Volkswagen Maggiolino 1.6 Tdi: la prova su strada

Valerio Verdone
05 Aprile 2013
163 Foto
Volkswagen Maggiolino 1.6 Tdi: la prova su strada

Con il suo fascino retrò e la solidità tedesca, il Volkswagen Maggiolino ti conquista giorno per giorno.

Con il suo fascino retrò e la solidità tedesca, il Volkswagen Maggiolino ti conquista giorno per giorno.

Il Maggiolino non è un’auto qualsiasi, non può esserlo, per tanti motivi, uno su tutti la sua storia che l’ha reso un’icona indiscussa del mondo dell’automobile, poi il suo design, unico e inimitabile, e infine il suo modo di essere, pratico, intrigante, sbarazzino. Oggi, dopo l’esperimento del New Beetle, che non ha convinto più di tanto, il suo alter ego in chiave moderna, ovvero il Maggiolino del 21esimo secolo, figlio della matita di Walter de Silva, un designer dal talento cristallino che il mondo ci invidia, appare decisamente indovinato, intriga, seduce e conquista. Merito di un design raffinato, retrò al punto giusto, ma al passo con i tempi e per nulla banale. Abbiamo guidato la versione spinta dall’economico, ma non per questo poco brillante, 1.6 Tdi da 105 CV, capace di coniugare fluidità di guida e consumi contenuti.

Esterni: operazione nostalgia

Il giudizio relativo alla linea di un’auto è molto personale, ma considerando le impressioni raccolte su strada, possiamo dirvi che il Maggiolino è oggettivamente una vettura gradevole, anzi precisamente un modello affascinante. E non potrebbe essere altrimenti, considerando il lavoro che de Silva e il suo staff hanno compiuto durante il suo sviluppo. Certo, ne è passato di tempo da quel lontano 1939, quando il Maggiolino, progettato da Ferdinand Porsche, è stato presentato al Salone di Berlino, ma la versione attuale riprende in maniera intelligente quei concetti stilistici che l’hanno reso celebre. Infatti, la curvatura del tetto che scende nella parte posteriore, i montanti del parabrezza, il cofano anteriore, i parafanghi sporgenti e i gruppi ottici del frontale ricordano molto quelli dell’antenata.

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Chiaramente, la diversa disposizione degli organi meccanici – il Maggiolino originale montava il motore posteriormente, mentre quello attuale ha il propulsore davanti l’abitacolo – ha influenzato in parte lo stile, soprattutto nel posteriore che appare leggermente rialzato rispetto a quello totalmente discendente del modello originale. Ma si tratta di dettagli, come i gruppi ottici posteriori, unica concessione al design moderno, che non sporcano minimamente la linea della vettura. Piuttosto, bisogna dire che il Maggiolino è più lungo di 15 cm rispetto al New Beetle, il bagagliaio è molto più capiente di quello precedente e l’abitacolo è più sfruttabile.

Interni: carichi di storia

Se l’esterno riprende in chiave moderna quello del Maggiolino originale, anche l’abitacolo ripropone l’operazione nostalgia, grazie al piccolo quadro strumenti che annovera il grande tachimetro centrale con i quadranti più piccoli ai lati che fungono da contagiri e da indicatore del livello del carburante. La modernità è offerta dal piccolo display presente nella strumentazione che riporta le informazioni del computer di bordo. Al centro della plancia troviamo il display multifunzione mutuato dalla Golf, mentre il portadocumenti è sovrastato, nella parte superiore del cruscotto, da un pratico quanto grazioso portaguanti dal gradevole effetto retrò come le maniglie presenti nella parte posteriore che offrono sostegno quando si scende dalla vettura. Pratico e comodo il posto guida che può essere regolato facilmente, meno agevole l’accesso e la discesa dalla parte posteriore della vettura, ma dopo tutto si tratta di una 3 porte dotata, peraltro, di un pratico sistema di avanzamento dei sedili anteriori. C’è spazio per quattro persone nel Maggiolino e i due passeggeri posteriori non sono sacrificati, visto che hanno spazio per le gambe e per la testa: da questo punto di vista la situazione è migliorata sensibilmente rispetto alla New Beetle che aveva anche una plancia troppo ingombrante. Notizie positive anche a riguardo del bagagliaio, ora molto più ampio di quello del modello precedente e adeguato alle esigenze di una famiglia. Per la precisione, offre uno spazio di 310 dm3, che possono diventare 905 dm3 abbattendo il divano posteriore. Semmai, l’accessibilità per i caricare i bagagli più pesanti non è il massimo, ma con un design del genere qualcosa bisogna pur concedere…

Al volante: sicura come una Golf

Inutile girarci intorno, sotto il Maggiolino c’è una Golf VI, con tutti i benefici del caso. Di conseguenza non bisogna sorprendersi se il comportamento inappuntabile della compatta di Wolfsburg è riproposto in maniera impeccabile anche su questa 3 porte dal sapore retrò. La versione della nostra prova, equipaggiata con il 4 cilindri 1.6 Tdi da 105 CV potrebbe apparire una scelta povera, soprattutto quando in gamma c’è un più corposo 2 litri diesel da 140 CV, ma non è così, soprattutto se non si è in cerca di un’auto brucia semafori. Infatti, i 250 Nm di coppia, erogati a soli 1.500 giri, spostano il Maggiolino con naturalezza, anche in maniera brillante se si utilizza il piacevole cambio manuale a 5 marce. Il comando è talmente fluido che il doppia frizione DSG, disponibile come optional, non risulta indispensabile, soprattutto alla luce di una frizione che non affatica più di tanto nemmeno nelle temibili code di città. Le prestazioni sono oneste, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 11,5 s e una velocità massima di 180 km/h, ma i consumi sono sempre su ottimi livelli, considerando che abbiamo sfiorato i 18 km/l senza adottare una guida particolarmente accorta. Irreprensibile la tenuta di strada, grazie ad un retrotreno solidissimo e ad un anteriore che al limite manifesta un naturale, quanto gestibile, sottosterzo. Non c’è dubbio che il telaio possa sopportare potenze superiori, di conseguenza non ci meravigliamo più di tanto se in gamma c’è addirittura una variante sportiva, a benzina, da 200 CV. Gli unici appunti che ci sentiamo di muovere a questa vettura è una certa rigidità sulle buche, sempre più presenti sulle strade italiane, e una visibilità posteriore limitata che ci spinge a consigliare caldamente i sensori di parcheggio.

Prezzo: a partire da 20.100 euro

Con una dotazione di serie che comprende accessori quali il climatizzatore, l’autoradio, i fendinebbia, il controllo automatico della velocità, e i retrovisori elettrici, oltre a tutti i dispositivi di Sicurezza attiva e passiva, il Maggiolino Design 1.6 Tdi da 105 CV ha un costo di 22.850 euro, decisamente onesto, soprattutto se si considera la cura costruttiva e l’immagine accattivante della vettura. Chiaramente, attingendo alla lista degli optional, la cifra sale in maniera più o meno importante, ma basta scegliere quelli indispensabili come il Park Pilot, che annovera i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e l’indicatore della pressione degli pneumatici.

Volkswagen Maggiolino 1.6 Tdi: prova su strada

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