Detroit: Marchionne ottimista per la Chrysler

Francesco Giorgi
13 Gennaio 2010
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Detroit: Marchionne ottimista per la Chrysler

Nel 2004 non c’era il Dipartimento del tesoro a garantire una copertura. “Chrysler non è la GM”. L’AD del Lingotto guarda con fiducia al futuro

Nel 2004 non c’era il Dipartimento del tesoro a garantire una copertura. “Chrysler non è la GM”. L’AD del Lingotto guarda con fiducia al futuro

La Chrysler? Si riprenderà, e bene. Come lo ha fatto il Lingotto in capo a pochi anni. Non sarà un’operazione lampo, e che sia impegnativa è fuori discussione. Ma i risultati per la Fiat sono arrivati: oggi è, concretamente, uno dei più importanti Gruppi mondiali. Riportare in alto la Chrysler, semmai, potrà pure essere un poco più facile rispetto alla Fiat negli ultimi cinque anni.

Fiducioso, come sempre: il Sergio Marchionne che ha parlato, ieri, a margine del Salone di Detroit non ha fatto torto alla sua fama. Il manager in maglione blu ha indicato chiaramente che “Il risanamento della Chrysler mi vede più ottimista di quanto io non fossi per la Fiat nel 2004”.

Ai reporter presenti al NAIAS, l’Amministratore delegato del Lingotto ha fatto presente il rapporto, in termini di proporzioni, tra la Fiat e la Chrysler: “L’azienda italiana è molto più grande rispetto alla Chrysler. Inoltre, quando mi sono insediato alla Fiat, non avevo l’appoggio del Dipartimento federale del Tesoro che mi potesse garantire una copertura finanziaria”.

Nel 2004, la Fiat navigava a vista, in un anno (dalla morte di Gianni Agnelli) si erano avvicendati diversi Amministratori delegati, e rischiava di affondare. Eppure, l’indebitamento era di 9,4 miliardi di euro, che in capo a tre anni venne trasformato in circa 400 milioni di euro di disponibilità diretta. In termini di risultato economico, il Lingotto, che al momento dell’arrivo di Marchionne evidenziava una perdita netta di 1,6 miliardi, dopo tre anni riportava un utile netto di 2 miliardi.[!BANNER]

Ancora, “E non c’era il Dipartimento del tesoro ad appoggiarci”, indica Marchionne, che d’altro canto evidenzia anche come i debiti con il Governo USA saranno ripianati entro quattro anni: “La Chrysler restituirà tutto il debito, con gli interessi”, ha confermato l’Amministratore delegato, che ha tenuto a precisare la differenza di gestione fra la Chrysler e la General Motors: “Fra noi e la GM ci sono molte differenze. Nel loro caso, il Governo degli Stati Uniti è azionista, mentre noi abbiamo solo ricevuto un prestito. Per questo pagheremo gli interessi sulle somme che abbiamo ottenuto. Se la General Motors riuscirà a far guadagnare un sacco di soldi al Governo, allora Dio li benedica”.

L’apprezzamento al Governo USA e del Canada per la mossa dello scorso Giugno, quando a seguito della messa in amministrazione controllata della Chysler – e dell’acquisizione da parte della Fiat del 20 per cento delle quote capitale del Gruppo di Detroit – aveva permesso alla Chrysler di proseguire la sua attività, è altrettanto chiaro.

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