Ginevra 2013: la grande vetrina non delude mai

Fabrizio Brunetti
11 Marzo 2013
26 Foto
Ginevra 2013: la grande vetrina non delude mai

Anche quest’anno protagonista, il Salone di Ginevra rinnova lo spettacolo in cui nessuno vuol mancare.

Anche quest’anno protagonista, il Salone di Ginevra rinnova lo spettacolo in cui nessuno vuol mancare.

In tempi di crisi nera del mercato europeo, la vetrina del Salone di Ginevra 2013 non sembra aver subito conseguenze. Nessuna crisi apparente, a Ginevra ci sono tutti e tutti vogliono esserci da protagonisti, con i costruttori tedeschi che conservano il dominio degli spazi. Ecco, quindi, qualche nota che non trovereste nelle cronache ufficiali del Salone…

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LaFerrari, Lambo Veneno: adrenalina per pochi

La regina annunciata era lei, la super Ferrari da 1.200.000 euro, la summa del mito del cavallino. E lei non ha deluso, estrema, emozionante, inconfondibile, una volta tanto realizzata in casa dal Centro Stile, anziché da Pininfarina. Ha tutto quello che la massima espressione dell’unicità Ferrari deve avere, sicuramente all’altezza del mito, estrema, innovativa, ipertecnologica… ibrida. Il “mostro”, dal rombo tuonante, volendo si avvia in totale silenzio col motore elettrico di supporto. L’altra novità è il Kers per il recupero di energia e così l’estrema da 963 cv (800 dal V12 e 163 dall’elettrico) ha emissioni ridotte del 50% rispetto alla Enzo. La trovo bellissima, emozionante come ci si aspetta e con una coda di mirabile armonia stilistica, possente, arrogante, ma finemente Ferrari.

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Montezemolo si è attribuito la scelta del nome di questo monumento al mito: “non sapevamo proprio come chiamarla, poi è venuto LaFerrari, tutto attaccato”. Che altro dire, questa è davvero LaFerrari, di fronte a lei ogni altra esclusiva, e magari più cara, supercar scompare, la regina è una sola, non si discute. Saranno prodotti solo 499 esemplari a fronte della richiesta di quasi 1000 clienti disponibili a spendere 1,2 milioni di euro per assicurarsi la belva, che è anche un buon investimento per chi può permetterselo. “Scelta difficile tra i nostri clienti più fedeli”, chiosa Montezemolo.

Il tentativo di stornare almeno parte dell’attenzione dalla super rossa è arrivato dalla Lamborghini Veneno, ancora più esclusiva – quasi un one off, con 3 soli esemplari – e più cara, con i suoi 3 milioni di euro. Una sorta di Aventador, quasi da competizione anche se omologata per l’utilizzo stradale, con una ossessiva ricerca delle geometrie nel disegno di spoiler, prese d’aria, led dei gruppi ottici posteriori, la grande pinna dorsale, come in una F1, che sostiene il grande alettone e la rende inconfondibile. 750 cv, prestazioni mozzafiato, non ha rubato scena a La Ferrari, ma certo ha destato sensazione.

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Alfa Romeo 4C: sportiva accessibile

Molto più umana e raggiungibile la piccola sportiva dura e pura destinata a fare da portabandiera del debutto americano di Alfa Romeo. 60.000 euro per portarsi a casa una delle 2.500 4C che saranno prodotte, con un procedimento artigianale che ricorda quello delle piccole Lotus, nelle officine Maserati di Modena. E la 4C sembra proprio un’erede ideale della Lotus Elise, compatta (meno di 4 metri) leggerissima (895 kg) grazie ai materiali – fibra di carbonio, alluminio e compositi leggerissimi – , con un 4 cilindri turbo ad iniezione diretta dall’evocativa cilindrata di 1750cc e 240 cv, che fa un rapporto peso/potenza inferiore ai 4 kg per cv. 800 delle 2.500 sono destinate ai dealers americani, le altre distribuite tra Europa e resto del mondo.Una bella ambasciatrice dello spirito Alfa, di numeri limitati ma d’immagine forte.

La Alfa Romeo 4C è essenziale, grintosa, forte nelle linee, praticamente identica nella versione di serie alla concept che proprio a Ginevra due anni fa aveva sondato le reazioni del pubblico. Unica diversità la soluzione scelta per i fari che hanno al posto delle classiche carenature trasparenti, i led e i gruppi ottici affogati direttamente nel guscio sagomato rifinito in nero opaco o in carbonio. Finiture essenziali, assetto basso, aggressiva e mascolina, la 4C fa battere il cuore. Avrà una versione scoperta, anche questa prevista in 2500 unità.

SUV che passione

I crossover e SUV compatti sono ormai più rappresentati delle classiche berline a due volumi. A Ginevra il debutto contemporaneo di due importanti rivali dirette Peugeot 2008 e Renault Captur, ma anche di Opel Mokka e Chevrolet Trax, senza contare la versione Trekking della 500L così felicemente accolta nei primi mesi di commercializzazione.

