 19.830 euro.

La motorizzazioni sono nel complesso adeguate alla vettura con potenze nella media della categoria: si va dai 110 CV del benzina 1.6 (che si riducono a 103 CV con l’alimentazione bi fuel) fino ai 128 CV della versione 2.0 i-Integrale. Mancano insomma motori più potenti, presenti invece sulla Juke, di cui comunque non si sente la mancanza considerate le caratteristiche dell’auto. Rispetto alla Juke, la DR5 ha poi una linea decisamente meno originale e anche un po’ pesante, che tradisce forse l’impostazione “cheap” del modello.

Skoda Yeti: low cost ma non troppo

Infine la Skoda Yeti è il modello più costoso del confronto con un listino che arriva a superare i 30.000 euro. Le motorizzazioni di accesso hanno però una potenza e un prezzo paragonabile a quello delle altre protagoniste di questo confronto: la Yeti 1.2 TSI Active eroga 105 CV e viene offerta a 18.830 euro, non troppo lontano dai 16.490 della Juke1.6 Visia da 117 CV e dai 15.830 euro della DR5 1.6 16v EcoPower da 110 CV.

Il listino sale poi rapidamente con motorizzazioni molto più potenti e soluzioni frutto del carry over dai modelli Volkswagen, come il cambio a doppia frizione DSG a sette rapporti. La fuoristrada ceca è inoltre l’unica del confronto ad avere nella gamma motorizzazioni potenti quasi quanto la versione top della Juke: il benzina 1.8 TSI da 160 CV e il diesel 2.0 TDI CR da 170 CV.

L’impressione è però che la Skoda Yeti sia una low cost a metà: economica sì nell’impostazione ma con una dotazione troppo completa e dei motori troppo costosi per essere veramente competitiva. Insomma, con questo posizionamento di prezzo la Jeti non riesce ad affermarsi né come vettura low cost né come reale alternativa ai SUV più costosi.

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Nissan Juke: video e scheda tecnica

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