Francoforte 2015… il grande spettacolo dell’auto

Fabrizio Brunetti
18 Settembre 2015
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Francoforte 2015… il grande spettacolo dell’auto

Nessuna novità che farà epoca, ma tanto spettacolo nel Salone dell’auto più sfarzoso e imponente, a casa dei tre grandi marchi premium tedeschi.

Nessuna novità che farà epoca, ma tanto spettacolo nel Salone dell’auto più sfarzoso e imponente, a casa dei tre grandi marchi premium tedeschi.

Scorro mentalmente il lungo elenco di novità di Francoforte 2015, ma faccio davvero fatica a trovare la “reginetta” che tradizionalmente caratterizza un’edizione di un evento motoristico importante come Francoforte.

Già perché nel cuore finanziario della Germania di Audi, BMW, Mercedes, Porsche, simboli dell’eccellenza tedesca e del concetto di premium nell’auto, di novità ce ne sono a bizzeffe, ma nessuna sembra capace di rimanere legata a futura memoria ad un momento memorabile.

Forse il tempo ci dirà ancora una volta che il primato spetta ad una nuova fase evolutiva dell’inossidabile, ormai 53enne, mito Porsche 911Il restyling 2016 è molto simile alla 991, ma sottopelle la rivoluzione è quasi pari a quella del passaggio (sfortunato) dalla 993, ultima “ad aria”, alla 996, prima a liquido. Stesso aspetto (salvo la deliziosa griglia vecchio stile del cofano motore), ma cilindrata ridotta di un quarto da 3,8 a 3 litri e abbandono dell’aspirato in favore del turbo. E’ iniziato un altro ciclo 911, per ora di sostanza, ma la mossa successiva sarà sul versante dello stile, proprio come avvenuto con la 993 rispetto alla 964.

Non a caso nella sobria presentazione della nuova generazione, alla nuova 911 è affiancato un personalissimo concept di berlina sportiva a quattro porte di segmento E, che anticipa certo in qualche misura la futura Panamera compatta – Pajun appunto come Panamera Junior – ma con una carica innovativa di meccanica (è pensata come una rivale elettrica targata Porsche di Tesla) e soprattutto di stile.

La Concept “Mission e”, così si chiama, cambia tutti i fondamenti stilistici della tradizione, a partire dai fari anteriori, modernissimi, quasi a gemma, proseguendo per i volumi morbidi e dinamici, alla coda con il gruppo ottico a fascia, eppure ha un’aria che evoca comunque la personalità e il fascino delle Porsche migliori.

Bellissima senza essere strillata, la mia personale reginetta di Francoforte, l’esatto opposto della bruttezza sgraziata della Panamera, spero ardentemente che cambi poco nell’evoluzione dal concept alla produzione e che ispiri l’inevitabile salto stilistico della prossima generazione 911.

Accanto alla “Mission e” un altro concept, opposto, esagerato, vero dream car, puro esercizio di design senza limiti sul tema della sportiva estrema, sistemato quasi in sordina al secondo piano dell’immenso padiglione delle stella, nell’area AMG e si chiama Vision Gran Turismo.

Questa, a differenza dell’altra concept che Mercedes ha preparato apposta per Francoforte, la IAA, non avrà presumibilmente un futuro ma, nelle sue esagerazioni, è l’oggetto automobile più emozionante esposto al Salone.

Per il resto certo tra le auto da sogno fa sempre la sua figura la Ferrari 488 Spider, così come la Lambo Huracàn scoperta, la esagerata Bugatti Vision Gran Turismo, anch’essa omaggio alle fantasiose supercar create per gli appassionati fan di Gran Turismo, la Rolls Royce Dawn, ma la coda più emozionante resta quella della AMG Vision Gran Turismo, una cosa così non l’avete mai vista.

Ma scendiamo sulla terra a contemplare la debordante offerta di SUV e cross over, di tutte le taglie e costi, dalle nuove generazioni di VW Tiguan e Kia Sportage, Mercedes GLC, BMW X1, alla Mazda CX-3, al riuscito Infiniti Q30, al Ford Edge, fino alle Jaguar F – Pace e Bentley Bentayga, che segnano l’ingresso dei due marchi del lusso britannico nel ricco segmento dei SUV di alta gamma in cui si accingono ad entrare prossimamente Maserati, Lamborghini e Aston Martin.

