Fiat 124 Spider: i suoi primi cinquant’anni

Francesco Giorgi
03 Novembre 2016
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Fiat 124 Spider: i suoi primi cinquant'anni

3 novembre 1966: al Salone di Torino la 124 Spider; da allora ne vennero prodotte tre serie. Ecco tutta la storia della “due posti” Pininfarina.

3 novembre 1966: al Salone di Torino la 124 Spider; da allora ne vennero prodotte tre serie. Ecco tutta la storia della “due posti” Pininfarina.

Il 2016 di Fca sarà ricordato per il rilancio di alcuni dei modelli che hanno contribuito a costruire pagine indelebili nella storia dei marchi che, oggi, fanno capo a Fiat – Chrysler Automobiles. Due su tutti: la attesissima Alfa Romeo Giulia, pronta a riportare in un primo piano internazionale il marchio del Biscione; e, per gli appassionati della guida “en plein air“, Fiat 124 Spider, già declinata nella versione high performance Abarth 124 Spyder.

Un progetto, quello della “due posti scoperta” a marchio Fiat, che ha visto l'”asse Torino – Detroit” in uno scambio tecnologico con Mazda, che ha fornito l’ispirazione per le linee della vettura. In questi giorni, tuttavia, un importante anniversario segna la storia della spider più amata dagli enthusiast delle Fiat sportive: si tratta dei cinquant’anni di Fiat 124 Spider, che proprio mezzo secolo fa debuttava in anteprima.

Salone di Torino 1966: arriva la 124 Spider

La progenitrice dell’attuale 124 Spider fece il proprio ingresso al Salone di Torino, il 3 novembre 1966, anno – chiave nella storia e nella cultura italiane. La lunga eco del boom economico faceva ancora sentire il proprio effetto ottimistico in un’Italia in piena espansione industriale. La congiuntura del 1964 – 65 aveva soltanto scalfito il generale clima di fiducia che si avvertiva in gran parte del Paese, basato su una filosofia tutta moderna: la pubblicità, il consumismo, la sensazione di potersi finalmente permettere la “sacra triade” che per i decenni successivi avrebbe governato l’esistenza di molti italiani e giustificato sacrifici lavorativi e familiari: “auto – vacanze – elettrodomestici” (in ordine sparso). A forza di… “farfalle” (così venivano chiamate le cambiali, mattoni sui quali si è costruita un’intera Nazione, nei controversi anni 60), l’Italia cresceva. E, per i giovani rampanti, per i professionisti affermati, per gli sportivi senza troppi problemi di portafoglio, ci voleva un prodotto nuovo, svelto, dalla linea inequivocabilmente italiana, “pulita” e moderna.

Ed ecco, sulla base della Fiat 124, “Auto dell’anno” in produzione da pochi mesi, la declinazione a due posti secchi e capotte: la Fiat 124 Spider, che il 3 novembre 1966, al Salone di Torino, si trovò in buona compagnia con una serie di novità targate Fiat, dalla “sorella” coupé Fiat 124 Sport Spider, alla “cugina” station wagon (Fiat 124 Familiare) alla alto di gamma Fiat Dino, la “V6” costruita intorno al nobile motore progettato una decina d’anni prima da Dino Ferrari.

“Dino” a parte, fu tuttavia la 124 Spider a catalizzare l’attenzione dei visitatori che in quei giorni di inizio novembre di cinquant’anni fa – edizione che si svolse negli stessi giorni della tragica alluvione di Firenze – affollarono il Salone di Torino. La linea della vettura, interpretata da Pininfarina secondo i consueti stilemi della Carrozzeria torinese (linee semplici e nette, profilo “basso” e, nello stesso tempo, sportivo ed elegante: anche le vetture, come il gentiluomo, se “vestono” con gusto devono passare inosservate) fecero immediato scalpore. Una impostazione del frontale caratterizzata da una inedita griglia esagonale, i parafanghi più alti del cofano, le “pinne” posteriori appena accennate a costruire una linea che abbracciava il disegno del baule: ecco gli atout stilistici della allora inedita 124 Spider.

Meccanica 124, motore bialbero firmato Aurelio Lampredi

Sotto il cofano (ma non solo: diciamo: sotto la scocca portante), la 124 Spider raccontava storie di famiglia: vettura tutta sostanza, non presentava caratteristiche tecniche stravolgenti. La rassicurante meccanica ereditata dalla Fiat 124 berlina metteva d’accordo tutti; per assecondare il gusto sportivo, la motorizzazione venne affidata a un’altra nobile firma: il livornese Aurelio Lampredi, che progettò appositamente un’unità a quattro cilindri, da 1.438 cc, dalla distribuzione a doppio Albero a camme in testa e cinghia in gomma, albero motore a cinque supporti di banco, testata in alluminio e valvole di grande diametro (la base di questo motore, utilizzato dal Gruppo Fiat sino all’inizio del nuovo Millennio, fu successivamente indicata come “Bialbero Lampreditout court). L’unità 1.4 della prima Fiat 124 Spider, abbinata a un nuovo cambio a cinque rapporti, sviluppava una potenza di 90 CV: non moltissimi in senso assoluto, ma più che sufficienti per apprezzare la guida “en plein air” e, soprattutto, avere a disposizione una notevole elasticità di marcia.

