Francoforte 2011: novità, sorprese e delusioni

Fabrizio Brunetti
25 Settembre 2011
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Francoforte 2011: novità, sorprese e delusioni

Le novità che hanno deluso o che hanno lasciato piacevolmente sorpresi al Salone di Francoforte 2011.

Le novità che hanno deluso o che hanno lasciato piacevolmente sorpresi al Salone di Francoforte 2011.

Si chiude oggi 25 settembre l’edizione 2011 del Salone di Francoforte. Ecco quindi una carrellata, non convenzionale, di quello che si poteva trovare tra gli spazi immensi della rassegna tedesca.

Questo Salone ha consacrato un anno ancora difficile nella incerta ripresa dei mercati automobilistici europeo e americano, dopo lo spaventoso crollo iniziato esattamente tre anni fa.

Volkswagen UP vs Fiat Panda

Il segno di questo Salone è lo scontro diretto, l’attacco che Volkswagen porta direttamente alla reginetta del segmento A, la Panda al debutto nella sua terza edizione, con la compatta UP, destinata a dar vita ad un’intera famiglia di city car.

La UP sfoggia il nuovo fascione anteriore “a sorriso” che dovrebbe caratterizzare il muso delle prossime VW, prima fra tutte la futura Golf VII. Design semplice, quasi minimalista, con il solo estro del gruppo ottico posteriore annegato visivamente nel portellone. Interessante, razionale, buon sfruttamento dello spazio le sue qualità.

Per contro la spasmodica ricerca di contenimento dei costi è avvertibile e pone la UP per materiali e finizioni decisamente un passo sotto la sua rivale, la nuova Panda che pur in un contesto di praticità ha un insieme più curato nei materiali e negli accostamenti.

Nella UP 5 porte poi il ricorso ai cristalli posteriori non discendenti e apribili (poco) a compasso, fa tornare alla mente le utilitarie di 50 anni fa. Mortificante e credo assai poco gradito ad un pubblico ormai abituato a valutare al tatto con severità i particolari dell’abitacolo, anche quando si tratta di vetture cittadine ed economiche.

La Panda vanta a mio avviso, oltre ad un design più personale e simpatico, una maggior praticità, una più ampia scelta motoristica – con in testa l’avanzato bicilindrico TwinAir 0,9 da 85cv “Engine of the year 2011” – e allestimenti più curati. 

Sono parziale? Credo di no, mi sembra che la Panda 3 confermi in pieno quella storica capacità tutta Fiat di saper fare le city car. Non a caso, oltre alla 500, gli unici successi Fiat sul mercato tedesco sono rappresentati proprio da Panda e Qubo.

Vedremo come andrà la sfida e se UP riuscirà nel dichiarato intento di strappare alla Panda lo scettro nell’affollato segmento A.

Fiat: al debutto la nuova squadra di Marchionne

Nel risicato padiglione 6, a raffica le conferenze stampa dei marchi di Fiat/Chrysler, prima occasione pubblica per il nuovo board varato nelle scorse settimane, con la presenza al completo di Marchionne, John Elkann e Luca Cordero di Montezemolo.

Tocca ad Olivier Francois, fresco della nomina a capo del brand Fiat, illustrare come intende affermare una nuova immagine del marchio “oltre la 500”, la baby di tendenza che ha conquistato i mercati.

Simply more” semplicemente di più, il nuovo slogan Fiat, ed infatti a rafforzare questa immagine, di solidità, praticità, affidabilità senza fronzoli, uno stand centrato sui due estremi della gamma, la nuova Panda e il maxi crossover Freemont, baciato da un inatteso successo (20.000 prenotazioni) ed esposto in uno squillante rosso metallizzato nella nuova versione a trazione integrale.

Debutto anche per il nuovo responsabile di Lancia/Chrysler, Saad Chelab, l’uomo che ha ideato il fortunato spot di lancio della C200 al Superbowl, con Eminem protagonista. Emozionato, ricordando che il suo giocattolo preferito era il modellino di una Stratos Alitalia di Burago, ha illustrato la nuova gamma Lancia che proprio in terra tedesca fa debuttare le grandi Thema e Voyager e annuncia per giugno 2012 l’introduzione della Flavia Cabrio.

 

Senza illusioni di poter scalzare le tedesche credo che la Thema abbia la possibilità di affermarsi nel segmento E, proprio per la forte personalità, il senso di imponenza sobria che la rende riconoscibile senza sfigurare nel terreno di caccia elettivo dei marchi premium tedeschi.

Anche il Voyager rappresenta probabilmente l’offerta migliore nel mercato, ridotto ma redditizio, dei grandi monovolume. Della Flavia/C200, sapete che mi ero augurato che non si producesse una berlina onorevole ma banale, a fine carriera come la Chrysler C200, bruciando l’evocativo nome di Flavia, ma che sarebbe stato meglio attendere la prossima generazione, molto più personale e competitiva.

Il Cabrio però potrebbe funzionare nella piccola nicchia delle grandi cabriolet a quattro posti che ha di fatto la sola offerta della, cara, classe E Mercedes. Questa Flavia Cabrio, full optional, abbastanza elegante, superbamente rifinita, si ricaverà probabilmente una vita breve ma di relativo successo.

