Ferrari ai box: lavoratori in cassa integrazione

Francesco Giorgi
03 Novembre 2009
21 Foto
Ferrari ai box: lavoratori in cassa integrazione

Seicento dipendenti del Cavallino si fermeranno una settimana. Fra le cause il calo delle attività della Maserati, che la Ferrari non riesce a coprire

Seicento dipendenti del Cavallino si fermeranno una settimana. Fra le cause il calo delle attività della Maserati, che la Ferrari non riesce a coprire

Anche se i dati di bilancio resi noti nei giorni scorsi dalla Ferrari sono stati positivi, per la settimana prossima è stato indetto un periodo di cassa integrazione, che riguarderà il 15 per cento dei dipendenti della Casa del cavallino.

Dal 9 al 13 Novembre, infatti, seicento lavoratori della Ferrari affronteranno una settimana di Cig, secondo quanto annunciato dalla stessa Azienda, una manovra che a Maranello non veniva affrontata da oltre 15 anni.

L’ultimo episodio di cassa integrazione che aveva interessato gli operai di maranello risale infatti al 1993, un anno molto difficile, legato a filo doppio con l’andamento del Team di Formula 1.

In effetti, anche quest’anno la cassa integrazione è arrivata al termine di una stagione particolarmente travagliata nella massima Formula. E la stessa cosa avvenne nel 1974, all’epoca della prima messa in cassa integrazione dei dipendenti della Ferrari (in quella occasione bisognava sommare la crisi energetica ad una deludente annata sportiva).

I motivi del provvedimento, che interesserà i dipendenti delle Aree Motori e Verniciatura, vanno individuati nel calo delle attività Maserati e nella previsione di una decrescita produttiva per il 2010.

 

Il segretario provinciale della FIOM – CGIL Giordano Fiorani ha dichiarato lo scorso fine settimana alla Gazzetta di Modena che “La decisione ci è arrivata direttamente dall’azienda: si tratterà di inserire in cassa integrazione 600 dipendenti della Ferrari, una fra le poche aziende che nell’ultimo anno ancora non avevano fatto ricorso a questo provvedimento”.

La decisione, secondo i rappresentanti sindacali, riguarda anche l’attuale situazione di mercato della Ferrari, le cui vendite l’anno prossimo potrebbero subire una contrazione. E questo vorrebbe dire che fra il periodo natalizio e le prime settimane del 2010 ci potrebbero essere nuovi ricorsi alla cassa integrazione. Per il momento, tuttavia, non vengono interessati dalla cassa integrazione i circa 100 dipendenti della Ferrari a tempo determinato.

Il risultato finanziario 2009 si è rivelato in linea con l’andamento dell’anno precedente, con qualche riduzione peraltro trascurabile, considerando che il 2008 è stato un anno record per l’azienda.

I conti del terzo trimestre 2009 sono stati chiusi con un monte ricavi di 396 milioni di euro con 1.454 vetture consegnate dal 1 Luglio al 30 Settembre (-4,3% rispetto all’anno scorso). L’andamento del terzo trimestre si può dire in linea con i primi nove mesi dell’anno, nei quali i ricavi registrati dalla Ferrari sono stati di 1.287 milioni di euro (ricordiamo, a questo proposito, che nello stesso periodo del 2008 i ricavi erano stati di 1.419 milioni), con 4.680 vetture deliberate ai clienti (-6,9%).

A garantire il buon momento finanziario per il Cavallino ci hanno pensato i mercati emergenti a livello mondiale che si rivelano clienti di primo piano per Ferrari. In special modo il medio ed estremo oriente (Cina in testa), dove la presenza delle “Rosse” si fa sempre più consistente, tanto da far considerare le lontane nazioni dell’estremo oriente mercati privilegiati per la Ferrari.

A questo proposito, vale la pena ricordare che proprio in questi giorni la Ferrari celebra a Pechino i suoi primi cinque anni di presenza in Cina. L’evento è sintomatico del gradimento che riscuote il Cavallino fra i “nuovi ricchi” del Dragone, che in pochissimo tempo hanno scalato le classifiche dei “Paperoni” mondiali tanto da potersi permettere l’acquisto di una Ferrari che in Cina “e dintorni”, a causa della sovrattassa che nei mercati dell’estremo oriente viene applicata ai beni di lusso d’importazione, sono proposte ad un prezzo “chiavi in mano” dquais raddoppiato.

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