Jaguar XF 2.2 D 163 CV Sportbrake: long term test

Yves D'Alessandro
05 Aprile 2015
148 Foto
Jaguar XF 2.2 D 163 CV Sportbrake: long term test

Elegante, esclusiva, sportiva, la XF in questa versione wagon è risparmiosa come la berlina ma allo stesso tempo capiente e pratica come non mai.

Elegante, esclusiva, sportiva, la XF in questa versione wagon è risparmiosa come la berlina ma allo stesso tempo capiente e pratica come non mai.

Disponibile sul mercato dal 2012, subito dopo il restyling che ha ringiovanito la berlina da cui deriva, con una linea inconfondibilmente ispirata alla tensione di un arco pronto a scoccare le sue frecce di dinamismo puro, la Jaguar XF Sportbrake non tradisce le aspettative della clientela più esigente, quella che anche in una familiare cerca l’originalità, lo stile e l’austera immagine di un marchio prestigioso.

Esterni: una wagon elegante come poche

Grazie al padiglione con tetto arcuato che rende la coda sfuggente come in una coupé, alla linea di cintura alta che lascia sempre meno spazio alle superfici vetrate mano a mano che si procede con lo sguardo verso il portellone posteriore, alla profilatura spiovente di quest’ultimo, ai grandi fanalini a led che si allungano lateralmente riempiendo e alleggerendo le proporzioni della coda e all’immutata personalità del frontale, perfettamente mutuato dalla berlina, il risultato estetico raggiunto dalla vettura la premia per dinamismo e piacevolezza di stile. Inconfondibile ed apprezzabile elemento di stile che insieme ai fari Bi-Xenon con luci diurne a led, che per la loro forma richiamano il profilo della “J” di Jaguar, alle immancabili prese di estrazione d’aria sulle fiancate e alla movimentata esecuzione del lunghissimo cofano motore, non tradiscono le aspettative di un design fatto per durare nel tempo attirando gli sguardi ammirati di chi nella XF Sportbrake cerca eleganza, fierezza e prestigio. Tra gli accessori evidenti a livello estetico emergono i grandi cerchi in lega da 19″ Aquila calzati su pneumatici ribassati di misura 245/40 e i cristalli posteriori privacy. Da segnalare il terminale di scarico singolo, che rappresenta l’unica differenza estetica tangibile tra la nostra versione e il resto della gamma dotata di motorizzazioni ben più potenti. 

Interni: capacità di carico e stile British

Salire a bordo di Jaguar Sportbrake e sedersi nella parte anteriore dell’abitacolo non rivela le differenze tra il modello familiare e la berlina. Solita posizione di guida incassata e piacevolmente distesa, solita ergonomia dei comandi, solito selettore del Cambio automatico che ci compare nel palmo della mano appena avviata la vettura e solite scenografiche bocchette di areazione che salutano il nostro arrivo in vettura dischiudendosi al nostro comando. Ambiente sobrio con una comodità a prova di chilometro e uno stile essenziale diverso e distaccato dai confusi abitacoli sinuosi e pieni di bottoni della concorrenza. Linee tese ed essenziali che tradiscono una progettazione un po troppo ancorata a schemi ormai superati nel design ma ancora insuperabili nel comfort e nella funzionalità. Ma è la parte posteriore dell’ abitacolo che ha catturato maggiormente la nostra attenzione, ormai abituati al classico stile della vettura inglese, non siamo rimasti indifferenti all’aumento di volume e praticità garantito dalla nuova conformazione del padiglione e della coda che permette l’accesso in vettura grazie ad un generoso portellone posteriore ad azionamento elettrico direttamente a filo bagagliaio. Nel vano di carico, una volta abbattuti i sedili posteriori tramite un pratico, ma un po troppo fragile meccanismo di sblocco posto nei lati del bagagliaio, siamo riusciti a caricare agevolmente oggetti lunghi due metri, anche se lo spazio per il passeggero anteriore cominciava ad essere non più all’altezza degli standard del marchio. Risollevare i sedili una volta scaricata la vettura è una operazione rapidissima che non trova ostacoli neanche nel riposizionamento delle cinture di sicurezza, che come spesso accade rischiano di finire pizzicate tra sedile e staffe di fissaggio. Il volume totale del vano di carico può raggiungere i 1675 litri, sufficienti a soddisfare le più disparate esigenze senza aver influenzato minimamente il risultato estetico del design della coda. Sotto il vano bagagli si trova un ulteriore spazio portaoggetti e il ruotino di scorta opzionale in lega leggera di alluminio. 

