Dacia: intervista ad Arnaud Deboeuf

Fabrizio Brunetti
14 Marzo 2014
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Dacia: intervista ad Arnaud Deboeuf

Intervista al direttore del “Programma Entry” del fortunato marchio low cost di Nissan Renault.

Intervista al direttore del “Programma Entry” del fortunato marchio low cost di Nissan Renault.

Qual è il “segreto” del miracolo Dacia, di un marchio low cost nato dieci anni fa dalla scelta strategica di Nissan Renault e che oggi è un successo di vendite, di margini e anche d’immagine?

Segreto? Nessun segreto e se ci fosse non glielo direi, ma l’elemento vincente dell’idea Dacia è aver mantenuto un’assoluta coerenza sui parametri che pensavamo fossero quelli ideali per un marchio low cost. Dunque semplicità, robustezza e affidabilità ad un prezzo molto conveniente, grazie alle sinergie con un grande gruppo come Nissan Renault ed alla produzione in Romania, in prodotti che fossero tagliati sui bisogni dei paesi emergenti. Molta sostanza, rinunciando ad accessori e allestimenti inutili in certi paesi, buon rapporto qualità/prezzo, semplicità ma su basi tecnologiche avanzate, spazio e flessibilità di utilizzo. Siamo partiti da Logan, berlina e poi station wagon e pick-up, per sviluppare sulla stessa base una gamma completa che spazia dalla due volumi, compatta Sandero, al SUV Duster, all’MPV Logan e al monovolume Lodgy per le grandi necessità di spazio, al compatto Dokker, anche in versione Van da lavoro.

Tutta la gamma può essere realizzata sulle stesse linee, intercambiabili e flessibili, il che ci consente di produrre ciò che è realmente richiesto su ogni specifico mercato, con flessibilità anche sui siti di produzione, ad esempio tra Marocco e Turchia. Tutto questo ha funzionato alla perfezione e il nostro mercato low cost, che è venduto per il 60% con marchio Renault e per il 40% con marchio Dacia, ha oggi una presenza di punta nei paesi dell’Est Europa e del bacino del Mediterraneo, ma anche una buona penetrazione nei paesi a mercato motoristico evoluto come Italia, Germania, Francia. Certamente, come lei notava, oltre a crescere nei numeri, Dacia con prodotti come Sandero e soprattutto Duster, si è affermata anche sotto il profilo dell’immagine, non più dimessa ma personale e convincente.

Ma dopo una crescita vertiginosa, il 2013 è stato un anno di stabilizzazione?

Non direi, la crescita è continuata, in alcuni mercati anche con incrementi superiori al 20%, globalmente comunque siamo in crescita, siamo soddisfatti e la fidelizzazione del cliente Dacia è molto elevata.

Il futuro, strategie e programmi?

Quella percentuale tra il marchio Renault e quello Dacia è destinata tendenzialmente ad invertirsi, 60% marchio Dacia, 40% marchio Renault, anche per il differente tasso di crescita dei mercati in cui ci presentiamo con marchio Dacia e perché in generale il marchio ha consolidato la sua immagine. Per quanto riguarda le strategie, non muteremo, continuando a seguire con coerenza le linee che hanno decretato il successo del nostro marchio low cost. Aggiorneremo man mano la gamma, rimanendo sempre attenti all’attualità delle tecnologie, ma mantenendo il carattere di gamma multifunzionale sulla stessa base. L’importante è conservare la capacità, che ci è riconosciuta dai nostri clienti, di rispondere pienamente ai loro bisogni ed alle loro attese in temini di costo, affidabilità, robustezza, praticità.

Ma è vero che il margine del prodotto Dacia è vicino al 4%, che sarebbe un risultato eccezionale per un produttore low cost?

Non le confermo i numeri, ma le assicuro che Dacia produce utili e in misura soddisfacente e siamo certi che continuerà a produrne.

Stand Dacia al Salone di Ginevra 2014

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