Bmw 328 Roadster: in gara con una sportiva di 73 anni

Fabrizio Brunetti
03 Dicembre 2011
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Bmw 328 Roadster: in gara con una sportiva di 73 anni

Alla Pontedecimo – Passo dei Giovi con una BMW 328 Roadster del 1938, un’anziana sportiva straordinariamente moderna.

Alla Pontedecimo – Passo dei Giovi con una BMW 328 Roadster del 1938, un’anziana sportiva straordinariamente moderna.

Partecipo con grande piacere alle gare di regolarità per vetture storiche che si svolgono nei circuiti stradali di tutt’Italia, sulle strade che sono state teatro delle corse più famose.

Ho delle auto storiche e generalmente parto con una delle mie auto percorrendo su strada il trasferimento sino alla località di partenza, anche se lontana centinaia di chilometri. Gli appassionati veri non amano le storiche ferme in esposizione ma vogliono sentirle vive, alla guida, per provare e domare sensazioni d’altri tempi.

La Pontedecimo – Giovi

Avevamo in programma di partecipare alla Pontedecimo – Giovi. Mia moglie fa da navigatore, ma stavolta un’operazione al tendine che ha temporaneamente fermato uno dei più grandi regolaristi italiani, il “maestro” e amico, Gianmaria Aghem, ci ha costretti ad un’insolita accoppiata.

Il “maestro” mi ha concesso l’onore di farmi da navigatore nella gara che ha dominato nelle ultime tre edizioni, la rievocazione della Pontedecimo – Passo dei Giovi, la cronoscalata che nelle 28 edizioni, svolte dal 1922 al 1967, è rientrata costantemente nel ristretto novero delle più famose competizioni stradali italiane.

Tra i vincitori delle edizioni storiche della competizione grandi piloti del passato come Gino Valenzano, Gino Munaron, Odoardo Govoni, Eduardo Lualdi e Sandro Munari. Sì anche il Drago che portò incredibilmente alla vittoria assoluta, al debutto nella squadra corse Lancia HF, la turistica Flavia Zagato nell’edizione del ’66, caratterizzata da una pioggia torrenziale che consentì alla Flavia guidata funambolicamente da Munari di prevalere sulle numerose sport prototipo. Munari arrivò lungo al traguardo e la Flavia, pattinando sull’acqua, né uscì sì vincitrice ma completamente distrutta sulle rocce.

I difficili tornanti che da Pontedecimo salgono sino al passo dei Giovi, nell’aspro entroterra ligure, ospitano una gara rievocativa di regolarità storica ASI che vede ogni anno la partecipazione dei migliori specialisti e di un parco macchine di grande valore.

Ebbene, anche per far felici le mogli che vogliono partecipare come equipaggio femminile con una Fiat 750 Coupé Vignale del 1964, Gianmaria mi propone di raggiungerli in aereo a Torino, da dove partiremo con le storiche per raggiungere Genova.

Mi affiderà la sua Triumph TR3 del ’57. Detto fatto, arriviamo a Torino, andiamo a prendere le macchine nel box, ma… la TR3 singhiozza, sbuffa, scoppietta, va a tre, anche a due. Nemmeno una veloce puntata dal meccanico sistema le cose: è impossibile arrivare a Genova con la TR3 e tanto meno fare la gara.

Alla guida di un mito del passato

E ora? Accanto alla Triumph nel box la prestigiosa, preziosa Bmw 328 Roadster con la quale Aghem/Conti hanno trionfato in tante gare. Non oserei mai chiederla, oltre a lui non l’ha mai guidata nessuno. Ma Gianmaria mi sorprende e insiste perché la utilizzi per la gara.

Farfuglio qualcosa, sono davvero in imbarazzo, ma la sua insistenza e la possibilità di guidare, per giunta in gara su tornati in salita e in discesa, un’auto così prestigiosa che negli anni dal ’37 al ’40 ha vinto praticamente tutte le gare su strada, costituiscono un’esca così ghiotta che non resisto più di due minuti.

E dunque, con cautela e delicatezza comincio a prendere confidenza con il mito. Bella fuori, con il muso lungo, la coda corta e i parafanghi sinuosi, la 328 rappresentava l’essenza sportiva del giovane marchio Bmw.

840kg, un telaio leggero ma rigido, il compatto 6 cilindri in linea di 1971 cc con 80cv, sospensioni e sterzo al massimo della tecnologia sportiva dell’epoca, freni efficienti, la piccola sportiva fu imbattibile nei percorsi stradali e sul misto dei percorsi di montagna.

Calato nell’inaspettatamente comodo sedile in pelle, trovo tutto al posto giusto. In moto il 6 cilindri, così bello anche da vedere, gira regolare e armonioso, docile e pronto all’acceleratore. La leva del cambio, lunga e fina, ha innesti precisi e facili, lo sterzo è leggero e diretto, i freni progressivi ed efficaci. Capisco subito perché questa macchina, al di là della sua linea fluente e grintosa, sia stata un mito da subito.

E’ facile, reattiva, inaspettatamente moderna; anche nel trasferimento lungo l’autostrada dei Fiori, tra gli sguardi incuriositi degli automobilisti “moderni” e l’entusiasmo degli autisti dei TIR che ci omaggiano di strombazzate.

Magari, come quasi tutte le storiche, soffre il caldo…e invece no, nonostante la calura da estate piena, l’indicatore di temperatura della “wasser” resta su valori rassicuranti. Tutto facile, un’immediata, inattesa confidenza, c’intendiamo subito e Gianmaria sembra rilassarsi, anche se mi ha affidato un gioiello prezioso.

La gara

L’indomani, sabato, inizia la gara con alcune prove nel porto antico di Genova. A parte la mia poca confidenza con il lungo muso della 328, che mi fa anticipare costantemente i passaggi sul pressostato, l’intesa è perfetta e mi sembra di averla sempre guidata.

Domenica la carovana si trasferisce a Mignanego da cui alle 09,30 prende il via il primo dei due giri che, tornante dopo tornante, porteranno le storiche sul mitico Passo de’ Giovi, per tornare di nuovo a Pontedecimo.

Adesso si fa sul serio, Gianmaria mi incita a non risparmiare l’acceleratore e a trattare la 328 come farei con la mia storica. Facile a dirsi ma sento il peso della responsabilità e parto cauto; basta poco e il piacere prende il sopravvento.

Motore, cambio, sterzo, freni, è un’estasi condurre la piccola, grintosa Roadster di 73 anni tra i tornanti. Perfetta, ci si innamora, ti fa perdere la testa nonostante l’età.

Finiamo quarti nella classifica generale, nonostante i miei errori, per merito suo, decisamente. Rientro a Torino, devo lasciarla, mi dispiace, molto, ma ho vissuto un’esperienza esaltante che non dimenticherò.

Gran macchina, fascino immutato, grazie Gianmaria.

Bmw 328: una sportiva d'altri tempi

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