Per la Fiat 124 Spider, come era avvenuto poco tempo prima per la Alfa Romeo Duetto, il destino apparve chiaro fin dall’inizio: trovare un ampio consenso oltreoceano, fra gli automobilisti Usa e nel promettente mercato a stelle e strisce che, riguardo alle sportive, era storicamente feudo britannico. Ed ecco lo sbarco in  terra d’America, dove la Fiat 124 Spider approdò nel 1968, anno centrale nella moderna cultura internazionale.

1969: l'”Autunno caldo” e la seconda serie

Il “sogno americano” per Fiat non si esaurì con la prima 124 Spider: già nel 1969, venne sviluppata la seconda serie della vettura, che fu presentata, con alcuni dettagli estetici rinnovati e la possibilità di un nuovo più potente “bialbero” 1.600 cc (110 CV) nell’ottobre dello stesso anno, al Salone di Torino poi ricordato per l'”Autunno caldo” e le vertenze sindacali e politiche, che di fatto conclusero gli spensierati (e, per certi versi, un poco fatui) anni 60 e inaugurarono un’epoca ben più “grigia”: gli anni 70. Un decennio che, dal punto di vista sociale, prolungò la propria longa manus fino ai primi anni 80.

Fu, tuttavia, nei più “rigorosi” anni 70 che Fiat 124 Spider conobbe l’apice della propria storia, attraverso un felicissimo programma che abbinò la produzione “stradale” (ormai consolidata) ad affermazioni sportive tutt’oggi celebrate.

Il merito di origine va ascritto alla creazione (1968) di un “Servizio corse clienti” che permetteva agli acquirenti Fiat con velleità sportive, di poter usufruire di servizi ad hoc: listini e ricambi sccontati, assistenza in gara soprattutto, in un Paese (l’Italia) nel quale la passione sportiva ha spesso conosciuto una fama pure superiore alla “normale” produzione. Come dire: se l’italiano medio aveva voglia di cimentarsi nell’agonismo, Fiat era presente.

Gli anni dei successi sportivi

Con la terza serie di Fiat 124 Spider, arrivata nel 1972, le modifiche si concretizzarono nell’adozione della meccanica Fiat 132, l’ultima nata fra i modelli alto di gamma Fiat, a sostituire le Fiat 125 e 125S, nate nel 1967 come modelli di transizione ed ufficialmente “provvisori”, e che invece conobbero un grandissimo successo. Debuttarono, così, un nuovo 1.600 e soprattutto un inedito 1.800, “ovviamente” bialbero.

Gli occhi degli appassionati, tuttavia, furono universalmente rivolti alla Fiat Abarth 124 Rally: niente capotte in tela, ma un più pratico hardtop, carrozzeria con cofano e baule in nero opaco e pannelli alleggeriti, un 1.800 appositamente “riveduto e corretto” da Abarth che era stata appena acquisita da Fiat. Fu, la Fiat Abarth 124 Rally, la prima Fiat costruita appositamente per l’impiego agonsitico: nelle successive versioni (8 valvole, 16 valvole, carburatori, iniezione) conquistò, oltre al cuore degli enthusiast, due Campionati europei rally (1972, con il grintosissimo Lele Pinto; 1975, con Maurizio Verini) e un Italiano rally (1975, con Roberto “Bobo” Cambiaghi, il popolarissimo “Jena” scomparso alcuni giorni fa).

1975 – 1981: soltanto per gli Usa

Dal punto di vista produttivo, anche per l’ingresso in gamma della Fiat X1/9 su meccanica Fiat 128 1.300, per la 124 Spider le possibilità sarebbero state due: abbandonare definitivamente il mercato, con delusione degli appassionati; oppure proseguire in una propria nicchia. I vertici Fiat scelsero per la seconda ipotesi, e per la 124 Spider si aprì un nuovo periodo, quasta volta però tutto americano. Chiamata semplicemente “Fiat Spider” (la 124 era uscita di produzione nel 1974; l’anno successivo si erano fermate le linee di montaggio della Coupé) venne prodotta esclusivamente per il nord America, dal 1975 al 1981, inizialmente con il consueto bialbero 1.756 cc, in un secondo tempo con la stessa unità portata a 1.995 cc ed alimentata con l’iniezione elettronica Bosch.

Pininfarina Spidereuropa: il ritorno

Il ritorno in Europa di Fiat 124 Spider avvenne alla fine del 1981, con la presentazione della Pininfarina Spidereuropa, prodotta e commercializzata dalla carrozzeria torinese. La “Spidereuropa” (che nel 1983 venne affiancata dalla versione “Volumex“, sovralimentata con il compressore volumetrico) fu prodotta fino al 1985.

Il resto, è storia di oggi. Mai del tutto uscita dall’immaginario collettivo, la 124 Spider è tornata, quest’anno, a mezzo secolo esatto dalla progenitrice. Il tempo dirà se la attuale Fiat 124 Spider regalerà agli appassionati la stessa immagine della “storica”.

 

Fiat 124 Spider: la storia nelle immagini

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