I 50 anni dell’Autodelta

Luca Gastaldi
06 Aprile 2013
33 Foto
I 50 anni dell'Autodelta

L’Autodelta nasce nel ’63 per poi diventare il reparto corse Alfa Romeo fino agli anni 80. Vetture mitiche come le Giulia GTA e le 33 prototipo.

L’Autodelta nasce nel ’63 per poi diventare il reparto corse Alfa Romeo fino agli anni 80. Vetture mitiche come le Giulia GTA e le 33 prototipo.

Un triangolo banco con il bordo azzurro e all’interno una bandiera a scacchi. Al centro la scritta in maiuscolo “Autodelta“. È il simbolo delle Alfa Romeo da corsa, di quelle vetture che hanno vinto in pista e su strada, nelle gare per vetture turismo e in Formula 1, nei rally e nelle endurance.

Oggi questo marchio mitico compie 50 anni: forse un po’ un silenzio e in sordina, perché l’attività sportiva dell’Alfa non esiste più. Ma gli appassionati, in tutto il mondo, hanno la memoria buona e sicuramente ricorderanno questo particolare anniversario.

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Noi, intanto, proviamo a ripercorrere le tappe principali di questa bella storia motoristica tutta italiana, fatta di competenza, passione, coraggio, intuito e determinazione. È il 5 marzo 1963 quando, a Udine, l’ingegnere Carlo Chiti (tecnico che arriva dalla Ferrari) e Lodovico Chizzola (concessionario Alfa Romeo della città friulana) fondano la società Auto-Delta per la costruzione e la preparazione di auto da corsa. Ben presto, però, l’azienda entra nel mirino dell’Alfa Romeo, tanto che già nel 1964 l’Autodelta (nel frattempo ha cambiato ragione sociale) si trasferisce a Settimo Milanese per essere più vicina al marchio di Arese.

Il ruolo affidato all’AutoDelta è quello di far tornare alle competizioni le vetture Alfa Romeo, che avevano abbandonato lo sport all’inizio degli anni Cinquanta dopo aver conquistato i titoli piloti in Formula 1 con Juan Manuel Fangio e Nino Farina.
L’Autodelta sviluppa e costruisce le prime Giulia TZ (Tubolare Zagato) a coda tronca. Concepita nel 1959 per sostituire la Giulietta SZ, la Giulia TZ 1 viene presentata nel giugno del 1962 e poi realizzata in 124 unità con il motore 1,6 litri da 112 CV.

Il debutto nelle competizioni avviene a Monza nel novembre del 1963 e subito quattro Alfa Romeo Giulia TZ si piazzano ai primi quattro posti della categoria Prototipi con Lorenzo Bandini, Roberto Bussinello, Giancarlo Baghetti e Consalvo Sanesi.

L’omologazione nella categoria Gran Turismo risale all’inizio del 1964 e viene inaugurata con l’affermazione nella propria categoria alla 12 Ore di Sebring, in Florida, con Stoddard-Kaser. Seguono i successi, sempre nell’ambito del Gran Turismo fino a 1600 cc, alla Targa Florio con Bussinello-Todaro, terzi assoluti, alla 1000 Chilometri del Nurburgring, con Biscaldi-Furtmayr, e alla 24 Ore di Le Mans con Bussinello-Deserti.

La Giulia TZ si dimostra vincente anche nei rally: l’equipaggio francese Rolland-Augias si impone infatti nella classifica assoluta della Coupe des Alpes e al Criterium des Cevennes, seconda assoluta al Tour de Corse, prima di classe al Tour de France, mentre De Adamich-Scarambone, con la Giulia Ti Super vincono il Rally dei Fiori. Anche il 1965 è ricco di successi, che culminano con le vittorie assolute della Giulia TZ alla 6 Ore di Melbourne con Roberto Bussinello e al Giro d’Italia con Andrea De Adamich e Franco Lini.

Nello stesso anno viene presentata al Salone di Amsterdam e poi a Ginevra la nuova Giulia GT, trasformata per le competizioni in GTA (Alleggerita). La vettura da corsa pesa solo 700 kg e, rispetto al modello normale, ha la testa con doppia accensione (due candele per cilindro). Questo modello, di 1600 cc, si aggiudica il Challenge Europeo Marche per tre anni consecutivi, dal 1966 al 1968, e i titoli Piloti con Andrea De Adamich (1966 e 1967) e con Spartaco Dini (1968).

Ignazio Giunti si aggiudica il Campionato Europeo della Montagna 1967. In questo triennio i successi della GTA sono moltissimi, anche negli Stati Uniti e in Sudamerica. Tra i più prestigiosi ricordiamo il 1°, 2° e 4° posto assoluto alla 6 Ore del Nurburgring 1967, il 1° e 2° posto assoluto nella 250 Miglia di Castle Rock-Colorado. Nel 1966, la Giulia GTA ottiene un prestigioso successo anche nei rally: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay si aggiudicano la Mitropa Cup.
Sempre nel 1966, l’Autodelta viene consociata all’Alfa Romeo e Carlo Chiti ne diventa direttore.

