Stepway: l’anima country della Dacia Sandero

Valerio Verdone
21 Aprile 2010
59 Foto
Stepway: l'anima country della Dacia Sandero

Strizza l’occhio a SUV e crossover la versione con assetto rialzato della compatta franco-rumena oggetto della nostra prova su strada

Strizza l’occhio a SUV e crossover la versione con assetto rialzato della compatta franco-rumena oggetto della nostra prova su strada

Prendete una Dacia Sandero, aumentate l’altezza da terra di 2 cm, vestitela da fuoristrada con paraurti rinforzati e barre portapacchi e otterrete una Stepway: ovvero un SUV in formato ridotto pensato per la città. La ricetta è semplice e riprende gli esperimenti stilistici tentati diversi anni fa dalla Rover con la Streetwise e più recentemente dalla Citroen con la C3 XTR e dalla Volkswagen con la Polo Cross, proponendoli in un momento favorevole alle auto trasversali e ai cosiddetti crossover, assecondando la tendenza del mercato che ha reso più appetibili le vetture di dimensioni compatte e dall’elevata altezza da terra. Oltre a queste qualità, la Stepway ha il pregio di essere equipaggiata con motori “by Renault” nelle versioni 1.6 (con alimentazione benzina e GPL) da 90 CV e 1.5 dCi da 70 CV (come l’esemplare della nostra prova) che consentono di ridurre le soste dal benzinaio. La trazione rimane a due ruote motrici con la variante integrale riservata, nella gamma Dacia, esclusivamente alla Duster.

Immagine robusta

I dettagli esterni che contribuiscono a “irrobustire” l’immagine della Sandero consentono alla variante “country” dell’utilitaria franco-rumena di attirare l’attenzione di passanti e di automobilisti soprattutto nella livrea rosso fuoco dell’esemplare della nostra prova: un pregio considerevole per un’auto da poco più di 12.000 euro. L’intero perimetro della vettura è circondato da una robusta protezione in plastica che dai paraurti – dotati nella parte inferiore di un inserto in alluminio satinato – si protrae fino ai passaruota e alle minigonne, anch’esse rifinite in alluminio come del resto le barre sul tetto e gli specchi retrovisori. Il colpo d’occhio è notevole ed è impreziosito dai cerchi in lega da 16″ con disegno a 5 razze.

Interno spartano

Nell’abitacolo colpisce la semplicità degli arredi realizzati con plastiche rigide che rivelano in maniera inequivocabile il carattere low cost della vettura. Impreziosita da una finitura silver a cingere il sintolettore CD di marca Blaupunkt e i comandi della climatizzazione, la console centrale accoglie – in una posizione ormai desueta – i pulsanti degli alzacristalli elettrici anteriori. Il quadro strumenti, con tachimetro e contagiri di grandi dimensioni, ricalca quello dei modelli Renault della generazione passata ed è caratterizzato da una ottima visibilità in qualsiasi condizione di guida. Il bagagliaio ha un volume utile di 320 dm3 peccato però che non sia completamente rivestito lasciando diversi elementi esposti a eventuali graffi.

Baricentro alto per affrontare lo sterrato

Oltre a digerire con molta disinvoltura le irregolarità delle strade cittadine, la Stepway offre la possibilità di avventurarsi sullo sterrato leggero senza troppe difficoltà. Merito di un assetto alla “francese” che, a fronte di un discreto rollio, migliora decisamente il comfort di marcia. Purtroppo però, la comodità offerta dalla sospensioni viene ridotta dalla rumorosità del propulsore che invade l’abitacolo durante le accelerazioni: più si richiede potenza più il piccolo diesel transalpino fa sentire la propria voce ai passeggeri. Il quattro cilindri Renault fa quello che può per garantire alla Stepway una spinta degna di nota, ma la sensazione è quella di avere un propulsore sottodimensionato per la massa della vettura (1.141 kg), allo stesso tempo però l’indole turistica del comparto sospensioni e il cambio che tende ad impuntarsi nelle scalate più rapide non fanno rimpiangere troppo i cavalli mancati.[!BANNER]

Nella guida cittadina l’altezza da terra superiore alla media aiuta a leggere nel modo migliore la situazione del traffico e lo sterzo leggero contribuisce ad aumentare la maneggevolezza di guida. Nei percorsi extraurbani emerge invece un leggero ritardo nella risposta del servosterzo idraulico ed è necessario anticipare i movimenti prima dell’inserimento in curva. Una volta trovato l’appoggio, la Stepway percorre la traiettoria impostata senza tentennamenti, ma la scarsa progressività dello sterzo rende impegnativi il recupero d’eventuali perdite d’aderenza.

A una velocità massima non molto elevata (150 km/h) fa da contraltare un’eccellente parsimonia nei consumi che si traducono – nell’uso quotidiano – in una drastica riduzione delle soste dal benzinaio: anche senza risparmiare la meccanica, infatti, il traguardo dei 18-20 km/litro risulta sempre a portata di mano. Utilizzando la vettura regolarmente per 10 giorni su un percorso misto (autostrada, strade statali e cittadine) abbiamo percorso circa 800 km con un pieno di gasolio.

Un capitolo a parte merita la guida sui fondi accidentati e sulle strade sterrate: quando si abbandona la strada e si percorrono percorsi privi d’asfalto la Stepway risulta equilibrata, piacevole e persino divertente, con una capacità davvero sorprendente – per una trazione anteriore – di affrontare buche, strade “bianche” e grandi pozze d’acqua.

Prezzo competitivo con pochi optional

Rispetto alle sue concorrenti, la Stepway ha un prezzo decisamente competitivo che parte dai 10.150 euro della versione 1.6 a benzina da 90 CV e arriva agli 11.650 euro della variante bi-fuel dotata dello stesso motore. L’esemplare della nostra prova invece, ha un listino di 11.450 euro, un prezzo a cui bisogna aggiungerne altri 850 per l’unico optional disponibile: il climatizzatore manuale. E se la scelta di limitare gli optional della vettura per garantire un prezzo di listino altamente competitivo è assai condivisibile, appare forse eccessivo che il sistema “ESP” non sia disponibile nemmeno a richiesta.

Dacia Sandero Stepway in prova

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