Mazda: ecco come si adegua alle normative Euro 6d TEMP

Francesco Giorgi
26 Maggio 2018
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Anche i motori SkyActiv-G a benzina e SkyActiv-D a gasolio rientrano negli standard sulle emissioni di prossima entrata in vigore. Le prime consegne avverranno a luglio.

Pronti per il futuro: con questo slogan, Mazda annuncia in queste ore la nuova lineup di motorizzazioni chiamate a rispondere agli imminenti standard di omologazione Euro 6d TEMP, obbligatori per tutte le auto che saranno vendute a partire da settembre 2018 e che contemplano i più rigidi cicli WLTP-Worldwide harmonised Light vehicles Test Procedure (i test sulle emissioni in laboratorio che con la nuova omologazione Euro 6C il 1 settembre 2017 hanno sostituito l’ormai datato ciclo NEDC), e i valori reali di utilizzo del veicolo su strada RDE (Real Drive Emissions). L’importante aggiornamento tecnologico annunciato dai vertici del marchio di Hiroshima segue, di pochi giorni, quanto comunicato da altri big player del comparto automotive: fra essi ci sono Mercedes, Honda (con il nuovo turbodiesel i-DTEC 1.6),Opel (la nuova unità motrice turbodiesel 1.6),  Renault (nuove unità TCe FAP a benzina e diesel Blue dCi.

Con un notevole anticipo sui tempi, dunque, anche Mazda comunica l’upgrade di engineering alla propria gamma di motori a benzina e gasolio che fanno parte delle altrettanto recenti “famiglie” SkyActiv-G a benzina e SkyActiv-G turbodiesel.

Dal punto di vista del debutto su strada, i vertici del marchio giapponese – da tempo al centro di un ampio programma di re-engineering che, oltre alla ridefinizione della propria immagine stilistica, concretizzata attraverso la filosofia di design “KODO”, propone un nuovo significativo approccio hi-tech alle proprie unità motrici – annunciano che le consegne dei primi esemplari Mazda in linea con le prescrizioni Euro 6d TEMP inizieranno il prossimo luglio: ciò riguarderà la gamma di modelli già in fase di ordinazione, esclusa Mazda3, per la quale l’adeguamento alla normativa Euro 6d TEMP avverrà nel 2019, in coincidenza con il debutto della nuova generazione. L’arrivo è, dunque, imminente.

Occorre rilevare, anche in funzione della sempre più vicina entrata in vigore dei nuovi standard Euro 6d TEMP, l’adozione di modifiche sostanzialmente semplici per l’adeguamento dei propulsori SkyActiv-G e SkyActiv-D: una serie di aggiornamenti, nel complesso relativamente economici, che – come indica una nota diffusa dai “piani alti” Mazda – risultano finalizzati al miglioramento delle emissioni anche senza l’utilizzo di più complicati (e costosi) sistemi di post-trattamento allo scarico. Ciò, nell’ottica di una produzione di massa, assume notevole importanza per l’azienda.

Più in dettaglio, attraverso un limitato upgrade, le unità a benzina SkyActiv-G, alimentate ad iniezione diretta e proposte nelle cilindrate 1,5, 2 e 2,5 litri, rientrano negli standard Euro 6d TEMP senza la necessità di utilizzare alcun filtro antiparticolato. Allo stesso modo, i motori turbodiesel della lineup SkyActiv-D da 2,2 litri sono conformi ai limiti di emissioni degli ossidi di azoto (finora, ricordiamo, la soglia massima di NOx per i motori Euro 6 è di 60-80 mg/km per benzina e diesel) in virtù dell’aggiunta di un dispositivo SCR di riduzione catalitica selettiva al motore a gasolio, per renderne le emissioni di ossidi di azoto conformi, appunto, alle prescrizioni Euro 6d TEMP. L’aggiunta di un catalizzatore ad accumulo di NOx per il nuovo SkyActiv-D da 1,8 litri è, in ogni caso, l’unico upgrade tecnico necessario.

Il limitato apporto di modifiche, spiega Mazda, viene determinato, nel caso dei motori a benzina SkyActiv-G, dal rapporto di compressione particolarmente elevato, nonché dalla specifica geometria di combustione, due essenziali “basi di partenza” per l’ottenimento di adeguati valori di efficienza e pulizia dalla fase di combustione della miscela. Senza la necessità di aggiungere alcun filtro antiparticolato, Mazda riduce le emissioni di particolato (questione particolarmente delicata anche nei motori benzina ad iniezione diretta) attraverso un aumento della pressione di iniezione del carburante e, contestualmente, studiando un disegno più specifico per il pistone e con un nuovo diagramma di flusso nella camera di combustione. Inoltre, nell’ottica dei risultati di consumo nell’utilizzo reale del veicolo, Mazda migliora l’efficienza termica nelle unità SkyActiv-G mediante un preciso studio sugli attriti e attraverso l’ottimizzazione del sistema di raffreddamento.

Nel caso dei motori a gasolio SkyActiv-D, introdotti nella gamma Mazda nel 2012 e già allora rispondenti agli standard Euro 6 (dunque con due anni di anticipo rispetto alla successiva entrata in vigore della nuova normativa), i rispettivi punti di forza si incentrano sulla bassa compressione. Per ottemperare alle esigenze Euro 6d TEMP, tuttavia, lo SkyActiv-D 2.2 (equipaggiato con il sistema SCR per una efficace riduzione degli ossidi di azoto con particolare riferimento all’uso reale del veicolo e, per questo, rientrare nei limiti dei test RDE) ha richiesto lo studio di una nuova camera di combustione, l’adozione di un sistema di sovralimentazione mediante turbina a geometria variabile per il più grande dei due turbocompressori, una nuova gestione termica e il ricorso al sistema di Combustione Rapida Multistadio con inediti iniettori multiforo piezoelettrici a risposta ultrarapida, in maniera da ridurre i valori di emissione nonché a garantire al veicolo maggiori silenziosità di marcia e una risposta più immediata ai comandi. Il nuovo SkyActiv-D da 1,8 litri – chiamato a sostituire il più piccolo SkyActiv-D 1.5 – presenta un nuovo ricircolo della combinazione di gas di scarico ad alta e a bassa pressione, in modo da offrire più bassi valori di pressione di combustione massima e temperatura nella camera di combustione, che insieme ad altri upgrade  aiutano la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto, tanto da rendere sufficiente il ricorso ad un catalizzatore ad accumulo di NOx per portarne i valori – nel caso dei test RDE – al di sotto della soglia Euro 6d TEMP, e senza che si renda necessaria l’adozione dell’AdBlue come nel caso dell’SCR.

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