Nel 1967 l’Autodelta realizza un prototipo GTA sovralimentato per competere nel Gruppo 5. Il motore abbina due compressori centrifughi coassiali ciascuno ad una turbina azionata dall’olio messo in pressione da una pompa assiale, collegata mediante catena al motore. Un’altra peculiarità del motore è il raffreddamento ad acqua direttamente nei condotti di alimentazione al fine di ridurre la temperatura della miscela nella camera di scoppio. La potenza è di 220 cavalli e durante i test questa GTA denominata SA (sovralimentata) supera i 240 km/h. Con il pilota tedesco Dau vince la 100 miglia di Hockenheim.

Per venire incontro alle esigenze dei piloti privati, nel 1968 viene realizzata la versione di 1300 cc aspirata, denominata GTA 1300 Junior Autodelta, che per quattro anni detta legge nella propria classe di cilindrata, riuscendo a conquistare il titolo europeo assoluto nel 1971 e nel 1972. La GTA 1300 Junior viene prodotta in 447 esemplari. Le versioni corsa preparate da Autodelta erogano una potenza di 160 CV a 8000 giri/minuto.

Nel 1970, l’olandese Toine Hezemans si aggiudica il titolo con l’Alfa 1750 GT Am, derivata dalla versione GT 1750 modello americano, con iniezione Spica. L’anno successivo entra in scena la 2000 GT Am, grande protagonista in tutte le competizioni. Nel 1970 si impone a sorpresa nella 24 Ore di Spa-Francorchamps, nella quale vince anche la Coupe du Roi riservata alle migliori squadre. Successo che ripeterà per cinque anni consecutivi, fino al 1976. Di GT Am ne vengono costruite circa 40 unità.

Due titoli iridati con le sport-prototipo

I primi studi relativi alle vetture sport-prototipo risalgono al 1964 e il primo esemplare vede la luce un anno dopo, dotato del motore a quattro cilindri della TZ2.
Un passaggio importante per l’Autodelta, che in seguito svilupperà il motore a 8 cilindri a V di 1.998 cc. Il telaio è ispirato alla tecnica aeronautica e consiste in tre tubi d’alluminio a forma di H asimmetrica. La 33/2 debutta il 12 marzo 1967 vincendo in Belgio la cronoscalata di Fléron. Successivamente, nel 1968, viene impiegata nel Campionato Internazionale Marche, mettendosi in evidenza alla 24 Ore di Daytona grazie al 1° e 2° posto nella categoria 2 litri con Vaccarella e Schutz, e alla Targa Florio.

Nel 1968, la 33/2 conquista 15 vittorie assolute e 6 di categoria. Memorabili quelle di Vallelunga, Mugello, Imola e i primi tre posti di classe alla 24h di Le Mans.
Debutta nella primavera del 1969, anno in cui conquista la vittoria assoluta a Zeltweg (Austria) e a Enna (Italia). Nel 1971 la 33/3 vince la 1000 km di Brands Hatch con De Adamich-Pescarolo, la Targa Florio con Vaccarella-Hezemans, e la 6 Ore di Watkins Glen con De Adamich-Pescarolo. Successi che portano alla Casa del Biscione il secondo posto nella graduatoria del Mondiale Marche.

Nel 1975 inizia il capitolo più entusiasmante della 33. Il telaio perfettamente a punto e il debutto felice del motore 12 cilindri boxer da 500 cavalli creano i presupposti per un dominio totale. Il campionato Mondiale è vinto con sette successi in otto gare disputate. Di 33 TT 12 ne vengono costruite solo sei unità.
Il titolo iridato viene ripetuto nel 1977 con la 33 SC 12, che si aggiudica tutte le otto gare in programma con Arturo Merzario e Vittorio Brambilla.

La Formula 1

Grazie ai due successi ottenuti nel 1978 con la Brabham motorizzata Alfa Romeo e con Niki Lauda al volante, nel 1979 l’Alfa ritorna ufficialmente in Formula 1 con la monoposto 177 e Bruno Giacomelli, che esordiscono il 13 maggio a Zolder nel Gran premio del Belgio. I migliori piazzamenti sono due terzi posti, ottenuti nel 1981 a Las Vegas con Giacomelli e a Montecarlo nel 1982 con Andrea De Cesaris. Lo stesso pilota, con la 183 turbo, si piazza secondo nei gran premi di Germania e del Sudamerica del 1982. Nel 1984 Riccardo Patrese ottiene il terzo posto nel Gran Premio d’Italia.
L’avventura Alfa Romeo-Autodelta in Formula 1 si conclude nel 1985 con la 185T. I motori, però, continuano a essere utilizzati dalle monoposto Osella.

I rally

L’impegno Autodelta nei rally inizia nel 1974 con l’Alfa Romeo Alfetta berlina. Luciano Trombotto vince il Gruppo 2 nella gara d’esordio, il Rally San Martino di Castrozza, valido per il Campionato Europeo. L’anno successivo il testimone passa all’Alfetta Gt, che ottiene con Amilcare Ballestrieri un significativo successo assoluto nel Rally Isola d’Elba. Nel 1978, Mauro Pregliasco e Vittorio Reisoli vincono invece il titolo tricolore Gruppo 2.
L’Autodelta chiude definitivamente nel 1982, quando l’Alfa Romeo acquisisce la struttura per trasformarla nel reparto Alfa Corse. Carlo Chiti, a quel punto, fonda la sua Motori Moderni per fornire propulsori di F1 a Minardi e Subaru.

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