Mazda 6 Facelift: le prime sensazioni

Valerio Verdone
14 Maggio 2010
61 Foto
Mazda 6 Facelift: le prime sensazioni

Rivista nel design e nei contenuti, la vettura nipponica rilancia la sfida sul mercato con nuovi motori euro 5. Ecco le nostre sensazioni

Rivista nel design e nei contenuti, la vettura nipponica rilancia la sfida sul mercato con nuovi motori euro 5. Ecco le nostre sensazioni

Dopo circa due anni e mezzo dal lancio, la Mazda 6 è stata sottoposta ad un facelift e rivista in 400 particolari per essere al passo con i tempi. D’altra parte è la vettura più venduta dalla Casa di Hiroshima sui mercati europei, come ha dichiarato il nuovo amministratore delegato per l’Italia Vojciech Halarevicz e rappresenta un modello fondamentale nelle strategie del marchio nipponico. La sua concorrente di riferimento nel mercato italiano è la Toyota Avensis, anche se le sue caratteristiche e i suoi equipaggiamenti potrebbero ingolosire acquirenti provenienti da altri marchi come Alfa Romeo e Volkswagen.

Un leggero lifting di mezza età

Nella presentazione in corso a Barcellona abbiamo stabilito il primo contatto visivo con la Mazda 6 Facelift che impreziosisce nell’estica la versione uscente. A renderla più appetibile sono i nuovi dettagli del frontale e della parte posteriore dell’auto. Le nuove cornici dei fendinebbia, quest’ultimi ora di forma circolare, i nuovi fari anteriori e la griglia del cofano motore con modanatura a forma di ala contribuiscono a rendere ancora più personale lo stile della berlina di Hiroshima. Le cornici cromate dei gruppi ottici posteriori e i cerchi in lega di nuovo disegno completano il quadro. [!BANNER]

Ma non è tutto, da oggi la Mazda 6 può contare su due nuove tinte di carrozzeria esclusive denominate, rispettivamente, graphite mica e black mica, oltre alle due nuove colorazioni Mazda clear water blue metallic e midnight bronze mica. Gli interni riprendono quelli della versione precedente eccezion fatta per le superfici in nero lucido della consolle centrale e per le cromature dei comandi audio e del climatizzatore. Nuovi i rivestimenti dei sedili che presentano una fantasia diversa per la tappezzeria in tessuto e rinnovati interni in pelle.

Sotto il cofano, nuove motorizzazioni

Se i cambiamenti estetici necessitano dell’attenzione di un occhio allenato, quelli motoristici sono molto più consistenti e riguardano l’introduzione di un nuovo 2 litri ad iniezione diretta di benzina, denominato DISI e la scomparsa del motore 2 litri diesel in luogo di un’unica motorizzazione 2.2 con tre range di potenza: 129, 163 e 180 CV. Si tratta di propulsori Euro 5 che promettono una riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti del 5% (diesel) e del 6% (benzina). Rimane in produzione il 1.8 da 120 CV della versione precedente, affiancato anche ad un 2.5 che non arriverà in Italia.

Abbiamo provato la versione a iniezione diretta di benzina che privilegia un’erogazione della coppia lineare e presenta dei rapporti al cambio molto più lunghi per limitare i consumi. Infatti, quest’unità promette di accontentarsi di soli 5,8 litri di benzina per percorrere 100 km nel ciclo extraurbano senza far rimpiangere la motorizzazione precedente che aveva 8 cavalli in meno. Fluida e silenziosa, la Mazda 6 2 litri DISI sale di giri con regolarità senza picchi ed esprime la coppia di 193 Nm oltre i 4000 giri. Il cambio, sempre preciso e piacevole da manovrare, viene utilizzato spesso se si ha la necessità di compiere un sorpasso o di riprendere velocità in maniera più rapida del previsto. Con questa motorizzazione, la Mazda 6 non ha nè vuole avere delle velleità sportive come dimostrano i 10 secondi dichiarati dalla Casa per raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo. Il 2 litri DISI è la risposta Mazda ai propulsori con iniezione diretta di benzina proposti dai competitors europei ed al momento non ne è prevista una variante sovralimentata come ha ammesso il responsabile dello sviluppo motoristico Masashi Kouzuki.

