F1 GP di Cina: prova di forza per Re Ricciardo

Francesco Parente
16 Aprile 2018
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RICCIARDO 8

Red Bull mette le ali della furbizia, ma Verstappen rovina l’ennesima gara a Vettel. Bene Bottas e il sacrificato Raikkonen. Hamilton, dove sei?

Trends: Formula 1

Salgono le temperature a Shanghai, aumenta la tensione in Mercedes e in Red Bull, ma non in Casa Ferrari, dove Vettel se la prende comoda e si presenta in ritardo ai box quando mancano 30 minuti allo start del GP di Cina. Inno di Casa, piloti schierati e pubblico in silenzio: è questo il preludio per una battaglia che si preannuncia molto calda, con delle varianti che possono ribaltare i valori in campo (vedi strategie e meteo), a meno che questa prima fila tutta Rossa non voglia veramente significare qualcosa di grande, di entusiasmante, di vincente: siamo nei giorni in cui sta iniziando una trionfale cavalcata Ferrari?

Parte il Gp di Cina! Vettel chiude bene il compagno di squadra, che arretra di posizioni scavalcato da Bottas e Verstappen. Quinto Hamilton, poi Ricciardo, Hulkenberg, Sainz e le due Haas. L’olandese della Red Bull è parso più performante in partenza, avvantaggiato da gomme con mescola ultrasoft, mentre Vettel su Raikkonen è stato molto deciso e risoluto: se non gli avesse chiuso la porta, probabilmente il finlandese sarebbe passato primo in curva 1.  Vettel sin dall’inizio si è messo a girare con un ritmo martellante, con Bottas che cercava di non perdere terreno; dietro i due di testa c’era un trenino di piloti tutti molto vicini. In Ferrari, al giro 8, comunicano ai piloti di restare sul “Piano A”, che tradotto significa strategia invariata rispetto a quella decisa prima di partire. Molto bella la lotta per la decima posizione tra due piloti passionali e caldi: Alonso ha messo nel mirino Grosjean, che da qualche giro criticava le comunicazioni radio con i box per delle informazioni “pazze” ricevute dal muretto.

Per molti giri, almeno dal decimo al diciassettesimo, non si è fatto altro che pensare alle strategie, anche perché le posizioni di testa erano ben congelate e tutti i piloti si marcavano senza pensare ad altro. Qualcuno si è fermato al giro 11, 12…ma sono sembrate strategie azzardate, Hamilton nel frattempo si è mostrato nervoso via radio e quando i suoi ingegneri gli hanno chiesto di attaccare Kimi, lui ha risposto di non avere la velocità per farlo, ma solo per non perderlo di vista. La prima mossa sui pit stop dei big la fa la Red Bull, con un doppio cambio ravvicinato tra Verstappen e Ricciardo, che insieme hanno tolto le ultrasoft e hanno messo le bianche.

Giro 19: Hamilton si ferma, toglie la gialla e monta la bianca, quando esce vede il posteriore della Red Bull di Verstappen e negli specchietti ha Ricciardo…non proprio ideale come situazione. Anche Bottas si è fermato al giro 20, montando la bianca, mentre la Ferrari ha tenuto fuori i piloti, senza reagire, con un Kimi che alzava inevitabilmente il suo ritmo. Giro 21: dentro Vettel, monta la bianca, un po’lento il pit stop e quando il tedesco esce si ritrova dietro Bottas! Come può essere successo? Stavolta in Mercedes sono stati più furbi e lesti, ma parte del gran lavoro è stato fatto dal finlandese della freccia d’argento, che in ottica di un undercut “dal piano ben riuscito”, ha inanellato due giri da qualifica.

Intanto Kimi restava fuori, girava e girava con la sua gomma gialla dall’inizio della gara e mentre il duo Bottas-Vettel lo andava a riprendere il piano della Ferrari prendeva vita. Kimi doveva restare in pista con una specifica precisa: stroncare l’avanzata di Bottas e favorire il sorpasso di Vettel sulla Mercedes. Quando tutto questo si stava avverando, i due finnici si sono accesi in un duello senza paragoni: il ferrarista difendeva la sua posizione (o meglio, favoriva quella di Vettel) cercando di resistere con il coltello tra i denti , guidando una monoposto che montava gomme al “colabrodo”. Tra una staccata e un cambio di direzione al cardiopalma, Kimi ostruiva Bottas, che però con una monoposto fresca di mescola non si affannava a prendere pericoli assurdi e passava in un paio di giri il tenace Kimi, tenendo dietro anche l’arrembante Vettel, che nulla ha potuto per riconquistare la testa della classifica e per onorare il gentil compagno di squadra.