Quella esposta era bianca con gli interni in pelle nappa panna e nero ed ha destato curiosità e interesse.

L’attesa maggiore era però concentrata sui due marchi sportivi di prestigio del gruppo, per la presentazione del concept del grande SUV Maserati Kubang, con il quale il Tridente entrerà in diretta concorrenza con il Porsche Cayenne e della emozionante Ferrari 458 Spider.

Per entrambi i marchi il mercato cinese sarà quest’anno il secondo mercato mondiale e per Ferrari il mercato cinese strapperà sul filo di lana la seconda piazza proprio a quello tedesco, tradizionale roccaforte degli appassionati del cavallino.

Le delusioni

C’era grande attesa per la nuova Honda Civic. La precedente ha costituito uno dei pochi momenti innovativi che il costruttore giapponese, un tempo dinamico e sempre all’avanguardia, ha realizzato negli ultimi dieci anni. Ebbene la nuova sembra solo una replica ingrandita della Civic che va a sostituire.

Stesso stile con i due volumi, il cristallo sdoppiato posteriore, il muso a fascia continua, stessa plancia spaziale, ma di innovativo davvero nulla. Molto larga, più grande, un po’ appesantita resta senz’altro un’auto dalle molte qualità, che la nuova generazione conferma, ma piacerà?

Stesse considerazioni per la rinnovata BMW serie 1. E’ molto simile alla precedente, muso più appuntito, coda “da Polo” ha commentato qualcuno; anche gli interni hanno scarsa personalità e non c’è un gran progresso rispetto a quelli, deprimenti e scarni, della precedente. Sembra quasi un prodotto di transizione più che una nuova serie.

Anche la nuova Yaris mi è parsa meno innovativa ed autorevole delle due apprezzate serie precedenti; più decisa nei tratti ma anche in questo caso poco personale. 

La monovolume compatta Mercedes classe B, nonostante le ampie scafalature sulle fiancate che dovrebbero conferirle maggior dinamismo, resta caratterizzata da un design anonimo.

Mi aspettavo di più anche dal concept coupé compatto Jaguar C-X16; avrebbe tutte le carte per essere bellissima, ma l’insieme non funziona come dovrebbe. Colpa, secondo me, dei vincoli del nuovo stile Jaguar, inaugurato dalla XF, che mantiene anche in questo coupè compatto una bocca anteriore larga e squadrata, lontanissima dagli stilemi che hanno fatto la fortuna della mitica E.

Non mi ha entusiasmato neppure il concept della possibile erede della storica Defender, la Land Rover DC100, ancora una volta per la personalità non sufficientemente marcata. Dai designer della Evoque è lecito attendersi qualcosa di più.

Sono perplesso anche sulla Mini Coupè, che vincolata dall’identità con l’immagine Mini, ha volumi inusuali e discutibili. La Roadster sarà senz’altro più riuscita per l’assenza del tetto, ma questo coupè non mi convince.

Mi sono piaciute

Ho apprezzato invece il terzo modello della linea premium di Citroen, la grande crossover DS5, presentata in versione ibrida Turbodiesel/elettrico. Personale, lussuosa, autorevole, un bell’esempio di stile non banale.

Bello anche il nuovo Maggiolino, come si chiamerà sul mercato italiano; ha riacquistato le proporzioni giuste dei volumi che aveva l’antenata ed anche il design degli interni è coerente con il progetto originale.

Ho apprezzato, come accennato anche il design, accattivante ma non banale della Panda. Splendida la presenza muscolosa dell’Alfa Romeo 4C, davvero bella e degna di rappresentare il meglio del DNA del marchio italiano.

Tra le belle la Porsche 911, che conserva il meglio della sua tradizione in un’immagine impeccabile per purezza e autorevolezza.

Tornata anche a Francoforte dopo il debutto a Ginevra anche la sinuosa concept di berlina a due volumi di Infiniti Etherea, davvero riuscita.

Gli entusiasmi

In un angolo, senza clamori o palcoscenici rutilanti l’auto più emozionante del Salone, la Stratos che Michael Stoscheck ha fatto realizzare in esemplare unico dalla Pininfarina su meccanica Ferrari 430.

Senza parole, è un capolavoro assoluto che fa battere il cuore di tanti ma resterà di uno solo, peccato.

All’estremo opposto finalmente una Cadillac che evoca il lusso sfacciato, mastodontico, eccessivo delle Eldorado degli anni ’50, finalmente qualcosa di autenticamente americano. E’ la spettacolare Ciel, un cabriolet di 5,20 metri di lunghezza, in cui tornano tutti gli stilemi che hanno reso indimenticabili le Caddy degli anni d’oro.

Viola metallizzato, porte a libro, pelle, legno, alluminio, muso massiccio, le mitiche pinne posteriori, la Ciel è perfettamente yankee. Non è destinata alla produzione, ma non si sa mai, sarebbe una vera instant classic.

Stand Audi - Francoforte 2011

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