Mercato auto: Toyota torna leader mondiale

Francesco Giorgi
27 Ottobre 2015
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Mercato auto: Toyota torna leader mondiale

Volkswagen restituisce la leadership al colosso giapponese. E’ ancora preso per parlare di conseguenze del Dieselgate, ma il futuro sarà delicato.

Volkswagen restituisce la leadership al colosso giapponese. E’ ancora preso per parlare di conseguenze del Dieselgate, ma il futuro sarà delicato.

La classifica mondiale delle vendite di autovetture registra un significativo passaggio di consegne. In queste ore, grazie a 7,5 milioni di autoveicoli venduti dal 1 gennaio al 30 settembre, il ruolo di capofila viene ripreso da Toyota, che nei mesi scorsi era stata scavalcata da Volkswagen (Wolfsburg “si ferma” a 7,43 milioni). E’ chiaro come sul sorpasso non abbia fatto in tempo a pesare l’ancora recentissimo “Dieselgate“, lo scandalo delle emissioni che ha colpito Wolfsburg a settembre. Tuttavia l’aspetto che, è facile immaginare, catalizzerà l’attenzione della filiera automotive è legato al futuro a breve termine: da una parte, il colosso giapponese dovrà mantenere la propria posizione leader riconquistata dopo tre mesi; dall’altra, per i vertici Volkswagen, riusciti al termine di un lungo testa a testa a portarsi in vetta, il percorso si fa in salita: non tanto riguardo al monte-vendite (tutt’altro che disprezzabile, almeno in questo momento), quanto legato alla fiducia da parte degli automobilisti. Sarà qui che l’ombra lunga del “Dieselgate” potrà farsi sentire maggiormente. D’altro canto, un primo specchio della delicata situazione Volkswagen era già stato svelato, nei giorni scorsi attraverso un sondaggio del sito Web specializzato AutoUncle.it, relativamente ai prezzi di vendita dei modelli turbodiesel usati appartenenti al Gruppo Volkswagen, protagonisti nelle ultime settimane di un notevole abbassamento nelle richieste.

Il cambio al vertice fra Toyota (che tuttavia, è doveroso ricordarlo, proprio in questi giorni si trova alle prese con una maxi campagna di richiami che coinvolge 6,5 milioni di autovetture) e Volkswagen era avvenuto, clamorosamente, lo scorso luglio, quando – grazie a un volume di vendite mondiali pari a 5,04 milioni di autovetture nei primi sei mesi del 2015 – Volkswagen aveva raggiunto la posizione di testa, scavalcando Toyota che (con 5,02 milioni di auto vendute, considerando anche i risultati di Hino e Daihatsu, e in calo dell’1,5% rispetto al primo semestre 2014, principalmente a causa di una contrazione del 9,7% delle vendite in Giappone a causa del recente aumento dell’Iva) aveva perduto la prima posizione che deteneva dal 2012.

E’ stata una leadership quanto più momentanea possibile, per Wolfsburg: giusto il tempo di installarsi al primo posto, ed era già il momento di lasciare la poltrona, nuovamente occupata da Toyota. Va, inoltre, considerato che Volkswagen registra un calo di vendite in Cina (Paese tenuto nella massima considerazione da parte delle maggiori Case auto), dove la diminuzione nei primi nove mesi del 2015 è stata del 7,4%.

Precedentemente, l’ex amministratore delegato Martin Winterkorn aveva studiato un nuovo assetto per l’azienda; all’interno dello stesso Gruppo, proprio Winterkorn era stato protagonista di una feroce querelle con Ferdinand Piech, ex presidente Vag. Adesso, per Volkswagen, si annuncia la necessità della messa in pratica di nuove strategie: la vicenda delle emissioni truccate ha investito come uno tsunami l’intero Gruppo. Proprio in questi giorni, e dopo l’insediamento del nuovo amministratore delegato Matthias Muller, i vertici di Wolfsburg, costretti a correre ai ripari, annunciano una serie di misure rivolte al recupero di credibilità fra gli automobilisti e a costruirsi una nuova identità tecnologica. Fra le strategie che potrebbero essere messe in pratica c’è l’equipaggiamento di tutti gli autoveicoli turbodiesel del Gruppo venduti in Europa e Usa con la tecnologia AdBlue a riduzione catalitica selettiva per la trasformazione degli ossidi di azoto inquinanti in parti di azoto e acqua (operazione puttosto costosa nominalmente: si parla di una cifra che oscillerebbe fra 5 e 8.000 dollari per autovettura); oppure – ma si tratta di una strategia a raggio ancora più ampio – un deciso avvio operativo della mobilità elettrica e ibrida, rivoluzione eco – friendly che potrebbe concretizzarsi nello sviluppo di una gamma di modelli a propulsione ibrida plug-in, segmento nel quale Wolfsburg investe da tempo.

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