Attenzione alle truffe in officina

Andrea Tomelleri
02 Agosto 2011
Attenzione alle truffe in officina

I più comuni raggiri messi in atto dalle officine disoneste e come evitarli, ricorrendo quando possibile al fai da te.

I più comuni raggiri messi in atto dalle officine disoneste e come evitarli, ricorrendo quando possibile al fai da te.

Una guida contro le piccole truffe

Far riparare l’auto in officina, si sa, può rivelarsi una faccenda piuttosto costosa. Forse troppo. Ricambi e manodopera hanno il loro prezzo, ma talvolta la cifra richiesta dal meccanico è davvero elevata, anche se il guasto è piccolo. Altre volte l’intervento regolarmente eseguito appare sproporzionato rispetto all’entità del danno oppure del tutto inutile. Senza far di tutta l’erba un fascio, in questi casi è lecito pensare di essere stati raggirati.

Purtroppo, però, spesso il dubbio è destinato a rimanere tale. Infatti quando ci affidiamo a dei professionisti, se non siamo esperti, è impossibile indagare a fondo o contestare il lavoro svolto: dobbiamo fidarci di quello che ci viene detto e, soprattutto, di quello che viene fatto sulla nostra auto. Insomma, la scarsa informazione ci rende più vulnerabili.

Ecco perché abbiamo pensato ad una guida che possa mettere in guardia da eventuali truffe e raggiri, avvalendoci di un’indagine indipendente realizzata dal mensile Altroconsumo. Ma non solo: questa guida vuole anche aiutare ad individuare i piccoli guasti che possono essere riparati in fai da te, risparmiando soldi ed evitando alla radice la possibilità di essere raggirati.

Ecco i raggiri più comuni

Riparazioni non necessarie

Uno dei trucchi più utilizzati dagli autoriparatori disonesti per gonfiare a dismisura il conto finale è quello di effettuare riparazioni assolutamente inutili. Così, ad esempio, per un semplice fusibile bruciato viene cambiata l’intera scatola. Questo ovviamente si ripercuote sul prezzo, che risulterà abbondantemente maggiorato sia per quanto riguarda i materiali che per la manodopera.

Manodopera eccessiva

A volte il meccanico “furbetto” giustifica il costo elevato di una riparazione dicendo di aver perso molto tempo per capire il guasto, quando in realtà si tratta di un intervento standard. In alternativa inventerà controlli e check up che però non sono mai stati effettuati, né ovviamente richiesti. Questi espedienti consentono di aumentare il costo della manodopera e purtroppo sono veramente difficili da smascherare, soprattutto se non viene rilasciata alcuna fattura. L’unica difesa in questi casi è farsi spiegare più approfonditamente il lavoro svolto diffidando di chi rimane troppo sul vago: almeno la prossima volta quell’officina potrà essere evitata.

Informazioni commerciali scorrette

Si tratta di una pratica piuttosto diffusa che consiste nell’indurre il cliente ad acquistare più ricambi o servizi di quelli di cui ha realmente bisogno. Improvvisandosi provetto venditore, il meccanico di turno dirà che i prodotti sono vincolati da promozioni o “fanno parte dello stesso pacchetto”, quando in realtà non è così. Per difendersi basta informarsi adeguatamente sulle promozioni in corso, utilizzando Internet o telefonando direttamente al servizio clienti della Casa.

La fattura è un optional

Un classico all’italiana, che purtroppo non riguarda solo gli autoriparatori, è la mancata fatturazione dell’intervento. Qui si possono trovare diverse “specie” di evasori fiscali: c’è chi emette la fattura solo su richiesta, chi proprio non la rilascia e chi propone uno “sconto” se il cliente rinuncia. Il cliente ha però tutto il vantaggio nel richiederla perché così avrà la possibilità di far valere la garanzia e otterrà maggiore trasparenza sulla riparazione effettuata, riducendo il rischio di incappare nei trucchi sopra citati.

L’indagine di Altroconsumo

A riprova che gli espedienti descritti sono utilizzati più di quanto si pensi, il mensile Altroconsumo ha realizzato un’inchiesta nelle città di Roma, Milano e Napoli con risultati sorprendenti. Le auto oggetto dell’indagine sono state portate presso una trentina di officine dopo essere state appositamente manomesse creando due piccoli guasti: erano stati danneggiati un fusibile (quello del tergicristallo o del tergilunotto) e una lampadina delle luci di posizione.

