BMW rilancia la Isetta con il marchio Austin

Leopoldo Canetoli
01 Luglio 2009
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BMW rilancia la Isetta con il marchio Austin

Secondo AutoExpress per la prossima “Isetta” BMW potrebbe rispolverare il marchio britannico Austin o in alternativa quello della tedesca Dixi

Secondo AutoExpress per la prossima “Isetta” BMW potrebbe rispolverare il marchio britannico Austin o in alternativa quello della tedesca Dixi

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Il “revival” della mitica Isetta degli anni ’50, con cui BMW prevede di gettarsi nell’arena delle microcar cittadine a quattro posti con un ridotto impatto ambientale, segmento sempre più gettonato di cui fanno parte la Toyota iQ e la smart, assumerà probabilmente la denominazione Austin.

È quanto riporta il periodico inglese AutoExpress che anticipa notizie ed immagini. Prevista per il 2011, questa auto si ricollega allo schema della Isetta creata a Bresso, alle porte di Milano, nel 1953 dal conte Renzo Rivolta assieme ai progettisti Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi.

La proprietà intellettuale e il marchio dell’Isetta vennero ceduti, a seguito delle difficoltà aziendali alla BMW nel 1956. Molto simile alla Isetta italiana, la versione tedesca – che montava un motore di 250 cc – incontrò un grande successo, tanto da essere fondamentale per salvare la BMW dalla difficile situazione economica post bellica e dall’insuccesso dei modelli presentati fino ad allora.

Alla fine del 1956 l’Isetta fu ribattezzata BMW 300 per via  di un motore da 297 cc. Dal 1956 al 1962 ne furono prodotte oltre 161mila. Il progetto della nuova citycar compatta di BMW, denominato “i-Car” si ispira all’architettura ultrarazionalista della Isetta, con motore e trazione posteriori e, nelle intenzioni di BMW, dovrebbe servire a far concorrenza alla Toyota iQ e ad arginare negli Stati Uniti la marcia trionfale della smart.

Inizialmente avrebbe dovuto recare proprio la denominazione “Isetta”, ma le più recenti ricerche di mercato e i focus realizzati con la potenziale utenza di questo modello avrebbero spinto la BMW a rivedere il piano e ad utilizzare il marchio della britannica Austin o, in alternativa, quello della tedesca Dixi, che fanno parte del patrimonio della Casa.

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