Aston Martin Valkyrie: nuovi dettagli della hypercar firmata Adrian Newey

Francesco Giorgi
12 Luglio 2017
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Il nuovo progetto “estremo” condotto dal marchio di Gaydon insieme a Red Bull Advanced Technologies prende forma: ecco come sarà la hypercar Valkyrie, destinata ad un ristrettissimo club di super appassionati.

All’inizio era stata indicata con il nome in codice “AM-RB 001”. Successivamente – si tratta, in ogni caso, di un passato recentissimo: parliamo di alcuni mesi fa – ne è stato comunicato il nome con il quale, in prooezione a breve-medio termine, si presenterà sul mercato (seppure in serie ultralimitata): è la hypercar Aston Martin Valkyrie, biposto sviluppata in collaborazione con Adrian Newey, il tecnico protagonista dei successi Red Bull in F1.

La vettura, già definita esattamente un anno fa e programmata in 175 esemplari (le consegne avverranno a partire dal 2019), viene in queste ore svelata in una inedita evoluzione, insieme all’impostazione dell’abitacolo, mai mostrata finora.

Con Aston Martin Valkyrie – esposta lo scorso marzo al Salone di Ginevra in veste di concept e, ora, completata nelle linee definitive per ottenere l’omologazione all’impiego su strada – il marchio di Gaydon dichiara apertamente un “new deal” nel settore della massima espressione in chiave tecnologica e prestazionale. Il progetto Valkyrie si distacca totalmente dalla precedente hypercar One-77, le cui linee risentivano dell’eredità stilistica dalla “normale” produzione Aston Martin. In questo senso, l’impostazione del corpo vettura è una diretta conseguenza delle scelte hi-tech relative a telaio, carrozzeria e motorizzazione.

L’immagine esteriore di Aston Martin Valkyrie è quella di una vettura a due posti, con l’abitacolo posizionato nella metà anteriore del veicolo e il gruppo propulsore collocato al centro. Di rilievo, nell’ottica delle massime prestazioni aerodinamiche, le soluzioni adottate da Red Bull Advanced Technologies: nella zona anteriore della vettura – precisamente: fra la cellula abitacolo e gli ampi passaruota anteriori – Aston Martin Valkyrie presenta due vistose aperture. Tale soluzione, scelta da Adrian Newey per aumentare la deportanza dell’aria, si abbina all’adozione di una tecnica aerodinamica “da Formula 1”: sono da segnalare, a questo proposito, i due tubi Venturi inferiori che accompagnano Valkyrie per l’intera lunghezza, e che – unitamente allo studio di uno specifico diffusore – contribuiscono a creare dei flussi tali da evitare il posizionamento di ulteriori appendici aerodinamiche esterne, che dal punto di vista estetico appesantirebbero l’impatto visivo sulla vettura. Il risultato ottenuto da Newey e Aston Martin, per Valkyrie, è una hypercar dalle linee “pulite”, che mettono in risalto l’inedito discorso stilistico all’insieme del veicolo.

All’insegna della massima attenzione ai pesi è, fra le particolarità portate in dote dalla hypercar Valkyrie, anche la targhetta Aston Martin collocata sul frontale della vettura: questo particolare viene prodotto in “Lacewing”, un materiale a base di alluminio da 70 micron di “spessore” (meno di un capello umano). Di rilievo anche il diametro del terzo stop posteriore: un Led da appena 5,5 mm x 9,5 mm.

Sollevate le porte “ad ala di gabbiano”, l’abitacolo di Aston Martin Valkyrie, volutamente “minimal”, presenta i sedili che formano un corpo unico con la monoscocca in fibra di carbonio (sistema analogo a quello impiegato su LaFerrari), le cinture di sicurezza a quattro punti (Aston Martin prevede, per i clienti che utilizzeranno la hypercar in pista, anche cinture di sicurezza a sei punti), il volante di forma rettangolare (disegno che richiama quelli utilizzati nelle monoposto di F1) amovibile, multifunzione e dotato di display per il controllo dei parametri vettura e delle telemetrie, un display OLed centrale e due schermi laterali, più piccoli, che sostituiscono gli specchi retrovisori esterni. La posizione di guida è tipicamente “racing”: la pedaliera è collocata più in altodella “seduta”.

Sotto il cofano, la hypercar Aston Martin Valkyrie dovrebbe essere equipaggiata con un inedito modulo “mild hybrid” formato da un’unità principale (V12 da 6,5 litri) per la cui progettazione sono stati incaricati i tecnici Cosworth, e da un più piccolo motore elettrico by Rimac.

Aston Martin Valkyrie: prime immagini ufficiali

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