Su strada: entry level piacevole e dinamica

L’esperienza di guida della Sportbrake non si discosta troppo da quella della berlina, confermando le ottime doti di handling e la fluidità del gruppo motopropulsore  già riscontrate sulla vettura. A differenza di quest’ultima le sospensioni posteriori sono autolivellanti per garantire un assetto piatto e bilanciato in tutte le situazioni di carico. In realtà mettere alla frusta sul misto stretto l’auto rivela alcune variazioni di comportamento dovute al maggiore peso della coda e allo spostamento del baricentro. La vettura risulta essere leggermente meno rapida negli inserimenti e occasionalmente più sovrasterzante al limite. Nulla che l’elettronica di bordo non possa agevolmente tenere sotto controllo. Viaggiare coccolati dal tiepido ronzio del 4 cilindri turbodiesel ECO di 2.179 cc, sempre pronto e mai invadente grazie alla poderosa Coppia motrice di 400 Nm e alla perfetta ridondanza di rapporti fornita dal rapidissimo Cambio automatico ZF ad 8 rapporti, è una esperienza appagante che permette di macinare chilometri assaporando piacere di guida ed economia di esercizio. Infatti i consumi con un po di attenzione riescono a mantenersi a livelli decisamente contenuti prossimi ai 4,8 litri/100 Km nel percorso extraurbano. A differenza della berlina precedentemente provata abbiamo riscontrato che usando la vettura con maggiore disinvoltura nella ricerca del piacere di guida puro i consumi hanno raggiunto una media di un punto superiore ai 7,5 litri/100Km già verificati nella nostra precedente prova. Il suo punto di forza  risulta comunque quello di essere una notevole stradista che permette medie elevate in piena disinvoltura, tanto che senza ricorrere all’ausilio del  cruise control risulta quasi impossibile rimanere sotto le velocità consentite dal codice della strada. La trazione posteriore abbinata al rapidissimo cambio con comandi al volante, una volta inserita la modalità sport che agisce sulla risposta di acceleratore e sterzo, garantisce quel pizzico di appagamento in più con cui gli appassionati della guida vecchio stile potranno assaporare il piacere di guidare una vettura moderna che non dimentica le sue origini classiche e trasmette al guidatore esperto le sensazioni che ha sempre ricercato.

Prezzo: una wagon con il blasone da 47.430 euro

Cosa chiedere di più ad una station wagon esclusiva? Con una sostanziosa lista di accessori disponibili sotto mano e il portafoglio direttamente al passo con la fantasia si potrebbe arricchire di contenuti utili e desiderabili una vettura già ricca di sostanza e personalità. I 47.300 euro di prezzo base hanno raggiunto nell’esemplare provato un sufficiente equilibrio nelle dotazioni grazie a: vernice metallizzata, cerchi in lega da 19″ Aquila, ruotino in lega, navigatore satellitare, Wireless Bluetooth, vetri privacy, sistema di accesso Keyless Entry, sedili elettrici con 6 regolazioni, rivestimento del padiglione Jet, Pacchetto sensori di parcheggio anteriori e posteriori con retrocamera, Mirror Pack, inserti in Radica di noce, tappetini in moquette e apertura bagagliaio automatica. Il prezzo finale dell’esemplare così equipaggiato ha raggiunto i 57.832 euro dotandosi di indiscussa funzionalità e adeguando i contenuti essenziali dell’allestimento di base Eco alle aspettative sott’intese da una vettura nata sotto il segno del giaguaro.

Jaguar XF 2.2 D 163 CV Sportbrake in prova

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