Nuova Mini 2014: primo contatto su strada

Cesare Cappa
28 Febbraio 2014
173 Foto
Nuova Mini 2014: primo contatto su strada

Una nuova generazione che dovrebbe confermare i valori del passato. Più grande, più parsimoniosa e più tecnologica. Ma sempre Mini.

Una nuova generazione che dovrebbe confermare i valori del passato. Più grande, più parsimoniosa e più tecnologica. Ma sempre Mini.

A volte ritornano, ma non è questo il caso. La nuova Mini si prepara all’ennesima stagione di successi. Sicura del suo fascino, certa della tecnologia che porta in dote e, indiscutibilmente di tendenza. Una generazione che segna un inizio rivoluzionario sotto il profilo della tecnica. Il legame con BMW si palesa in ogni suo componente e rivela il nuovo corso ingegneristico della casa di Monaco di Baviera. Più in “fissa” per i social network, ma ancora più attenta ai consumi. Non ha mai bevuto molto e questa edizione di MINI pare sia ancora più sobria. Sta di fatto che in alcuni casi le cubature si siano ridotte, così come il numero dei cilindri. In altri si sono fatte invece più massicce. Ma ciò che non è mutato assolutamente è il cosiddetto Go Kart feeling, caratteristica inevitabile se ti chiami MINI.

Nuova Mini: design conforme al passato

Il salto generazionale passa sotto il segno di un nuovo pianale. Situazione tale per cui, seguendo le moderne logiche della produzione automobilistica, si debba crescere e allo stesso tempo perdere peso. Nuova Mini ha rispettato le regole e così è diventata più grande e leggera. Cambiamenti che, rispetto al modello precedente, hanno visto aumentare la lunghezza di Mini di 98 millimetri, la larghezza di 44 e l’altezza di 7. Anche passo (+28 mm) e carreggiate sono stati “vittima” del cambiamento. I dati di cui sopra, fanno riferimento al modello Mini Cooper. La variante S vanta dimensioni leggermente differenti. In ogni caso, poco più di 3,8 metri di lunghezza sono un dato sufficiente per essere annoverati nella categoria delle vetture compatte.

I canoni stilistici hanno prodotto l’evoluzione necessaria per sancire la nascita di una nuova Mini, ma non hanno segnato l’inizio di alcuna rivoluzione. Pare sia più morbida e armoniosa, con uno sguardo più “dolce” che in passato. Elementi differenti, nuovi, inediti, che ripercorrono la storia recente di Mini e che, quando si tratta di gruppi ottici, si lasciano trascinare dalla corrente “dominante” della tecnica a led. Una soluzione disponibile come optional, che contorna i fari anteriori e definisce lo stile di quelli posteriori. La scenografia d’effetto è assicurata, tanto quanto l’esborso per essere i più di tendenza.

Gli interni: qualità tedesca

Primo lo spazio. Si è tanto parlato di dimensioni maggiorate, il cui fine principale dovrebbe essere asservire chi siede a bordo. Ma nella realtà dei fatti, le decine di millimetri snocciolate in precedenza, non hanno mutato la nuova Mini in un open space compatto. Sia davanti sia dietro, la percezione è simile al passato, e pensare di viaggiare in quattro pare ancora un’utopia. La Mini è “cool” e preferisce le coppie ai quartetti. Decisamente meglio la sezione bagagliaio, il cui volume è salito a quota 211 litri. Nessun miracolo, ma decisamente meglio di prima. La vera differenza rispetto alla generazione precedente, la fanno i materiali. La qualità di plastiche e finiture è nettamente migliorata, più in linea con il blasone del brand da cui dipende Mini. E il design? Il guidatore torna al centro dell’attenzione. Tachimetro e contagiri sono difronte a chi occupa il posto di comando e solidali al piantone dello sterzo, così da “seguirlo” durante le regolazioni. Il tema circolare è dominante e al centro della plancia fa capolino uno schermo da 8,8 pollici (disponibile sulle versioni più ricche). Da qui si entra nell’infotaiment Mini, riedizione di quello BMW. Le possibilità offerte dipendono esclusivamente da quelle del portafogli di chi compra. A regolare la questione multimedia, ci pensa una rotella (dotata “eventualmente” di touch pad).

Nuova Mini: meccanica inedita

Tutto merito degli ingegneri, che hanno pensato di realizzare una Mini sportiva adoperando dei piccoli motori tre cilindri. Non è sempre così, perché in casa Cooper S si torna all’architettura quattro cilindri. Si tratta comunque di unità inedite, che danno ufficialmente inizio al nuovo corso del Gruppo BMW, a cui a breve seguirà l’Active Tourer. Alla base di ciascun propulsore è la sovralimentazione a fare la differenza. Componenti sia della famiglia alimentata a benzina sia di quella a gasolio, sono gli stessi. Nei motori “mangia ottani” oltre alla ovvia presenza del turbo e all’iniezione diretta di carburante, troviamo il comando variabile degli alberi a camme lato aspirazione e scarico (Doppio VANOS). I motori diesel infine, sono dotati di un sistema di alimentazione con geometria variabile della turbina e d’iniezione diretta Common-Rail. Tutti i propulsori della nuova Mini rispondono alla normativa antinquinamento Euro 6. Il due litri della Cooper S eroga 192 CV di potenza massima. Segue il tre cilindri (1.499 cc) della Mini Cooper da 136 CV e quello da 102 (1.233 cc) della Mini One. In quest’ultimo caso si tratta di un modello che arriverà successivamente al lancio di Mini. La nuova Mini Cooper D si presenta con 116 CV e naturalmente tre cilindri, erogati dal suo piccolo “millecinque”. Stessa cubatura, ma meno cavalli (98), per la più parsimoniosa Mini One D. Novità assolute anche quelle offerte dal comparto dei cambi. Entrambi sei marce, sia il manuale sia l’automatico.

Nuova Mini: il test drive

Stabilito che il Go Kart feeling abbia ancora ben salde le sue radici su nuova Mini, cosa cambia? A livello di dinamica di guida le soluzioni adottate sono le stesse del passato, ossia MacPherson all’anteriore e multilink al posteriore. Certo, a cambiare è stata tutta la componentistica che definisce il comparto sospensioni. Tra i pacchetti di optional anche un assetto a controllo elettronico, la cui risposta può essere modificata direttamente dal conducente. Lo sterzo, sempre di tipo elettromeccanico, perde nel passaggio al nuovo modello un po’ di sensibilità. Sempre preciso e chirurgico, ma più leggero (anche nella modalità Sport quando disponibile) e poco meno diretto. Una scelta, perché di questo si tratta, che lo rende forse più apprezzabile dal pubblico femminile, meno interessato a fissare traiettorie da chirurgo. Anche perché il nuovo telaio è efficace come te lo aspetti, sensibile al rilascio dell’acceleratore, con una coda pronta “mordere” più dell’avantreno se mai ce ne fosse bisogno. Quindi il divertimento di Mini si conferma anche in questa nuova edizione. E il comfort? Non è mai stato il suo piatto forte e nemmeno questa versione si addice a chi ha problemi di schiena.

Nuova Mini: i prezzi

Si parte da quota 18.300 euro della Mini One, mentre lo step successivo è fissato dai 19.900 euro della Mini One D. Due versioni che però faranno il loro debutto solo successivamene. Quindi, al momento del lancio (15-16 marzo), si dovranno fare i conti con la Cooper da 20.700 euro, la Cooper D da 21.950 euro e la Cooper S da 24.950 euro. La lista degli accessori punta tutto sulla personalizzazione e, come di consueto, tende all’empireo.

Nuova Mini 2014: la prova su strada

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