Bollo auto: è caos per le auto storiche

Redazione
27 Gennaio 2015
Bollo auto: è caos per le auto storiche

Non tutte le regioni si sono uniformate alla Legge di Stabilità per il bollo delle ultraventennali. Ecco la situazione attuale. Bollo: come si paga.

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Non tutte le regioni si sono uniformate alla Legge di Stabilità per il bollo delle ultraventennali. Ecco la situazione attuale. Bollo: come si paga.

Mancano pochi giorni al 31 gennaio, e a livello nazionale non c’è chiarezza sulle modalità di pagamento del bollo 2015, in questi mesi salito agli onori delle cronache per la querelle legata alle auto storiche. Secondo la disciplina nazionale che ha tenuto Banco dal 2000, erano considerate “storiche” tutte le vetture che avessero almeno vent’anni di età; per tutte le ultraventennali, il vantaggio fiscale era dato dal pagamento di una tassa di possesso super agevolata, alla quale il proprietario poteva accedere iscrivendo la propria “veterana” presso un club federato Asi (Automotoclub Storico Italiano). Quest’anno, per i proprietari di auto ultraventennali, è arrivata una fastidiosa doccia fredda: la nuova Legge di Stabilità ha infatti alzato l’asticella delle agevolazioni per le auto storiche da 20 a 30 anni: una decisione che ha scontentato la maggior parte degli automobilisti “veteran”, oltre che – a lungo andare – rischia di impoverire il parco delle auto storiche circolanti (ovviamente non ci sono statistiche in merito, ma c’è da giurare che una bella fetta di vetture ultraventennali termineranno la propria carriera in demolizione, o saranno vendute all’estero).

 

Bollo 2015: caos auto storiche

Tuttavia, il pagamento del bollo è di competenza regionale. Ed è notizia di questi giorni il fatto che alcune regioni italiane abbiano scelto strade differenti da quanto indicato dalla Legge di Stabilità: una situazione che, in effetti, appare tutt’altro che chiara da regione a regione.

Fra le amministrazioni locali che hanno scelto la “via vecchia” – mantenere, cioè, lo statu quo della normativa per il bollo auto storiche in vigore fino all’anno scorso – c’è la Lombardia, che ha deciso di applicare la “vecchia” disciplina, esentando dal bollo “intero” le vetture da vent’anni di età in su. Una mossa analoga è stata posta in essere da altre regioni, quali Veneto ed Emilia Romagna, dove peraltro l’interesse per il mondo delle auto storiche è più che una semplice passione, ma dà lavoro a migliaia di addetti nell’indotto: qui, tuttavia, le vetture ultraventennali devono essere iscritte nei registri storici per ottenere l’esenzione: le “liste” Asi, il registro Storico Fiat, il Registro Storico Lancia, il Registro Italiano Alfa Romeo e la lista chiusa Fmi per le moto.

La situazione, in ogni caso, resta in continuo divenire. Finora – indica l’Ansa che insieme all’Aci ha tentato una ricostruzione “regione per regione” – mentre il termine per il pagamento del bollo si avvicina a grandi passi, soltanto la Basilicata ha applicato un nuovo regime agevolato da dedicare ai veicoli che appartengono alla fascia 20 – 29 anni di età. In questo caso, il pagamento del bollo avviene per scaglioni di cilindrata: 50 euro fino a 1000 cc, 100 euro da 1001 a 2000 cc e 200 euro oltre 2001 cc.

Andando avanti nel “Giro d’Italia” della giungla dei bolli auto, la Giunta regionale del Piemonte ha scelto di rinviare al 28 febbraio il pagamento del bollo per auto e moto storiche: l’obiettivo è chiaro, si spera che per quella data il Governo dia un chiarimento definitivo. E se in Toscana il pagamento della tassa di possesso per le ultraventennali dovrebbe essere commisurato in una tassa a forfait da 63 euro per le auto e 26,25 euro per le moto, sembrano essere molte le regioni che hanno scelto la strada dell’allineamento, uniformandosi alle nuove normative inserite nella Legge di Stabilità 2015: si tratta di Abruzzo, Campania, Calabria, Friuli – Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle D’Aosta, Provincia Autonoma di Trento.

 

Auto storiche: le posizioni di Asi e Aci

Il problema di fondo è: quali sono realmente le auto storiche? E’ giusto considerare tali tutte le vetture, anche quelle meno “appetibili” come appeal storico, dai venti ai ventinove anni di età? E quali sono i criteri che rendono una “veterana” una vera auto d’epoca? E’ una questione di lana caprina, che difficilmente può essere risolta dalle normative: nel mondo delle auto storiche spesso entrano in gioco fattori più “personali”, uno su tutti il valore affettivo. D’altro canto, da tempo il bollo “pieno” anche per le auto storiche contenuto nella nuova Legge di Stabilità ha suscitato ondate di proteste. Per questo, l’Asi spinge perché, dalle discussioni con i rappresentanti delle amministrazioni locali, si riesca a portare al Governo una revisione generale della normativa, attraverso l’intoroduzione di misure alternative quali la creazione di una nuova “lista chiusa”.

L’Aci, al contrario, già lo scorso luglio aveva evidenziato quello che secondo i suoi dirigenti appariva un reale problema: l’elevatissimo numero di vetture definite “storiche” solo per ottenere agevolazioni sul bollo, ma che tali non lo sarebbero affatto: su 4 milioni di veicoli “agevolati”, indicava l’Aci, soltanto il 20% rivestono un reale interesse storico.

 

Bollo auto 2015: come si paga e quali sono le esenzioni

Detto delle auto storiche (o meglio: ultraventennali, siccome quelle che dalla nuova Legge di Stabilità vengono definite storiche a tutti gli effetti, cioè le ultratrentennali, godono dei vantaggi fiscali in vigore dal 2000), ricordiamo brevemente quali sono le modalità di pagamento del bollo auto per tutte le vetture, che va pagato entro il 31 gennaio per le auto che superano 35 kW di potenza.

La determinazione dell’importo da pagare può essere calcolata online attraverso il sito Web dell’Agenzia delle Entrate, con l’inserimento dei dati vettura che vengono richiesti, e si ottiene la somma da pagare. A sua volta, il pagamento può essere effettuato presso gli uffici postali, le tabaccherie o gli uffici Aci (sedi centrali o delegazioni). La Legge di Stabilità conferma alcune esenzioni: in questo caso, riguardano le vetture fino a 2.000 cc a benzina e 2.800 cc se diesel impiegate da automobilisti disabili. L’esenzione viene estesa anche alle auto elettriche, mentre per le auto alimentate a metano e Gpl l’importo è pari al 25% della tassa di possesso. Per ulteriori esenzioni (per bus, automezzi della nettezza urbana e altre categorie) la determinazione è di competenza delle singole regioni.

 

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