Pininfarina Bluecar: arriverà nel 2011

Francesco Giorgi
16 Ottobre 2009
4 Foto
Pininfarina Bluecar: arriverà nel 2011

Serve una “scossa” per portare avanti lo sviluppo delle elettriche nazionali: è il messaggio lanciato dall’azienda torinese

Serve una “scossa” per portare avanti lo sviluppo delle elettriche nazionali: è il messaggio lanciato dall’azienda torinese

Si farà o non si farà… Alcune “voci di corridoio” danno per certa, o molto probabile, la produzione della Bluecar, la vettura elettrica di Pininfarina già vista lo scorso marzo al Salone di Ginevra, nel 2011. Si tratterebbe del risultato di una joint venture fra l’azienda torinese e l’imprenditore francese Vincent Bolloré che, se arrivasse a destinazione, porterebbe nuova linfa per l’agitato momento che vede protagonista la storica Carrozzeria.

 

Al momento, secondo alcuni pareri vicini alla Pininfarina, l’azienda è interessata da una commessa di 6 mila unità ordinate della Bluecar, per le quali tutte e due le compagnie potranno decidere quali batterie equipaggeranno la vettura elettrica. E questo perché Bolloré, amico personale del premier francese Nicolas Sarkozy, potrà approfittare di un aiuto da parte del Governo transalpino qualora decidesse di produrre “in casa” le batterie, mentre la Pininfarina avrà libera scelta su quali accumulatori utilizzare.

 

Il futuro della citycar elettrica, che era stata esposta in anteprima assoluta al Salone di Ginevra nelle vesti di concept equipaggiato con batterie al litio e pannelli solari (per un’autonomia dichiarata di 250 km con una ricarica) è però meno certo di quanto sembri.

 

La situazione sindacale all’interno dello stabilimento di Cambiano (sede della Pininfarina), dove peraltro una parte dei 1600 dipendenti si trovano in cassa integrazione, non è delle migliori. Nei giorni scorsi, infatti, i rappresentanti sindacali hanno evidenziato che “Lo stabilimento ha bisogno di nuove commesse; quelle già in corso d’opera non bastano a coprire i costi, vanno a esaurirsi e occupano i lavoratori solo per quattro giorni al mese”.


D’altro canto, è pure emerso che il Governo francese ha allo studio un programma di finanziamento allo sviluppo dell’auto elettrica per 1,5 miliardi di euro. Da qui, fare uno più uno è uno scherzo: Bolloré potrebbe, nel futuro, riservare le batterie di sua produzione alla produzione francese, lasciando a bocca asciutta il partner italiano che, senza un intervento governativo, si troverebbe in evidente difficoltà.


Il messaggio da parte della Pininfarina è chiaro: per terminare lo sviluppo della Bluecar serviranno almeno altri due anni; nel frattempo, i maggiori Costruttori non stanno a guardare.

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