Tra i SUV/Crossover era atteso con curiosità il ritorno del marchio Borgward, oggi in mani cinesi, che proprio in casa portava la proposta del ritorno, un  SUV medio Motore ibrido: caratteristiche, pro e contro plug-in, per esibire il losangone simbolo del vecchio costruttore tedesco scomparso negli anni ’60.

Grande, triste delusione, il marchio che nell’immaginario germanico resta legato alla lussuosa Isabella TS Coupé, svetta ossessivamente sul muso di un SUV anonimo e banale quanto pochi, non credo che troverà clienti, ammesso che giunga alla fase produttiva. Per il momento inizierà la sua carriera in Cina, ove è in fase di realizzazione uno stabilimento e sarebbe il primo prodotto di una gamma destinata anche alla Germania ed al mercato europeo; obiettivo a lungo termine 500.000 Borgward. Filmato romantico ed evocativo delle Borgward del passato, la Isabella TS in vetrina, presentazione rigorosamente in tedesco e poi alla scoperta del telo tra suoni e luci quello scatolone anonimo…

A proposito di presentazioni Harald Krueger, dinamico CEO di BMW, è crollato drammaticamente a terra, svenuto durante la conferenza stampa del marchio bavarese, con foto e video che impazzano in rete.

In casa FCA tutta l’attenzione dedicata all’Alfa in uno stand anch’esso evocativo e in cui oltre alle nuove Giulia Quadrifoglio (niente Mito, Giulietta e neppure 4C) trovavano posto solo due citazioni illustri, una bianca Giulia TI Super berlina ed una rossa Giulia TZ2, bella da mozzare il fiato. Mancava, chissà perché, la trionfatrice delle competizioni turismo in pista degli anni ’60, la mitica Giulia GTA, peccato avrebbe meritato la sua vetrina.

Assente Marchionne, impegnato in US nel rinnovo del contratto, i protagonisti in platea erano Olivier Francois e Lapo Elkann, mentre Harald Wester, CEO di Alfa e Maserati, svelava caratteristiche e prezzi della Giulia supersportiva (la Quadrifoglio parte da € 78.000 fino ai 90.000 della versione full optional) sottolineando il claim “la meccanica delle emozioni”. 

Il ricorso ai miti della propria storia è peraltro sempre più diffuso, una DS 21 Pallas blu al centro dello stand DS, una 935 “Moby Dick” Martini in quello Porsche. Per il resto citerei tra i concept che troveranno un esito produttivo ravvicinato il lussuoso coupè Genesis  Vision G concept, affiancato in uno stand tutto legno alla grande berlina premium.

Genesis nelle intenzioni della casa coreana dovrebbe diventare il suo brand di lusso, così come già riuscito con Infiniti per Nissan e Lexus per Toyota e non c’è dubbio che sia in grado di farlo. La Vision G,  un coupè, elegante e personale, indipendentemente dai numeri di vendita più della berlina contribuirà ad affermare l’immagine premium di Genesis.

Curiosità e simpatia per la Citroen Cactus M, possibile Mehari del futuro prossimo, mentre tra le auto di produzione la nuova, quasi indistinguibile dalla precedente, Audi A4, la nuova Renault Megane, la Smart Cabrio, la rinnovata 500, la rinfrescata Ypsilon, la BMW serie 7, le Opel Astra, la Mini Clubman.

Nessun clamore, niente di eclatante, ma tutto quello che il mondo dell’auto può offrire, con in più gli spettacolari padiglioni di Mercedes, Audi e BMW a farla da padroni. Ad ogni edizione è una gara a superarsi ma quest’anno la palma va senz’altro allo splendido planetario di Mercedes, davanti alla pista sopraelevata del padiglione BMW.

Un po’ deludente Audi, che nelle ultime due edizioni aveva stupito con un “Ring” e poi con la città capovolta. Forse è anche lo specchio del “momento” delle tre tedesche che in questi primi ottimi 8 mesi di un mercato europeo in ripresa ha visto una buona crescita di BMW, una ottima di Mercedes, in gran salute, che ha scavalcato di getto una pigra Audi al secondo posto della classifica dei produttori premium, comunque ancora saldamente presidiato dal marchio bavarese.

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