Disabili sulle strisce blu, i casi Napoli e Brescia

Redazione
22 Febbraio 2010
Disabili sulle strisce blu, i casi Napoli e Brescia

Una sentenza prevede la multa per chi non paga il pedaggio, anche se portatore di handicap. Nelle due città proposte e polemiche

Una sentenza prevede la multa per chi non paga il pedaggio, anche se portatore di handicap. Nelle due città proposte e polemiche

Portatori di handicap e parcheggi. Un binomio che spesso in Italia è sinonimo di problemi, ingiustizie, esempi di malcostume. Questa volta però non ci troviamo a presentare qualche storia di strisce arancioni violate, occupate indebitamente, o peggio rese inagibili. I protagonisti delle storie che arrivano da Napoli e Brescia sono disabili con il vizio, o la necessità, di parcheggiare sulle strisce blu. Comportamento giusto o sbagliato? E’ lecito che il possessore di contrassegno privo di pedaggio venga multato? La legge dice di sì, le associazioni di categoria insorgono. E i Comuni come si pongono? Nelle due situazioni ci troviamo di fronte a reazioni opposte.

Qui, Napoli

Sui parcheggi blu in territorio comunale anche chi espone il contrassegno di invalidità dovrà corrispondere la tariffa. Così ha deliberato nei giorni scorsi il Consiglio partenopeo, applicando la sentenza della Corte di Cassazione che sancisce l’obbligatorietà del pedaggio anche per le auto che espongono il contrassegno invalidi. L’unica eccezione è prevista per i conducenti in grado di dimostrare che tutti i parcheggi riservati ai portatori di handicap risultano occupati.

La decisione, come era lecito attendersi, ha subito scatenato polemiche e reazioni sdegnate da parte dei soggetti interessati. Sugli scudi, in particolare, l’Associazione nazionale italiana diversamente abili. Riferiscono i rappresentanti della Onlus come “il principio espresso dalla Corte è che la gratuità della sosta  non agevola per nulla il disabile e questo è un principio condivisibile. Il disabile con seri e gravi problemi di carattere motorio non chiede né mance né elemosina, ma il sacrosanto diritto di poter parcheggiare la sua auto quanto più vicino è possibile al posto che deve raggiungere, così come stabilisce in maniera chiara il decreto presidenziale numero 503/96, emanato proprio per regolare la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio di persone disabili”.

A giudizi dell’Anida, inoltre, al diversamente abile “deve esser consecca la facoltà di sistemare il suo veicolo senza che gli vengano create situazioni di disagio, tensione, preoccupazione e conseguente agitazione” e che la sentenza della Corte suprema di Cassazione ha sollevato “un enorme problema” che mette in luce “ancora una volta l’indisponibilità dei portatori di handicap di attendere con una certa normalità alla propria attività”.  Gli esponenti del sodalizio in ogni caso sottilineano come una presa di posizione in tal merito può e deve arrivare  dalle rappresentanze politiche, e non dalla magistratura. In attesa di un risocntro da parte degli interessati, non resta che seguire attentamente gli sviluppi della vicenda.

Qui, Brescia

Proprio come Napoli. In questo caso, tuttavia, l’Amministrazione ritiene opportuno modificare il Codice della Strada, e chiede un’integrazione alla sentenza pronunciata lo scorso 12 ottobre.

La Suprema Corte sottolinea, come già accennato sopra, che dalla gratuità della sosta deriva al disabile un vantaggio meramente economico e non in termini di mobilità. Nello stesso pronunciamento si legge come il costo del parcheggio non vada pagato “qualora l’auto sia stata parcheggiata in uno spazio di sosta a pagamento a causa dell’indisponibilità di uno degli stalli riservati gratuitamente ai disabili“. Pare oggettivamente difficile però provare la condizione di indisponibilità, e così succede frequentemente che il Giudice di Pace respinga il ricorso dei multati.[!BANNER]

Lasciare la possibilità di parcheggiare nelle strisce blu, è questa la richiesta di Fand Brescia, comitato locale della Federazione tra le associazioni nazionali disabili. Su sollecitazione del presidente Cristoforo Bassi, Nicolò Orto, assessore alla Mobilità di Palazzo Loggia, ha sottoposto al Ministero l’opportunità di colmare il vuoto normativo. Una mancanza che “oltre a impedire ai disabili di godere di eventuali benefici – sriferisce  Orto – penalizza l’autonomia delle amministrazioni. Per esempio si  potrebbe prevedere per particolari aree del territorio cittadino la gratuità degli spazi per gli stessi disabili”. Dal capoluogo lombardo, con il sostegno di Fand, è già arrivata anche la proposta concreta del nuovo comma. Il testo integrativo recita le seguenti parole: “Con specifico provvedimento il Comuni possono introdurre forme di gratuità nell’utilizzo di spazi di sosta a pagamento a favore dei titolari di contrassegno”.

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