Chevrolet Orlando 2.0 D: la prova su strada

Yves D'Alessandro
07 Dicembre 2011
75 Foto
Chevrolet Orlando 2.0 D: la prova su strada

Su strada con la Chevrolet Orlando, il crossover a sette posti che completa la gamma del Cravattino.

Su strada con la Chevrolet Orlando, il crossover a sette posti che completa la gamma del Cravattino.

Più di 3800 km percorsi alla giuda della nuova Chevrolet Orlando incontrando una infinità di situazioni e fondi stradali diversi che ci hanno permesso di valutare al meglio pregi e difetti di una vettura per la quale è facile fermarsi e dare un giudizio dettato solo dall’estetica, ma che al contrario necessita di una attenta valutazione globale per capirne appieno tutte le potenzialità.

Design: linee squadrate ed importanti

Le scelte stilistiche operate dal costruttore non lasciano spazio ad incertezze, la Orlando può solo piacere o non piacere, non ci sono vie di mezzo per una linea che anche la casa madre si limita a definire “originale”. La sua forma squadrata, la linea di cintura molto alta, il posteriore dal taglio quasi verticale ed il frontale tanto imponente quanto massiccio, la fanno assomigliare nella vista laterale più ad un contenitore da viaggio per la nostra famiglia che ad una filante autovettura. Se si è abituati a forme molto più armoniose e scontate o ad elevare giudizi fermandosi all’apparenza, allora si perderà l’occasione di scoprire cosa si nasconde dietro la sagomatura delle sue massicce lamiere, che una volta aperte però rivelano un ambiente completamente diverso da quello che si potrebbe immaginare, fatto di comfort, ricercatezza nel design di plancia e sedili, spazio e tanta versatilità.

Interni: tanto spazio per la famiglia 

Una volta saliti a bordo della Chevrolet Orlando rimaniamo subito stupiti dalle ampie regolazioni del posto guida che ci permette addirittura di scegliere se guidare molto in alto per dominare la strada nel traffico cittadino o più in basso per avvicinarci al baricentro e sentire di più l’auto nella guida sportiva. Notevole la possibilità di regolazione del piantone dello sterzo che si adatta agevolmente a tutte le corporature che troveranno sempre a portata di mano in posizione ottimale anche la leva del cambio. I passeggeri della terza fila risultano un po’ penalizzati se hanno un’altezza superiore alla media, soprattutto dallo spazio a disposizione per le gambe e dall’impressione di incombenza del sovrastante padiglione.

Con tutti i sedili occupati lo spazio per i bagagli si fa veramente minimo passando dagli adeguati 466 litri della configurazione a 5 posti a soli 98 litri di quella a 7 posti. Con tutti i sedili posteriori completamente abbattuti la capacità di trasporto si innalza a 1594 litri con un piano di carico un po’ troppo in alto dove trova posto anche un comodo e pratico vano impermeabile per riporre oggetti bagnati senza sporcare la moquette del rivestimento. La plancia nel complesso risulta sobria ma mai monotona, grazie all’impiego di materiali di qualità e ad una conformazione abbastanza ricercata.

Su strada: comportamento onesto

Il silenzioso motore 1998 turbo diesel common-rail da 163 cv con 360 Nm di coppia a 2000 giri/min, abbinato ad un cambio manuale preciso negli innesti anche se non rapidissimo negli inserimenti, permettono di azzardare anche un uso moderatamente sportivo della vettura, a patto di non insistere in un arco di giri superiore ai 3500, valore oltre il quale si perde ogni beneficio prestazionale a scapito di un notevole incremento dei consumi. La massa di 1685 Kg abbinata al baricentro alto tipico della tipologia di vettura in esame insieme allo schema delle sospensioni semplice e poco raffinato, con un Mcpherson anteriore ed un ponte torcente al posteriore, non fanno faville sull’asfalto, soprattutto sui percorsi misti affrontati con piglio sportivo.

Riservando alla vettura un comportamento sostanzialmente sottosterzante in inserimento di curva che viene però gradualmente sostituito da una leggera quanto netta tendenza al sovrasterzo in uscita quando si decide di spingere veramente. Questa caratteristica che si amplifica in condizioni di pioggia o di fondo stradale usurato viene prontamente neutralizzata dal provvidenziale intervento dei dispositivi antislittamento e antisbandamento che rendono comunque la guida di questa vettura sicura anche se condotta da mani inesperte. Le ragioni di tale comportamento vanno ricercate sicuramente in una taratura delle sospensioni che segue i canoni Usa piuttosto che quelli previsti per le strade del vecchio continente. 

Prezzi da 18.000 euro

Per finire i prezzi, che partendo dai 18.000 euro circa del modello base a benzina per arrivare ai 25166 dell’esemplare provato, non ci sono sembrati eccessivi per questa vettura che, pur non rappresentando in assoluto l’icona del marchio Chevrolet, introduce la casa del cravattino nel suo secondo secolo di vita adattandosi alle esigenze di un mercato orientato sempre più verso prodotti versatili capaci di riunire in un’unica vettura l’essenza di più categorie, adattandosi al gusto di una clientela ormai abituata a vivere l’auto a 360 gradi.

Chevrolet Orlando 2.0 D 163 CV LTZ in prova

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