ESP in Italia: siamo al 51 per cento

Francesco Giorgi
22 Luglio 2009
ESP in Italia: siamo al 51 per cento

Un’auto su due immatricolata nel nostro Paese è dotata del Sistema di controllo della stabilità. Non basta ancora: bisogna equipaggiarle tutte

Un’auto su due immatricolata nel nostro Paese è dotata del Sistema di controllo della stabilità. Non basta ancora: bisogna equipaggiarle tutte

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L’Italia è… più stabile. Riguardo alla tenuta di strada, intendiamo. Il parco auto immatricolate quest’anno nel nostro Paese, infatti, ha doppiato la boa del 51 per cento fra le vetture dotate del Sistema elettronico di stabilità ESP, il dispositivo creato a metà degli anni ’90 dalla Bosch che, detta in soldoni, accorpando i sistemi di antibloccaggio delle ruote ABS e di controllo della trazione ASR, rilevando sul nascere qualsiasi inizio di perdita della traiettoria, impedisce ad una vettura di sbandare, correggendo (attraverso un’azione di contrasto su freni e acceleratore) in una frazione di secondo eventuali manovre “sbagliate” da parte del conducente. In pratica, un valido aiuto in situazioni di emergenza durante la guida.

Il tasso di installazione dell’ESP nelle auto immatricolate in Italia è cresciuto più di tre volte negli ultimi anni: basti pensare che, nel 2003, era al 14 per cento (all’epoca, la situazione nazionale si trovava ad un poco onorevole ultimo posto); secondo una ricerca di mercato condotta dalla stessa Bosch, la crescita nell’ultimo anno è salita in maniera notevole, passando dal 40 per cento registrato alla fine del 2007 all’attuale 51.

Una situazione analoga si è verificata in Europa, dove il tasso di installazione ha raggiunto il 55 per cento (l’incremento, rispetto alla fine del 2007, è di 5 punti percentuali), con un picco in Svezia, dove si raggiunge il 97%. Una nota dolente – va detto – arriva dalla diffusione di questo importante dispositivo fra le vetture di classe medio – bassa: sono soprattutto le vetture appartenenti ai segmenti di mercato A e B a non essere equipaggiate con l’ESP: in queste categorie, l’Italia appare “virtuosa”, con un tasso di installazione pari al 26 per cento a fronte di un 22 per cento medio a livello europeo.

Un risultato accettabile, ma non basta ancora, se si tiene conto che in Italia le medio – piccole e le city car rappresentano la “maggioranza assoluta” del parco auto circolante (64 per cento, mentre in Europa siamo sul 45 per cento). Occorre far presto, perciò: perché dal Novembre del 2011 tutte le auto di nuova progettazione dovranno essere dotate, di serie, del Sistema elettronico di controllo della stabilità, che diventerà obbligatorio su tutte le auto a partire dal 2014: pena la mancata omologazione – dunque: non saranno immatricolate se non monteranno l’ESP.

Massimo Guarini, Amministratore Delegato di Bosch Italia, indica che la strada è orientata proprio verso una più ampia diffusione dell’ESP nelle vetture “piccole”: “Bosch ha sempre creduto nell’importanza dell’ESP e siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti. Continueremo con la stessa intensità a seguire la strada intrapresa più di dieci anni fa”, dichiara il dirigente. “Stiamo già lavorando alla prossima generazione del sistema ESP, ancora più performante e con una tecnologia più sofisticata. Nonostante ciò, l’aumento dei volumi produttivi ne farà scendere il costo, rendendo l’ESP ancora più conveniente soprattutto per i segmenti A e B, continua Guarini.

L’iniziativa intrapresa oltre un decennio fa dalla Bosch, dunque, è lodevole: uno studio condotto dall’Università di Colonia ha dimostrato che l’utilizzo dell’ESP è in grado di salvare fino a 4 mila vite umane all’anno e qualcosa come 100 mila feriti. In termini di risparmio sui costi sanitari, dunque, siamo sui 16 miliardi di euro all’anno. Una cifra da tenere in considerazione.

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