Maserati “Eldorado”: una livrea che ha fatto scuola

Valerio Verdone
29 Giugno 2018
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La monoposto Maserati è nota per aver dato il via alle sponsorizzazioni provenienti da aziende non legate al mondo dell’automobilismo.

Tra le auto da corsa leggendarie, merita senza ombra di dubbio un posto nella storia la Maserati “Eldorado”, che ha dalla sua il fatto di essere stata nel 1958 la prima monoposto in Europa ad essere sponsorizzata da un marchio non legato al mondo dell’automobilismo. Con livrea che pubblicizzava la nota marca di gelati, la vettura del Tridente dette vita alle sponsorizzazioni dell’era moderna.

Voluta dal Commendatore Gino Zanetti, proprietario dell’industria di gelati Eldorado, aveva il compito di promuovere il marchio a livello internazionale correndo a Monza nel “Trofeo dei due Mondi”: una 500 Miglia speculare a quella di Indianapolis, a cui partecipavano i migliori piloti americani ed europei. Certo, doveva far effetto vedere una Maserati, nello specifico la 420/M/58 con numero di telaio 4203, verniciata integralmente nella tonalità bianco panna e con due scritte nere Eldorado di grandi dimensioni ai lati dell’abitacolo, che andavano a sommarsi alle altre due più piccole presenti sul musetto e sotto il piccolo deflettore anteriore. Completavano la personalizzazione il logo con il  volto del cowboy sorridente posto al centro del musetto e ai lati della pinna posteriore e la scritta Italia, in rosso, sotto quelle Eldorado.

Guidata da Stirling Moss, poteva contare su un propulsore derivato dall’otto cilindri che aveva equipaggiato le 450S bi-albero, con cilindrata ridotta a 4.190 cc ma in grado di erogare 410 CV a 8.000 giri. Si trattava di un’unità montata disassata di nove centimetri a sinistra rispetto all’asse longitudinale, così come la trasmissione, per ottenere una giusta distribuzione dei pesi in considerazione del senso di marcia antiorario nelle curve sopraelevate di Monza.

La “Eldorado” era realizzata su un telaio tubolare, ed aveva una sospensione posteriore priva del differenziale, mentre il cambio era a due rapporti. Inoltre, poteva contare su ruote a disco in magnesio Halibrand e pneumatici Firestone da 18 pollici con battistrada a treccia, gonfiati a gas elio per ridurre il peso che arrivava a 758 kg. Chiaramente, la carrozzeria era in alluminio, battuta a mano da Fantuzzi, e vantava una pinna aerodinamica verticale dietro l’abitacolo oltre che da una presa d’aria frontale per i carburatori.

Purtroppo, nelle tre manche della gara, che si svolse il 29 giugno 1958 nell’autodromo di Monza, Moss arrivò settimo ottenendo il 4° posto nella prima manche, il 5° nella seconda e rimase coinvolto in un incidente nella terza per via della  rottura del comando dello sterzo. Ma per la Eldorado ci fu un futuro in rosso, precisamente alla 500 Miglia di Indianapolis del 1959 dove arrivò con una livrea rossa e modifiche alla sua siluette tra cui la scomparsa delle pinna posteriore. Nelle mani del gentleman-driver Ralph Liguori non arrivò alla qualificazione per via del 36esimo tempo e non rientrò tra le 33 vetture al via.

Oggi la Maserati “Eldorado”, perfettamente ripristinata nella sua livrea originale bianca, si trova a Modena e appartiene alla Collezione Panini come altre vetture fondamentali per la storia del Tridente.

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