Una Tonino Lamborghini elettrica in Montenegro

Andrea Barbieri Carones
09 Marzo 2010
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Una Tonino Lamborghini elettrica in Montenegro

Grazie a un accordo firmato con il governo locale, Tonino Lamborghini produrrà un migliaio di vetture elettriche ogni anno

Grazie a un accordo firmato con il governo locale, Tonino Lamborghini produrrà un migliaio di vetture elettriche ogni anno.

Il Gruppo Tonino Lamborghini ha firmato un accordo con il governo del Montenegro per iniziare la produzione di auto elettriche, con l’obiettivo di immettere sul mercato un migliaio di veicoli Lamborghini all’anno e possibilità di assemblarne un numero superiore. Intanto, il governo montenegrino ha dato la sua disponibilità ad acquistarne alcune da impiegare per la polizia, per gli aeroporti, per le poste, per il turismo o per altri servizi.

L’avvio di attività imprenditoriali del Gruppo Tonino Lamborghini dall’altro lato dell’Adriatico si inquadra in una collaborazione caldeggiata dal governo italiano agli imprenditori, per migliorare i rapporti con il Montenegro, che metterebbe a disposizione alcune strutture industriali dismesse e applicherebbe un regime fiscale di particolare favore.

Tonino Lamborghini presidente del Gruppo omonimo, oltre a un marchio italiano di prestigio riconosciuto in tutto il mondo, il proprio know how acquisito negli anni grazie alle esperienze professionali delle aziende fondate negli anni ’90 per la produzione e commercializzazione di city car, golf e utility cart (già usate dall’Arma dei Carabinieri o dalla Polizia in aeroporti e stazioni, e da Papa Wojtyla per la papamobile).

Il finanziamento del progetto avverrebbe invece attraverso imprenditori montenegrini già attivi nella regione nel settore della vendita e distribuzione di auto, capaci quindi di favorire la penetrazione di tali vetture nei Paesi dell’area balcanica. La prospettiva futura, infatti, è quella di costituire un hub in Montenegro per la produzione di piccole vetture elettriche da distribuire nell’Est Europa, in Grecia e in Turchia. La prima fase prevede la creazione di una struttura di assemblaggio, per arrivare poi a produrre in Montenegro tutti i singoli componenti a bassa tecnologia (tranne il motore).

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