Intanto Kimi al giro 28 si ferma e monta la gomma bianca, ritrovando la pista in sesta posizione dietro a Ricciardo. Di lì a poco, si scatena l’impossibile: come spesso accade tra bravi fratelli, in casa Toro Rosso il galletto Gasly decideva di infilare senza lode e quindi con tanta incapacità e scarsa lettura della situazione, il compagno Hartley. Le monoposto di Faenza si girano in pista, lasciando pezzi di scocca sull’asfalto, situazione per la quale la Direzione di gara decideva di mandare in pista la Safety Car. Da questo momento in poi succede l’incredibile: la Red Bull mette le ali della furbizia e con un altro doppio pit stop monta gomma gialla a Ricciardo e Verstappen; gli altri non colgono in pieno questo momento così propizio. Alla ripartenza assistiamo ad un finale incandescente, un’escalation di avvenimenti corsaioli che tolgono il respiro. Alonso e Grosjean si ridanno alle armi, Raikkonen andava a caccia di Verstappen, che a sua volta attaccava Hamilton. Non è tutto, perché nel frattempo Ricciardo raggiungeva Kimi e lo metteva nel mirino, passandolo senza troppa difficoltà. Il pubblico intanto fremeva per il rinnovato duello tra Hamilton e Verstappen: l’olandese ci prova, lo affianca ma Lewis lo spinge fuori pista! Le emozioni non finiscono però, perché Hamilton si ritrovava dietro un grintosissimo Ricciardo, che senza perdere tempo alla curva 14 lo passava controllando una staccata da “WOW!”.

L’inglese della Mercedes non reagiva, fermo in termini di velocità e spento mentalmente si faceva riacciuffare nuovamente da Verstappen e Raikkonen. Stavolta l’olandese va al sodo e passa il Campione del Mondo in carica, ma poco più avanti sta accadendo qualcosa di pazzesco: Ricciardo attaccava Vettel e lo passava senza problemi, è evidente il netto vantaggio delle due Red Bull con mescola soft. Così mentre Ricciardo andava a caccia di Bottas e della vittoria, Verstappen con fare irruento e smisurato sverniciava, toccandolo, il tedesco della Rossa, rovinandogli la monoposto ma ancor di più la gara. Per Verstappen solo 10 secondi di penalità…vi sembra giusto? In una gara che nel nostro presente già profuma di storia, Verstappen si concedeva il lusso di tornare ad attaccare Hamilton ripassandolo in pista, mentre un altro grande “WOW” ce lo tirava fuori Ricciardo, autore di un sorpasso da capolavoro su Bottas, che concluderà la sua gara difendendosi dal ritorno di Raikkonen, che pur lavorando minuziosamente di manico e di piede non va oltre il terzo posto. La gara declinava al termine, Alonso passava Vettel spingendolo fuori pista….non ne aveva bisogno lo spagnolo, il tedesco ormai era in balia delle sue tante e innumerevoli difficoltà. A Shanghai vince Ricciardo, poi Bottas, Raikkonen, Hamilton, Verstappen, Hulkenberg, Alonso, Vettel, Sainz e Magnussen si inchinano alla sua infinita abilità di guida. Il processo del Gran Premio di Cina prevede ore e ore di analisi e discussioni: non vogliamo farne altre, ci soffermiamo (per il momento) al nostro dovere di raccontarvi la Formula 1. Un pensiero però lo lasciamo a voi, in queste umili righe condite di passione: perché mai Helmut Marko dovrebbe ricoprire di oro il futuro di un ipotetico Campione, quando qualcuno di nome Daniel e di cognome Ricciardo puntualmente porta acqua al suo mulino, oscurando le inutili gesta del compagno olandese, sempre più spesso in preda al suo delirio di onnipotenza?

 

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