Donne: sempre vittime degli incidenti stradali

Francesco Giorgi
07 Luglio 2009
Donne: sempre vittime degli incidenti stradali

Quando sono coinvolte in prima persona e quando devono assistere dei familiari. Una ricerca ANIA-ONDA mette in luce questa emergenza

Quando sono coinvolte in prima persona e quando devono assistere dei familiari. Una ricerca ANIA-ONDA mette in luce questa emergenza

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Quando ad essere vittima di un incidente stradale sono le donne: un tema dibattuto in una indagine promossa dalla Fondazione ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) per la Sicurezza Stradale e da ONDA (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna) e curata da un gruppo di ricercatori della Università Bocconi di Milano, che ha evidenziato come, nel milione di feriti da incidenti stradali e nei 5100 decessi che si sono verificati nel 2007, sono stati oltre 150 mila (per la precisione 150.676) i casi nei quali la vittima ha riportato una invalidità permanente superiore a 9 punti percentuali.

Fra queste, 55.336 (vale a dire una su tre) sono donne, e nella maggior parte dei casi soggetti “passivi” dell’incidente: nel 58,6 per cento dei casi non si trovavano alla guida di veicoli coinvolti, e nel 54 per cento dei casi erano pedoni che sono stati investiti. Lo studio promosso dall’ANIA e dall’ONDA evidenzia un dato di fatto: quando l’invalidità raggiunge il 9 per cento, vuol dire che l’infortunato non potrà più continuare con le abitudini di vita che conduceva in precedenza.

Dalla ricerca sono scaturite tre tematiche fondamentali: l’elevato numero di invalidità permanenti, l’alta percentuale di donne “vittime” degli incidenti stradali, e il ruolo sociale della donna all’interno di un nucleo familiare che necessita di assistere un soggetto che ha subito un incidente.

L’aspetto più drammatico di questa ricerca indica che la donna, quando resta vittima di un incidente stradale, lo può diventare due volte: quando subisce in prima persona un trauma che porta ad una invalidità permanente, e quando diventa il sostegno principale di un nucelo familiare che è stato coinvolto in un incidente.

In questo ultimo caso, poi, va ricordato il costo sociale non indifferente per l’economia del Paese: l’ultima stima, in ordine di tempo, indica che l’invalidità permanente causata da incidenti stradali ha raggiunto i 31 miliardi di euro.

Obiettivo: sensibilizzare

L’obiettivo derivante dalla ricerca condotta dalla Università Bocconi riguarda la necessità di una costante sensibilizzazione nei confronti delle donne che, in maniera diretta o indiretta, restano vittime di incidenti stradali: “Sia che si trovino coinvolte in prima persona, sia che debbbano assistere un familiare, le donne sono in ogni caso ‘vittime’ degli incidenti stradali – punta il dito Francesca Merzagora, Presidente di ONDA -. E questo studio indica proprio questo: il loro coinvolgimento totale, oltre alle implicazioni socio-economiche degli incidenti stradali“.

Va detto che, quando ci si trova di fronte alle responsabilità, si nota come siano sempre di più le donne che, a causa di un comportamento scorretto al volante, abbiano causato un incidente: le ultime stime parlano del 9 per cento dei casi, sottolinea l’Assessore alla Salute del Comune di Milano Giampaolo Landi di Chiavenna.

E però, sono proprio le guidatrici i soggetti che più restano vittime degli incidenti stessi: solo nel 2008, in Italia ne sono rimaste ferite oltre 119 mila, le decedute sono state 1227. E sono dati relativi, perché le donne, per il loro ruolo sociale e familiare, si trovano sempre al centro di situazioni molto difficili“.

Dal canto suo, l’ANIA punta sulla necessità di sensibilizzare la collettività su queste considerazioni, che spesso restano “sommerse”: “Oltre a continuare a batterci ogni giorno per contrastare il fenomeno degli incidenti stradali, crediamo che sensibilizzare il mondo femminile, attraverso delle iniziative come questa appena conclusa, sia utile perché aiuta ad emergere quella che consideriamo una delle più gravi emergenze che affliggono il nostro Paese“, conclude Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale.

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