Non c’è costruttore ormai che non abbia il suo city crossover e anche la sottile linea di separazione tra SUV e crossover è destinata ad essere sempre più labile. Certamente è il segmento che “tira di più” e la corsa al primato diventa sempre più affollata. Tra le prossime new entry anche la concept Citroen Technospace, che anticipa la C4 Picasso di nuova generazione e porta al debutto la piattaforma compatta che equipaggerà tutte le future Peugeot, Citroen e Opel di segmento C.

La più brutta del reame

In ogni salone importante si incorona la reginetta, la più bella del reame, ma c’è anche una più brutta del reame. And the winner is….la BMW serie 3 GT. Dopo l’infelice (stilisticamente) e sfortunato (commercialmente) tentativo della serie 5 GT, BMW persevera e a Ginevra fa debuttare una versione GT anche della serie 3. Come la Duna, goffa, disequilibrata nei volumi, apre tanti interrogativi su chi possa averla deliberata alla produzione. Le tiene buona compagnia tra le più brutte, e non è un complimento, la nuova Ssangyong Rodius che sostituisce la orrenda serie precedente, con un esito stilistico altrettanto infelice. Complimenti al centro stile del costruttore coreano.

>> Guarda le immagini della BMW Serie 3 GT a Ginevra

Concept e stile

Forse minore quest’anno la creatività degli sguardi al futuro dello stile. I carrozzieri tradizionali non esistono più o sono ormai parte del centro stile di grandi produttori. La firma per eccellenza però, Pininfarina, naturalmente su meccanica Ferrari, presenta un roadster omaggio al grande Sergio e lo affianca idealmente alla rivoluzionaria Dino del 1966, allora simbolo della nuova era Pininfarina di Sergio, succeduto al grande Pinin.

Interessante e armoniosa nello stile la maquette dell’Alfa Romeo Gloria, dell’Istituto Europeo del Design, berlina sportiva a due volumi di grande slancio con le portiere incernierate a libro. Da Nissan la Resonance, dinamico SUV in cui s’intravvede il futuro Murano. Ancora più vicina alla serie in Honda la Civic Tourer, prefigurazione del crossover/station della originale berlina a due volumi; adotta una formula shooting brake, con  la soluzione tetto portellone simile a quella della Lancia Delta.

Concept di SUV sportivo, anche in versione aperta, per Giugiaro alla Italdesign. Sinora, come lo scorso anno con i due concept su meccanica Volkswagen, il Giugiaro inglobato nel gruppo tedesco sembra far fatica a ritrovare l’estro magico che lo ha accompagnato per decenni. Niente di nuovo o particolarmente interessante, neppure in chiave di futura applicazione nella serie e l’insuccesso della UP! certo non è un buon segnale.

La disposizione negli stand dice qualcosa

La disposizione degli stand e la scelta dei modelli da esporre non è mai casuale e manda messaggi chiari sulle strategie e sulle priorità. Talvolta oltre le intenzioni del costruttore. E’ forse il caso dell’immenso stand Volkswagen, il più esteso dell’intera kermesse. Poderosa parata di Golf, eletta peraltro proprio a Ginevra Auto dell’anno, numerosi e colorati Maggiolino, con cabrio in testa, Passat, Scirocco, Polo, i crossover, Tiguan in evidenza, le elettriche, ma…è scomparsa la Up. Proprio così, la cittadina che doveva sancire l’ingresso trionfale del marchio tedesco nel mercato delle city car ed insidiare la leadership Panda, è presente solo in una versione avventurosa con assetto rialzato e mancorrenti sul tetto, ma non c’è una, che sia una Up! di serie.

Il layout del gruppo Fiat/Chrysler dice invece altre cose. Rispetto alla tradizionale disposizione dei marchi – Alfa Romeo, Fiat, Ferrari, Maserati, Abarth, Lancia, Jeep, Dodge – Alfa si è spostata al posto di Lancia, in maggiore evidenza, e Lancia finisce al confine estremo dell’area del gruppo. Sarà un segnale si o no? Anche la disposizione dei modelli ha un senso preciso rispetto alle strategie. Per Fiat due grandi fasce per i due neo brand, 500 e Panda, niente Bravo, niente Freemont, niente Cubo, resta solo Punto. Alfa Romeo tutta dedicata al simbolo della nuova era, la 4C, solo due Giulietta e una Mito, in fondo allo stand. Maserati ha cinque Quattroporte e due sole Granturismo. Jeep solo Wrangler, Grand Cherokee e Patriot appena rinnovate, Abarth solo la 500.

Nostalgia e rimpianti

Festa grande in Porsche per i 50 anni della 911, che proprio a Ginevra, con la sigla 901, debuttò nel 1963. Commovente per gli appassionati l’anniversario del mito. Semmai, una nota melanconica nel ricordare che nella stessa edizione nasceva una delle pietre miliari dell’automobilismo made in Italy. Già, anche la Lancia Fulvia celebra i 50 anni, ma è un anniversario ignorato, di cui non c’è traccia nello stand Lancia. Peccato.

Un’assenza che si nota

Tutti presenti a Ginevra, è d’obbligo. Una sola assenza che si nota e non è un bel segnale. Lotus, dalle travagliate vicende societarie, ma che solo due anni fa ci aveva sorpreso con una girandola di concept e progetti produttivi, a Ginevra non c’è.

Ferrari LaFerrari: live al Salone di Ginevra 2013

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