FCA: utili in crescita, ma tanti temi aperti

Fabrizio Brunetti
29 Aprile 2016
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FCA: utili in crescita, ma tanti temi aperti

I risultati del primo trimestre occasione per ragionare sui tanti temi aperti per FCA e per la veloce e incerta evoluzione dell’Automotive mondiale.

I risultati del primo trimestre occasione per ragionare sui tanti temi aperti per FCA e per la veloce e incerta evoluzione dell’Automotive mondiale.

I risultati del primo trimestre 2016 per FCA registrano dati record per fatturato e redditività (ricavi + 3%, un risultato operativo con un sonante + 97%, utile netto da 31 a 528 milioni di euro), ma inaspettatamente una crescita dell’indebitamento da 5,059  a 6,593 miliardi, giustificata con un trend stagionale e con riconferma dell’obiettivo di fine anno di riduzione a 5 miliardi. L’effetto immediato di un bilancio con tanti numeri positivi è stato perciò frenato dalle incertezze sull’indebitamento e il titolo ha segnato una perdita del 2,6%.

Marchionne ha insistito sull’obiettivo zero indebitamento entro il 2018 “siamo impegnati a ridurre il passivo su base annua ed a raggiungere il 2018 seduti su una pila di contanti”. Il CEO di FCA lascia intendere che proprio l’indebitamento è al momento l’ostacolo più forte ad un’alleanza, non subalterna, con un grande produttore.

Sfumata per il momento l’ipotesi GM, aveva già chiarito nelle scorse settimane che la fusione darebbe risultati forti in termini di economie e sinergie solo nell’alleanza con un costruttore forte – Toyota, Ford, Hyundai (ma dice i coreani non sono fatti per i matrimoni), magari PSA – e che quindi per l’alleanza con un costruttore tradizionale “ci vuole tempo”, mentre l’attenzione verso il mondo hi-tech per l’auto a guida autonoma potrebbe avere sviluppi anche più immediati.

Come una ciliegina sulla torta, quasi in contemporanea con la relazione di Marchionne, l’annuncio dell’alleanza di Ford con Google, Uber, coinvolgendo anche Volvo e Lyft, società concorrente di Uber, “per realizzare benefici sociali e di sicurezza dei veicoli senza conducente e rendere le strade americane più sicure”.

Sul terreno dell’auto a guida autonoma le carte si stanno sparigliando rapidamente ed è assolutamente possibile che anche Apple, i cinesi di Hauwei, Elon Musk per Tesla si muovano rapidamente. Comunque sia l’obiettivo zero indebitamento è l’argomento di forza capace di convincere molti potenziali partner.

Sul piano del prodotto, in attesa, fiduciosa, della ripartenza del cruciale mercato brasiliano, dell’atteso boom di Jeep in Cina con l’avvio di produzione di Renegade e Cherokee, con il trend stabilmente positivo del mercato nordamericano, la Giulia è finalmente ai nastri di partenza e il suo esito commerciale sarà un segnale fondamentale, anche simbolico, della credibilità del futuro di Alfa Romeo.

Intanto Volkswagen brucia un bel pezzo della sua già immensa liquidità, con i costi degli indennizzi in nordamerica – 18,2 miliardi di dollari -, subisce contrazioni di vendite su quel mercato, ma inaspettatamente non paga per il momento alcun indennizzo ai consumatori e stati europei e registra addirittura una leggera crescita e con 2,5 milioni di auto vendute nel primo trimestre, raggiungendo il primo posto tra i costruttori mondiali e soffiando temporaneamente a Toyota e GM lo scettro.

Oltre all’incertezza su quanto ancora costerà lo scandalo emissioni, ad un bilancio in perdita per la prima volta da decenni, pesano sulle pene del colosso tedesco le tensioni sulle scelte del management e in questo quadro le due famiglie padrone, Porsche e Piech, proprio in questi giorni hanno dato un ulteriore sprezzante segno di disistima nei confronti del board attuale. Il Consiglio aveva deciso di ridurre quasi a zero i dividendi agli azionisti; Porsche e Piech hanno invece preteso e ottenuto, solo per loro, di avere dividendi quasi invariati rispetto a prima della crisi dieselgate.

Per il resto, in questo primo trimestre esultano GM (anche se Opel continua a generare perdite), Ford, Volvo, Mercedes. Cauta BMW, PSA, dopo un brillante 2015 in ripresa, soffre un forte calo sul mercato cinese, Toyota confida sulla crescita del mercato green.

Ma è solo il primo trimestre, tutto può accadere, le cose evolvono velocemente, il mondo politico e finanziario è carico di incertezze e qualche sorpresa clamorosa è dietro l’angolo.

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