Dieselgate: Volkswagen verso un accordo da 15 miliardi di dollari negli Usa

Francesco Giorgi
28 Giugno 2016
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Dieselgate: Volkswagen verso un accordo da 15 miliardi di dollari negli Usa

Cifra più elevata mai raggiunta da una class action: ogni proprietario potrà accettare il riacquisto della vettura o un risarcimento.

Cifra più elevata mai raggiunta da una class action: ogni proprietario potrà accettare il riacquisto della vettura o un risarcimento.

Quindici miliardi di dollari: è l’ammontare dello stanziamento con il quale Volkswagen si dichiara pronta a risarcire gli automobilisti statunitensi “vittime” del Dieselgate attraverso un maxi programma – tuttora in fase di approvazione – di riacquisto o riparazione degli autoveicoli equipaggiati con l’unità powertrain che dallo scorso settembre è sotto i riflettori delle cronache di tutto il mondo per il caso delle emissioni di azoto manipolate nei test di laboratorio.

La notizia, raccolta dall’edizione online del New York Times e che avevamo anticipato nei giorni scorsi, è stata captata nelle scorse ore da diversi organi di informazione Usa, secondo i quali i dettagli dell’accordo (per inciso: la cifra stanziata, 15 miliardi di dollari, corrispondenti a poco più di 13 miliardi e 500 milioni di euro, sarebbe l’importo più consistente mai registrato in una class action affrontata dai cittadini statunitensi) vedrebbe coinvolto il Governo federale di Washington e gli avvocati in rappresentanza di 475.000 proprietari di autoveicoli Volkswagen. La quale, dal canto suo, avrebbe destinato un importo nell’ordine di 10 miliardi di dollari al riacquisto di ciascun autoveicolo secondo il valore nominale prima del Dieselgate; il restante dello stanziamento andrebbe, invece, a beneficio dei proprietari sotto forma di risarcimento.

Secondo una fonte citata in queste ore da La Repubblica, è imminente la presentazione, ad un Tribunale federale della California, dei termini dell’accordo. Compito dei giudici sarà approvare in maniera definitiva l’agreement, conditio sine qua non per il “via” al piano di risarcimento – riacquisto.

Dati alla mano, l’offerta Volkswagen di riscarcimento individuale a tutti i proprietari varierà fra 5.100 e 10.000 dollari, in base al valore sul mercato di ciascun autoveicolo a settembre 2015, cioè quando il marchio di Wolfsburg dovette ammettere all’opinione pubblica che le unità Tdi EA189 erano state progettate per aggirare le prove di laboratorio sull’ambiente, e in special modo rispetto alla qualità dell’aria.

La seconda possibilità offerta ai proprietari di Volkswagen “manomesse” riguerderà la modifica ai software di gestione motore in maniera da potere rispettare le attuali normative,  anziché rivendere le vetture a Volkswagen, anche se questo dovesse tradursi in una leggera diminuzione delle prestazioni. Relativamente al personale impegno verso una mobilità più eco friendly, Volkswagen si impegna a versare 2,7 miliardi di dollari a beneficio di un fondo gestito dall’Agenzia federale di protezione dell’ambiente Epa (Environmental Protection Agency), a “risarcimento” verso la comunità del negativo impatto ambientale generato dalle unità VW “manipolate”.

Tutto questo, per quanto riguarda gli Stati Uniti. In Europa, Elzbieta Bienkowska, commissaria UE all’Industria, ha osservato nelle scorse ore che “Volkswagen dovrebbe risarcire in maniera volontaria i proprietari europei in una misura paragonabile a quanto indicato per gli automobilisti negli Usa”. Nel Vecchio Continente, la strategia Volkswagen è di progressiva sostituzione del software “incriminato” in tutte le unità EA189 mediante comunicazione a ciascun proprietario e successivo fermo del veicolo nei centri di assistenza VW.

Nei giorni scorsi, in Italia, anche il Codacons aveva fatto sentire la propria voce, in una richiesta (avanzata al Ministero dello Sviluppo Economico) ad intervenire in modo concreto nella vicenda. “Mentre negli Usa Volkswagen sigla accordi con le autorità e dispone indennizzi miliardari per gli automobilisti coinvolti nel caso delle emissioni falsificate, in Italia tutto tace, e le uniche iniziative concrete messe in atto a tutela dei proprietari di auto sono le azioni risarcitorie avviate dal Codacons in Tribunale – aveva affermato la scorsa settimana Carlo Rienzi, numero uno di Codacons –  Le istituzioni italiane non hanno saputo inchiodare l’azienda alle proprie responsabilità, e nessun indennizzo è stato finora proposto ai possessori di auto Vw. Si è creata una evidente disparità di trattamento, con gli automobilisti italiani trattati come utenti “di serie B” rispetto a quelli americani, che pur in presenza di identico danno (le emissioni falsificate) riceveranno cospicui risarcimenti. Per tale motivo presenteremo domani una formale diffida al Ministero dello sviluppo economico, affinché avvii le procedure per raggiungere con Volkswagen una intesa analoga a quella che sarebbe stata siglata negli Stati Uniti”.

Non va dimenticato, tuttavia, che Volkswagen, anche per recuperare immagine agli occhi del pubblico, ha recentemente annunciato un “new deal” all’insegna dell’ecosostenibilità, che si attuerà dal punto di vista industriale con il lancio a medio termine di una lineup di 40 modelli dal positivo impatto sull’ambiente: molti di essi saranno totalmente elettrici, in risposta a un ambizioso obiettivo di assumere un ruolo leader a livello mondiale nella mobilità “green”.

 

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