Cinque allestimenti per cinque motorizzazioni

Al momento sono cinque gli allestimenti previsti per il mercato italiano: base, experience, executive, luxury e sport. I primi due, sono abbinati alle motorizzazioni base, 1.8 benzina da 120 CV e 2.2 diesel da 129 CV, mentre l’executive ed il luxury sono proposti con il 2 litri DISI e il 2.2 diesel da 163 CV.

La versione Sport è abbinata alla motorizzazione diesel da 180 CV e prevede solamente la variante wagon. Ogni allestimento presenta una dotazione completa che parte dal controllo elettronico della trazione e della stabilità, dal climatizzatore e da tutti i sistemi di sicurezza passiva per arrivare gradatamente a integrare i fari anteriori adattivi bixeno, il collegamento bluetooth con i lettori musicali portatili, gli interni in pelle e i sedili regolabili elettronicamente (luxury e sport). I prezzi delle varie versioni non sono ancora stati comunicati ma al momento la forbice dei costi parte dai 22.100 euro per il modello base dotato del 1.8 a benzina da 120 CV e arriva ai 32.000 euro del modello sport equipaggiato con il 2.2 diesel da 180 CV. Si tratta di prezzi in linea con quelli del modello precedente che rendono la Mazda 6 ancora più competitiva sul mercato.

Mazda 6 2.2 diesel High Power: l’equilibrio dei 180 CV

Rivista nel motore, la versione più potente della gamma a gasolio convince per l’erogazione e l’elevato comfort di marcia. Nella nuova Mazda 6 Facelift non predominano solamente gli interventi estetici, piuttosto spiccano le numerose migliorie apportate alla meccanica. Abbiamo provato la versione più potente del propulsore a gasolio da 2,2 litri riscontrando effettivi benefici dalle modifiche apportate dai tecnici Mazda.

Questo propulsore, capace di erogare 180 CV e di sviluppare una coppia massima di 400 Nm a 1800 giri, è abbinato alla versione Sport con corpo vettura Wagon e si dimostra molto più progressivo del suo predecessore. Nel percorso guidato attraverso le tortuose strade che circondano il Coll del Bruc, abbiamo avuto modo di apprezzare i progressi ottenuti con una turbina più piccola che ha permesso alla vettura di Hiroshima di migliorare nettamente nella risposta all’acceleratore. Basta raggingere i 1500 giri per sentire il motore che spinge senza incertezze e non è necessario ricorrere al cambio, preciso e ben rapportato al propulsore, per riprendere rapidamente velocità dopo un rallentamento.

In ogni rapporto la Mazda 6 2.2 sale di giri in maniera progressiva rinunciando all’allungo un po’ brusco della versione precedente. Rispetto a quest’ultima però, ha perso quel piccolo vuoto ai bassi regimi ed è diventata molto più gradevole da guidare. Merito anche delle migliorie apportate alle sospensioni come le nuove boccole della barra stabilizzatrice nel comparto anteriore e i nuovi bulloni d’attacco del mozzo delle sospensioni posteriori. Cambiamenti hanno riguardato anche lo sterzo che ora presenta delle nuove molle a disco nei punti d’attacco della barra di supporto dello stesso e un nuovo software del servosterzo elettrico: interventi che hanno prodotto una maggiore stabilità in rettilineo effettivamente riscontrata.

Tirando le somme, possiamo affermare che la Mazda 6 è stata migliorata in alcuni punti fondamentali per l’equilibrio generale della vettura e, in poche parole, è stata perfezionata. In questo modo, se il pubblico italiano riuscirà a superare la barriera psicologica dei 2 litri di cilindrata per i motori a gasolio, potrebbe insidiare concorrenti molto ambiziose come la Opel Insignia.

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