I criteri dell’inchiesta

Ai vari meccanici i colleghi di Altroconsumo hanno menzionato solo il primo dei due problemi, chiedendo però di dare anche una controllata generale alla vettura. In questo modo è stata messa alla prova la capacità (o la volontà) di fare corrette diagnosi del guasto. Inoltre, sono stati verificati i prezzi per queste due semplici riparazioni: una richiesta ragionevole non doveva essere superiore a qualche decina di euro, considerando che la lampadina e il fusibile hanno costi molto ridotti. In particolare dove sono state effettuate entrambe le sostituzioni, è stato considerato accettabile il costo di un’ora di manodopera al massimo (circa 44 euro + Iva, totale di 50 euro), mentre dove è stata fatta una sola riparazione il costo accettabile è stato dimezzato (25 euro).

Nel variegato mondo degli autoriparatori si è visto davvero di tutto: chi ha sistemato solo il guasto segnalato, chi ci ha aggiunto lavori non necessari, chi non ha eseguito nessuno dei due interventi (ma ha richiesto di essere pagato) e infine, per fortuna, anche che ha riparato correttamente sia il fusibile che la lampadina.

Milano

Nel capoluogo lombardo nessuna officina ha effettuato riparazioni inutili rivelandosi in questo senso la città più virtuosa del confronto. Il capoluogo lombardo però spicca per il costo elevato delle riparazioni che raggiungono i 60 euro con giustificazioni del tipo “ho dovuto controllare l’impianto e smontare il pannello” e addirittura i 150 euro per il montaggio di una lampadina usata e un fusibile usato di amperaggio sbagliato!

Roma

Nella capitale la spesa è stata mediamente più bassa e alcune officine hanno addirittura cambiato il fusibile gratuitamente anche se in due casi è stato messo un fusibile di amperaggio sbagliato. Per contro nessuno si è accorto dell’altro guasto lasciando la lampadina bruciata, mentre in alcuni casi sono state fatte riparazioni sbagliate (sostituzione per 20 euro del relé del tergilunotto, che però non è la causa del problema).

Napoli

Napoli si dimostra la peggiore in fatto di rilascio della fattura e riparazioni non necessarie. E’ qui infatti che è stato raggiunto il costo record: ben 295 euro per la sostituzione dell’intera scatola elettrica (ovviamente inutile), intervento per di più effettuato da un’officina della rete ufficiale. Un fenomeno che rischia di mettere in ombra chi nella città partenopea lavora bene e ha effettuato entrambe le riparazioni correttamente ad un costo contenuto (10 o 20 euro). Si segnala infine chi ha effettuato riparazioni artigianali utilizzando del filo di rame sugli elettrodi.

Il fai da te per non cascarci

Non tutte le riparazioni hanno bisogno del meccanico, soprattutto quelle piccole e di natura elettrica. Prima di rivolgersi ad un riparatore è bene verificare la reale entità del guasto e valutare la possibilità di ripararlo in fai da te risparmiando soldi ed evitando eventuali truffe.

Nel caso di un guasto elettrico la prima cosa da guardare sono i fusibili. Si tratta di piccole valvole il cui scopo è quello di interrompere il circuito nel caso di un sovraccarico di corrente per evitare danni all’utilizzatore che ha causato il problema. Ogni fusibile infatti corrisponde a uno dei componenti elettrici dell’auto (luci, tergicristallo…).

A seconda delle dimensioni i fusibili possono essere mini, medi e maxi. Il diverso colore indica invece l’amperaggio, cioè il carico massimo di corrente che possono sopportare: azzurro 15A, rosso 10A e giallo 20A (tali valori sono comunque riportati anche sopra ciascun fusibile).

Per una diagnosi approfondita che vada ad individuare la causa del corto ed eventuali altri problemi è meglio rivolgersi ad un’officina, ma se si vuole il semplice ripristino della funzionalità del componente basterà sostituire il fusibile. Un’operazione semplice che può essere fatta da tutti.

  • La prima cosa da fare è individuare la scatola portafusibili nella propria auto. Di solito si trova nell’abitacolo sotto il cruscotto (lato guida o passeggero) oppure nel vano motore.
  • Trovata la cassetta portafusibili è necessario esaminare tutti i singoli fusibili per trovare quello corrispondente al componente guasto, ad esempio il tergicristallo, che presenterà il filamento metallico interrotto.
  • Individuato quello guasto può essere rimosso e sostituito con l’aiuto di un’apposita pinzetta in dotazione. Spesso dietro il coperchio del vano fusibili c’è una sintesi della loro ubicazione: basta solo sostituirli con fusibili dello stesso colore e dimensione.

È importante sostituire il fusibile con uno di identico amperaggio; infatti se si mette un amperaggio superiore si permette un passaggio di corrente che potrebbe danneggiare gli elementi del circuito, se invece è inferiore potrebbe non essere sufficiente per un corretto funzionamento. Anche riparare un fusibile artigianalmente con fili metallici può creare problemi, in quanto si ricrea il contatto, ma non la protezione. 

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