La Le Mans degli italiani

Leopoldo Canetoli
15 Giugno 2009
La Le Mans degli italiani

Lo start di Montezemolo e il podio di Capello, ma nella Le Mans 2009 nessun italiano vincitore. Nella GT2 però è stata una festa Ferrari

Lo start di Montezemolo e il podio di Capello, ma nella Le Mans 2009 nessun italiano vincitore. Nella GT2 però è stata una festa Ferrari

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Al terzo tentativo, dopo frustranti bagarre con la rivale Audi, la Peugeot è riuscita a conquistare Le Mans, tappa fondamentale per gli ingenti investimenti della Casa del Leone. C’è riuscita con la forza, dominando la gara sin dal primo minuto, con le sue bellissime e aerodinamiche 908 HDi gommate Michelin. Un successo tutto francese tranne che per l’equipaggio, che in realtà era l’unico misto, di nazionalità diverse, composto da Alex Wurz, David Brabham e dallo spagnolo Marc Genè, collaudatore della Ferrari.

La Le Mans di Montezemolo

Per la marea di francesi (si parla di oltre 250 mila presenze nella settimana) e i molti inglesi che sono affluiti sul circuito della Sarthe è stata una grande festa. Sin dal giorno delle verifiche, il martedì, poi due giorni di prove, sfilate, fino al via che è stato dato da Luca di Montezemolo, invitato d’onore per ricordare i successi Ferrari che sono stati tanti su questo tracciato mitico, a cominciare dalla vittoria di Luigi Chinetti sessanta anni fa.

Il presidente della Ferrari è sceso nei box per salutare, uno per uno, i concorrenti italiani, dai quali come al solito ci si aspettava molto. Ma in realtà i nostri eroi, pur veloci in prova, per la prima volta dal 1996 non sono riusciti a festeggiare nessun successo assoluto o di classe, dopo l’affermazione di Dindo Capello e Gimmi Bruni nell’edizione scorsa.

Il “solito” Capello e la sfortuna di Belicchi

A dire il vero Dindo Capello, inossidabile, ha mantenuto una buona terza posizione assoluto ed è salito sul podio. E una gara stupenda, sempre nella massima categoria, la stava facendo Andrea Belicchi con la Lola-Aston Martin del team Speedy, altrettanto competitiva quanto le Lola ufficiali della Prodrive. Ma il pilota di Parma è stato bloccato nelle ultime fasi della gara da un guasto al cambio. E ancora in LMP1 buona la prestazione di Giorgio Mondini, nono assoluto, con l’Audi R10 TDI del team Kolles, affiancato a Christian Albers.

In LMP2 contavamo molto sulla prestazione della Lola-Judd del Racing Box affidata ai tre italiani Matteo Bobbi, Thomas Biagi e Andrea Piccini. Ma la vettura, pur veloce in prova, ha subito mostrato problemi elettrici fino a quando il motore si è arreso lasciando a piedi il toscano Piccini dopo 19 ore di gara. Anche se, è doveroso dirlo, le due Porsche RS Spyder, sarebbero state in tutti i casi imprendibili.

Ferrari-show in GT2

 

Il LM GT2 è stato il festival delle Ferrari, nove vetture sulle prime dieci classificate, che si sono prese una sonora rivincita sulle Porsche che quest’anno hanno dominato nella serie ALMS e nel FIA GT. La vittoria è andata alla F 430 del team Risi, con il trio Salo-Melo-Kaffer, davanti alla vettura gemella della BMS Scuderia Italia affidata a Paolo Ruberti, Matteo Malucelli e Fabio Babini gommata Pirelli, che ripete l’exploit dell’anno scorso.

Ci si attendeva qualcosa di più dalla vettura capofila di AF Corse, ma Gimmi Bruni è stato rallentato da un problema al servosterzo che lo ha colpito quando era secondo di classe (e lo ha penalizzato fino al decimo posto) costringendolo a una gran rimonta fino a terminare sesto. Da considerare che divideva la vettura con un gentleman argentino, pur bravo ma non all’altezza dei migliori professionisti.

E a proposito di gentleman viene da ricordare anche la gara della seconda vettura di AF Corse, quella affidata al divo televisivo Patrick Dempsey, certamente il pilota più fotografato e intervistato dell’anno. Il popolare attore ha dimostrato di saperci fare anche col volante portando la vettura alla fine della 24 Ore in nona posizione.

Una ultima menzione per un italiano, ormai quasi naturalizzato giapponese, per l’ambiente in cui svolge la maggior parte delle gare. Parliamo di Marco Apicella, in realtà bolognese doc, che ha voluto a tutti i costi cimentarsi nella classe GT1 con la Lamborghini Murciélago del team nipponico Jloc che ha avuto tutti i guai del mondo a cominciare dalla rottura dell’albero motore in prova. Ed anche in gara al coraggioso bolognese non è restata che l’emozione del primo giro…

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